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Affitti brevi: respinte le proposte di Zanella e Degasperi

Discussione in Consiglio provinciale di Trento

Trento - Affitti brevi: respinte in Consiglio le proposte di regolamentazione di Zanella e Degasperi, nel pomeriggio avviata la discussione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Affitti brevi
In mattinata in Consiglio si è aperta la discussione generale sul ddl di Filippo Degasperi (Onda) n. 27/XVII e quello di Paolo Zanella (Pd) 39/XVII​ ) che riguardano la questione degli affitti brevi. In apertura della seduta è stata discussa e votata all’unanimità la mozione di Mariachiara Franzoia del Pd sul sostegno alle adozioni internazionali.

Degasperi: la politica deve intervenire per arginare il Far West.
Degasperi, presentando la sua proposta, ha ricordato l’urgenza del tema dell’aggressività del mercato degli affitti brevi, che pesano anche sul mercato degli alloggi per gli studenti. Nessuno, ha aggiunto, vuole mettere in discussione il turismo, ma i fenomeni vanno governati per evitare il Far West. Nel mondo di sono 1,4 miliardi di turisti, un mercato enorme che ha avuto un momento di svolta nel 2008 quando sono arrivate le piattaforme (domiciliate nei paradisi fiscali) per gli affitti brevi e turistici. Una rivoluzione, avvenuta nella totale assenza di controlli, che ha cambiato il volto dei nostri centri urbani facendo precipitare l’offerta degli alloggi per famiglie e per gli stessi studenti. In Trentino l’aumento degli sfratti riguarda perlopiù la scadenza dei contratti e non per morosità e tutto ciò accade in un quadro di continua crescita del costo delle case che pone Trento a poca distanza di Venezia dove i residenti sono stati tutti spediti sulla terra ferma. In più, ha aggiunto Degasperi, l’edilizia pubblica langue. Con l’Itea, ha detto ancora, che sfratta gli inquilini per poi lasciare sfitti gli alloggi. I centri storici sono cimiteri di negozi tradizionali oppure caratterizzati dalla presenza di catene commerciali tutte uguali e di ristoranti turistici. La sintesi è che le città vengono solo utilizzate come sfondo. L’argine a questo Far West, a questo degrado che riduce la città a ostelli, ha aggiunto l’esponente di Onda, lo dovrebbe porre la politica. Invece, anche il discorso della rigenerazione urbana – basti pensare alle ipotesi dell’internamento della ferrovia – in realtà si trasforma in speculazione. In questo modo si favorisce la rendita e un settore come quello turistico caratterizzato da scarsa produttività e bassi salari. Quando la politica sarebbe chiamata a ridistribuire tra i residenti i profitti di questi settori. C’è la necessità, ha aggiunto, di valutare la capacità di carico del turismo in modo che vada a beneficio di tutti. Ci sono sette località che soffrono di over turism e tra queste c’è Trento, ma le risposte non si vedono e da un anno a questa parte, quando il ddl è stato presentato, si attendono i dati promessi dall’assessore. La proposta legislativa va incontro agli allarmi presentati dai sindaci che parlano di emergenza e della necessità di una norma. Inoltre, il ddl mira a consegnare le capacità di decidere sugli affitti brevi ai comuni. Nella sostanza, il ddl prevede che chi vuole affittare ai turisti, debba chiedere l’autorizzazione al comune; la necessità di avere il consenso dei condomini per gli alloggi turistici e il no all’utilizzo delle case pubbliche come B&B; e la necessità di produrre un documento di abitabilità dell’immobile affittato ai turisti. C’è poi il versante urbanistico, abolendo le deroghe introdotte negli ultimi anni. Infine, l’assegnazione di una fetta più robusta della tassa di soggiorno ai comuni da destinare al potenziamento dei controlli che oggi sono irrisori.

