Roma -
"C'è una diseguale disponibilità di servizi e continua il pericolo di abbandono delle aree interne e montane", con queste il
presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso di fine anno ha posto l'attenzione sulle
zone svantaggiate dell'Italia e chiesto di
"Colmare queste distanze, assicurando una effettiva pienezza dei diritti a tutti i cittadini".
Un invito esplicito ad approvare la
legge sulla montagna, in discussione da anni, e attuare una serie di interventi garantendo a chi risiede in valli e aree montane identici a quelli di chi risiede in città e grandi aree urbamizzate.
Un tema, quello indicato dal
presidente Mattarella (nella foto), che è stato approfondito di recente all'assemblea
Anci: "L'unità del Paese trova oggi nelle aree interne e montane, dei borghi resi periferie, un aspetto di fragilità, per la rarefazione dei servizi, lo smantellamento di infrastrutture realizzate con sacrificio in passato, come le linee ferroviarie definite 'minori', con danno ulteriore, un tema, questo, non eludibile da chi ne ha la responsabilità. Si tratta di luoghi che soffrono di una marginalizzazione che mette a rischio il futuro di tante parti d'Italia e già oggi incide negativamente sui diritti di cittadinanza dei suoi abitanti. La Repubblica non può abbandonare territori e popolazioni così essenziali alla propria integrità e identità. Parliamo di spazi che occupano il 60% del suolo italiano, dove vivono complessivamente 13 milioni di nostri concittadini. Luoghi che sono ragione della cultura e del fascino attrattivo dell'Italia. Luoghi dove si gioca, per altro, la sicurezza dei territori della pianura",
Il presidente dell'
Uncem Marco Bussone ha ringraziato il Capo di Stato,
Sergio Mattarella, "Per la forza, la lungimiranza, per aver fatto riferimento alle aree interne e montane, alle disuguaglianze, ai giovani, alle potenzialità, alle debolezze da risolvere. Con speranza e rispetto, nel dialogo e nella collaborazione, nella solidarietà".