L’Autonomia trentina ha saputo, in questo caso, dare una risposta pronta, anche a tutela dei tanti turisti che affollano in questi giorni la zona”.
L’orso autore dell’attacco, come ha spiegato Masè, è quasi sicuramente M57, anche se saranno le indagini genetiche a confermarlo. Si tratta di un maschio di due anni e mezzo, già conosciuto per i suoi atteggiamenti “confidenti” nei confronti dell’uomo, avvistato spesso nella zona dell’Altipiano della Paganella, dove in passato ha seguito delle persone o ha rovistato nei bidoni dell’umido. A questo proposito va ricordato che negli ultimi anni proprio in quella zona, la Provincia, d’intesa con la locale società di gestioni rifiuti, ha attivato 100 siti con più 200 cassonetti anti intrusione orso. La cosa più grave, è stato evidenziato nel corso della conferenza stampa, è che per la prima volta in Trentino, l’attacco avvenga non per la difesa dei cuccioli. Va detto, inoltre, che quando è stato catturato, cosi come in tutte le fasi che hanno seguito l'aggressione è rimasto nei pressi del centro abitato di Andalo e anche di un campeggio.
“Il punto - ha ribadito più volte il presidente, che ha informato dell’accaduto il ministro dell’ambiente – è che gli orsi in Trentino sono troppi e la gente comincia ad essere davvero esasperata. Come chiediamo da tempo, dobbiamo poter gestire noi in prima persona i grandi carnivori presenti sul nostro territorio. E lo dobbiamo poter fare al di là delle ideologie. Ci sono altri casi di orsi confidenti e adesso comincia ad esserci anche il problema dei lupi, anche loro sempre più confidenti. Mercoledì ci sarà un Comitato per l’ordine e la sicurezza in cui affronteremo proprio la questione dei lupi. Non è solo un problema che riguarda l’allevamento, è diventato un problema di ordine pubblico. Per questo dobbiamo avere la possibilità di agire autonomamente, per la sicurezza delle persone e anche per la sopravvivenza stessa del progetto grandi carnivori”.