Zanella: il problema della casa è drammatico
Paolo Zanella (Pd) ha lamentato l’assenza dell’assessore Marchiori, perché questi ddl riguardano il fondamentale diritto alla casa sancito anche dall’Onu ma che gli affitti brevi erodono. Un tema questo della casa, ha aggiunto l’esponente del Pd, che è diventato globale al punto che a livello europeo è stata istituita una commissione sul diritto alla casa. Zanella, per sottolineare la situazione del Trentino, ha portato una serie di casi concreti. Quello di un’infermiera che vorrebbe tornare a lavorare a Cavalese ma non riesce a trovare una casa. Quello di una famiglia con due figli sfrattati di Pergine che non trovano un alloggio o quella con tre figli costretta a vivere in un appartamento di 40 metri quadri. Il caso di una donna single con un figlio sfrattata dall’Itea a Riva dove case in affitto non ce ne sono. Infine, quello di un lavoratore straniero, richiedente asilo, che lavora in una ditta trentina ma va a dormire sotto un ponte. Quindi, ci si trova di fronte ad un problema gravissimo anche se riguarda il 5% della popolazione. Ma, ha aggiunto Zanella, non è solo un problema legato al turismo, pesa anche il declino degli investimenti nell’edilizia pubblica. Poi c’è la questione degli sfitti (il 38% del patrimonio edilizio), problema per il quale la Fondazione Abitare sta facendo qualcosa, ma i numeri sono piccoli. Sul lato degli affitti brevi, Zanella ha ribadito il loro impatto sulla composizione sociale delle città; sulla dinamica degli sfratti e sugli affitti residenziali e sui prezzi degli acquisti che il Trentino lo scorso anno ha visto una crescita del 9,5% la percentuale più alta in Italia. Anche gli affitti sono aumentati del 5% a fronte di un reddito medio che è il più basso del nord est. Gli studi fatti in Toscana, ha aggiunto, hanno dimostrato che gli affitti turistici brevi spingono in alto i prezzi. L’esponente dem, ha continuato affermando che solo l’Italia non ha fatto nulla per arginare il fenomeno, così come il Trentino che è il quarto territorio (13 mila appartamenti) per concentrazione di affitti brevi. Del resto lo stesso Cal chiede che i comuni abbiano la possibilità di governare questo fenomeno, di porre dei limiti. Il ddl prevede per gli alloggi ad uso turistico affittati in forma non imprenditoriale la riduzione a due - uno nei comuni ad alta pressione turistica e ad alta tensione abitativa – ed è previsto l’obbligo della SCIA che certifichi i requisiti minimi urbanistici, igienico-sanitari e di sicurezza. La proposta Zanella, per tutelare gli affitti ordinari, prevede inoltre la possibilità per i comuni di determinare un limite massimo al numero di alloggi per uso turistico e delle case e appartamenti vacanze. I municipi, se il ddl dovesse diventare legge, potranno “staccare” autorizzazioni quinquennali. La concorrenza, sempre secondo la proposta del consigliere dem, verrebbe tutelata attraverso il principio di rotazione e di massima distribuzione delle autorizzazioni tra i richiedenti. Si prevede inoltre la revisione della legge Gilmozzi con la rivalutazione delle quote che i comuni possono destinare ad alloggi per tempo libero e vacanze. Ancora, nei comuni ad alta pressione turistica il cambio di destinazione d'uso da non residenziale a residenziale diventerebbe possibile solo per residenze ordinarie. Un altro capitolo riguarda la tassa di soggiorno degli ospiti degli alloggi per uso turistico che nel ddl si prevede di aumentare da due e tre euro, destinandola totalmente ai comuni che la dovrebbero utilizzare, per almeno il 70%, per i controlli sul rispetto della normativa su ricettività turistica e CIN, anche con controlli incrociati dei dati dei comuni, Provincia, gestori dei servizi, agenzia entrate, portali come Airbnb. Infine, è prevista la possibilità per i comuni di aumentare l'aliquota dell'IMIS sugli alloggi per uso turistico e sulle case e appartamenti per vacanze fino al 2 per cento.

Nel pomeriggio si è conclusa con la bocciatura la discussione dei due disegni di legge dei consiglieri Paolo Zanella e Filippo Degasperi in materia di regolamentazione degli affitti brevi come misura per contrastare l’emergenza abitativa. Dopo la discussione nel pomeriggio di ieri e stamattina, nel pomeriggio si sono espressi in replica l’assessore Failoni e i due proponenti. Prima della votazione dell’articolato dei disegni di legge 27 e 39 (respinti con 18 voti contrari), numerosi consiglieri sono intervenuti in dichiarazione di voto.


Le repliche
In replica l’assessore Roberto Failoni ha osservato che tutti gli interventi si sono concentrati in parte sugli affitti brevi, per il resto sui comuni e sull’urbanistica. Oggi diremo no a questi disegni di legge, ha chiarito, perché stiamo lavorando sulla riorganizzazione completa della legge sulla ricettività turistica del 2002, una legge complicata che richiede tanto coraggio. Vi confesso che non è un lavoro facile, ha aggiunto, rappresentando la disponibilità a collaborare sul tema in Commissione non appena sarà disponibile una prima bozza. Quanto agli affitti brevi, non possiamo demonizzali, ha notato, perché è un’opportunità che va colta e che ha permesso a tante persone trentine di pagare le tasse. Ha infine ringraziato i colleghi per gli interventi di condivisione e anche per quelli in dissenso, ribadendo la volontà di confrontarsi sull’argomento della ricettività turistica di cui gli affitti brevi rappresentano solo una piccolissima parte.

Paolo Zanella (PD) ha premesso che questo è in realtà un disegno di legge sulla casa e ancora una volta il responsabile del settore è assente. Un disegno di legge che aggredisce un segmento emergenziale di un tema più ampio e complesso. Nessuno ha detto che gli affitti brevi sono il male assoluto, noi pensiamo solo che in certe zone il tema è sfuggito di mano e va regolamentato. E questo lo dice la sindaca leghista Cristina Santi di Riva del Garda che si trova a gestire quotidianamente l’emergenza casa. Occorre poi leggere bene i dati perché quando si dice che su 35 milioni di case, solo l’1,3% sono affitti brevi, occorre tenere conto che le famiglie in affitto solo solo 5 milioni ed è su queste che vanno fatti i conti. In questo contesto gli affitti brevi rappresentano il 10% dell’affittabile e non l’1,3% e da questa lettura il fenomeno non appare dunque tanto marginale. Siamo in una situazione in cui la gente non trova la casa, viene sfrattata e non sa dove andare. Zanella ha poi replicato ai diversi interventi dei colleghi, sul razzismo immobiliare, sui ragionamenti sugli sgravi Imis, sulla riqualificazione delle case e l’incapacità di Itea di rispondere. Infine ha detto di essere contento che si stia facendo una legge sulla ricettività turistica, ma questo non centra nulla sul diritto alla casa perché in quella legge non ci saranno i contingenti per gli affitti brevi.
Io credo, ha concluso, che si rinvii la questione perché di fatto non si condivide l’urgenza di mettere mano a questo tema.

La questione degli affitti brevi va governata oppure no? ha chiesto in replica Filippo Degasperi (Onda). Sarebbe utile saperlo e avere una risposta dall’assessore in merito. A mio avviso c’è un vuoto e c’è un’esigenza da parte del territorio. Gli affitti brevi sono un far west, sono quasi 11.000 gli appartamenti sfitti a Trento e nessuno fa nulla. E quanti controlli sono stati fatti? Fino all’ottobre scorso nessuno. Tra l’altro la proprietà fondiaria e la proprietà immobiliare sono pianificate dai comuni e dunque i proprietari non possono agire arbitrariamente, ma sottostando alla pianificazione delle amministrazioni comunali. Tuttavia ci sono contesti in cui la pianificazione è saltata e la situazione è in emergenza. E in tutto questo, voi scegliete di spendere soldi non per dare la casa dover serve, bensì dove non serve, ristrutturando case (che diventeranno seconde case) nei posti dove le persone non vogliono andare. Il tema è complicato, ma noi abbiamo tentato di fare una proposta, mentre ci siamo sentiti dire che questo è un ddl punitivo, oppure che trattiamo il tema come il male assoluto mentre abbiamo solo proposto una regolamentazione oggi assente; o ancora ci siamo sentiti dire che abbiamo fatto una crociata, mentre l’idea era dare ai comuni la possibilità di scegliere. Dispiace che ci sia l’approccio “comandiamo e decidiamo noi”, ha concluso rivolto alla Giunta.

Prima della votazione dell’articolato dei disegni di legge 27 e 39 (respinti con 18 voti contrari e 11 favorevoli), numerosi consiglieri sono intervenuti in dichiarazione di voto:
Mirko Bisesti (Lega): quello che noi contestiamo nei vostri ddl è che va a colpire i proprietari di case, vuole affossare un tipo di affitto che fa vivere, non solo gli affittuari, ma anche le comunità, creando ricchezza per tutto il territorio.
Francesco Valduga (Campobase): voto favorevole ai due ddl che non hanno nessun intento di demonizzazione del tema degli affitti brevi, ma interpretano la necessità di mettere ordine anche per il comparto turistico perché quel bel modo di fare impresa deve continuare ad essere sostenibile e passare da canali di competenza tracciabili.
Lucia Coppola (AVS): il tema è planetario, ci sono città e stati che si sono posti il problema dell’abitare tra cui Barcellona, dal 2025 anche Parigi, Venezia, Milano, Roma, Firenze che hanno fissato delle restrizioni sugli affitti brevi per consentire alle famiglie l’accesso all’edilizia residenziale. Sono basita dal fatto che non sia colta l’emergenza che questi ddl volevano arginare.
Daniele Biada (Fratelli d’Italia): credo che chi ha un alloggio debba poterlo gestire come vuole, il tema degli affitti turistici non risolve il problema residenziale, voteremo contro il provvedimento.
Andrea de Bertolini (PD): ci stiamo dicendo che la casa è un’emergenza, che necessita una complessità multi livello. Se è un’emergenza dobbiamo trovare risposte immediate e qui si archivia una proposta che ha avuto riscontro di momenti in buona parte condivisi. Non posso pensare che si voglia sottrarre all’aula un tema di tale importanza e dunque sosterremo con forza questi ddl chiedendo di partire dai punti di contatto per costruire su questo tema un percorso condiviso.
Antonella Brunet (Lista Noi Fugatti Presidente): siamo contenti che qualcosa si stia muovendo e mi auguro che con le manovre che farà la Giunta risolveremo il problema.
Walter Kaswalder (Patt): l’ho già detto, dico no a questo ddl perché prima serve un intervento pubblico con l’istituzione di un fondo per garantire gli affittuari.

Sicurezza sul lavoro: aperta la discussione sul disegno di legge di Lucia Maestri
Esaurita la discussione dei due disegni di legge in tema di affitti brevi (si veda comunicato precedente), il Consiglio provinciale ha affrontato il successivo punto all’ordine del giorno di questa tornata d’aula, l’esame del ddl 31 di Lucia Maestri (PD), che reca modificazioni della legge provinciale del 1983 in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Una proposta che arriva in aula dopo aver registrato un allargato dibattito, la condivisione da parte dei soggetti auditi in Commissione e tuttavia la bocciatura da parte della maggioranza dell’organismo legislativo. Nel suo intervento la proponente ha auspicato che di fronte alla serietà dell’argomento, ci siano margini di revisione di una posizione troppo precipitosa espressa dalla maggioranza. Un auspicio condiviso anche dai successivi interventi di Michele Malfer, Andrea de Bertolini e Lucia Coppola. L’esame del disegno di legge riprenderà nella prossima seduta.

Dopo la lettura delle relazioni di maggioranza e minoranza è intervenuta la proponente Lucia Maestri (PD) che ha evidenziato l’ampiezza della discussione avvenuta in Commissione sulla sua proposta e l’apertura e condivisione venuta dai soggetti ascoltati. Tuttavia, abbiamo registrato la bocciatura da parte della maggioranza, dopo una presa di posizione del tutto incomprensibile. L’osservatorio sicurezza sul lavoro (Vega), che analizza e pubblica i dati Inail sugli infortuni sul lavoro ci racconta un’incidenza degli infortuni in Trentino passata dal 20,6 del 2023 al 44,8 del 2024. Il Trentino è dunque maglia nera in questo contesto, un trend confermato nel gennaio 2025, che classifica la nostra regione tra i territori più rischiosi d’Italia. Maestri ha richiamato documenti di mozione e interrogazione proposti in precedenza sull’argomento, anch’essi, per quanto approfonditi e articolati, respinti dalla Giunta perché, ha commentato citando il verbale “già oggetto di interventi e attività da parte della Giunta che forse ai consiglieri sfuggono inconsapevolmente”. Il problema, ha aggiunto, è che noi siamo costretti a seguire impotenti questo tema apprendendo dalla stampa la tragica conta delle morti e c’è l’andazzo a considerare questo Consiglio un de minimis, tanto da farci sentire parte lesa. Questo è un tema che riguarda tutta la comunità. Non è certo colpa dell’assessore se il Trentino è maglia nera, ma è responsabilità di tutti discutere e cercare delle soluzioni. Per questo è nato il ddl 131, per ispirare una riflessione e per poter dare un contributo. In questa proposta chiediamo che ci sia un irrobustimento dell’attività di formazione, lo sviluppo di un dibattito in Consiglio provinciale una volta all’anno per accendere un faro sulla tematica e l’istituzione di un fondo sugli infortuni di 500.000 euro da implementare con le contravvenzioni alle imprese che non rispettano le norme sugli infortuni. Di fronte alla serietà dell’argomento, spero che ci siano i margini di revisione di una posizione troppo precipitosa e forse superficiale della maggioranza, ha auspicato in chiusura la consigliera Maestri.

Michele Malfer (Campobase) ha ringraziato la collega per aver portato in aula questo argomento, che purtroppo rischia di venire affrontato solo nei momenti tragici ed emozionali dettati dalle cronache. Non voglio ripetermi ed essere ridondante, quanto rinforzare una presa di posizione a tutti i livelli, istituzionale e personale, ha detto, perché la cultura della sicurezza deve partire dal riconoscimento del valore della vita umana, contribuendo a creare un quadro normativo di tutela, secondo una finalità comune. La questione culturale è alla base della riflessione, è il principio. E la formazione è la chiave, non solo un elemento tecnico, ma uno strumento necessario per promuovere una cultura della sicurezza che veda ogni individuo come parte di un sistema collettivo. Malfer ha concluso esprimendo l’auspicio che questo ddl possa diventare un segno tangibile e condiviso da tutte le forze politiche, per costruire un futuro più sicuro.

Per Andrea de Bertolini (PD), avvocato penalista, la questione degli infortuni sul lavoro è sicuramente dolorosa e faticosa perché collegata al passaggio del tema nelle aule di tribunale. Una sofferenza grande, che non si esaurisce nelle vittime, ma coinvolge anche gli imputati. Quello che esce dalle aule di tribunale negli anni è un dato oggettivo, ovvero la responsabilità oggettiva, una semplificazione giudiziaria che affida al datore di lavoro la responsabilità. Dalle evoluzioni normative è però emerso che fra i debitori di sicurezza c’è anche il singolo lavoratore che non deve essere nocivo per gli altri né per se stesso. La sicurezza sul lavoro deve essere una struttura piramidale, sinergica di scelte imprenditoriali. Di qui la necessità di formazione sui diritti e doveri dei lavoratori per garantire un ambiente di lavoro salubre per se stessi e per gli altri. Qui sta il pregio del lavoro della collega Maestri, incentrato sulla prevenzione, sul dritto ad un lavoro sicuro, nella consapevolezza dell’impossibilità dell’azzeramento degli infortuni, ma con l’intento di minimizzarli in termini di quantità e di gravità lesiva. La strada è lunga, ma qui si tratta di riconoscere che il diritto al lavoro sia sicuro, ha concluso de Bertolini.

Un tema di grandissima importanza che ci mette davanti a dei dati allarmanti, nella sua tragicità ha esordito Lucia Coppola (AdV). Non si può pensare di morire di lavoro e tutto questo non può che farci interrogare sui contratti, sui subappalti, sul lavoro nero, sulla mancanza di controllo, sull’assenza di tutele ecc. Uno degli aspetti che saltano all’occhio è che la situazione resti grave, nonostante il testo unico sulla sicurezza del 2008: è per questo che occorre parlarne nelle sedi istituzionali e coinvolgere su questo tema il maggior numero di persone possibile. Coppola ha suggerito che almeno sulla carta si intervenga a revisionare il sistema della formazione, si inaspriscano le sanzioni, si riveda la vigilanza e si costruisca una banca dati unica che monitori la situazione con controlli severi e rigorosi. La speranza è che si arrivi ad un voto trasversale e condiviso su una materia che non può che essere di tutti. La discussione riprenderà nella prossima seduta.
Ultimo aggiornamento: 14/03/2025 00:10:26
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