Bolzano - Con “Questo non è amore", elaborata dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne e distribuita questa mattina in Piazza Walther a tutti coloro che hanno visitato il gazebo allestito dalla Questura di Bolzano, si vuole offrire alla cittadinanza un servizio di informazione, sensibilizzazione ed aiuto sui temi del contrasto alla violenza di genere, finalizzato alla emersione del “sommerso” e con l’obiettivo di aiutare le donne a difendersi da violenze fisiche, psicologiche, verbali ed economiche.
Con questo progetto la Polizia di Stato rinnova il proprio impegno a sensibilizzare, in modo semplice e lineare, le vittime di violenza, nella convinzione che la lettura delle storie raccontate nella brochure, tutte tristemente vere, rappresenti uno stimolo a chiedere aiuto e a denunciare.
Assai numerose, infatti, sono le donne vittime di reati di genere che quotidianamente si recano nei Uffici di Polizia per denunciare le violenze subìte, in moltissimi casi all’interno delle mura domestiche.
Sul fronte della prevenzione continua ad essere l’Ammonimento del Questore il provvedimento più efficace. Si trata di una misura di prevenzione che puo’ essere adottata dal Questore su istanza della vittima, per stalking o revenge porn. Consente di intervenire in maniera rapida per interrompere le condotte e il ciclo della violenza. Mira a interrompere le condotte dell’autore anche in assenza di un procedimento penale. Consiste nell’intimazione all’autore ad astenersi dal commettere ulteriori atti di molestia, minaccia, violenza o intrusione nella vita altrui. Nei casi di violenza domestica può essere adottato d’iniziativa del Questore anche senza istanza della vittima. Quando viene segnalato, un episodio di percosse, lesioni, violenza privata, minaccia grave, atti persecutori, revenge porn, violazione di domicilio o danneggiamento, che sia commesso nell’ambito di violenza domestica (ovvero violenza tra due persone legate da relazione affettiva).
L’istanza da parte della vittima o la segnalazione da parte di terze persone, possono essere presentate in qualunque ufficio della Polizia di Stato o dell’Arma dei Carabinieri.
Un importante e ben strutturato percorso di recupero predisposto per gli uomini maltrattanti, per coloro che agiscono violenza senza ancora sfociare in un reato più grave che richiede un intervento di Polizia Giudiziaria, è rappresentato dal “Protocollo0 Zeus”: esso indica un percorso utile per assumere la consapevolezza del disvalore insito nei comportamenti violenti e prevaricatori, una strada efficace per gestire la rabbia sfociata in atti persecutori. La Questura di Bolzano ne ha sottoscritti ben 2, uno con la Caritas e l’altro con il CIPM Triveneto (Centro Italiano Per la Mediazione).
La Polizia di Stato rappresenta, in questo senso, uno snodo fondamentale di una rete composta da Istituzioni, Enti locali, Centri antiviolenza ed Associazioni di volontariato che si impegnano ogni giorno per affermare un’autentica parità di genere, contro stereotipi e pregiudizi.
In un periodo storico caratterizzato da emergenze che hanno segnato la storia di tutto il mondo, la Polizia di Stato ha adattato il suo approccio operativo attualizzandolo con nuovi strumenti tecnologici, come l’app YouPol, in grado di dare un supporto alle vittime ed ai testimoni di atti di violenza domestica per chiedere aiuto. Questa App tuttavia non sostituisce – per i casi gravi – la chiamata al Numero di Emergenza Unico Europeo 112, soprattutto in situazioni di pericolo imminente: 24 ore su 24 e per 365 giorni all’anno, questo numero è sempre attivo.
Spesso il primo passo è il più difficile: la paura di essere giudicate, la vergogna di raccontare dettagli della propria vita privata, il timore di rimanere sole. A volte però basta solo una spalla a cui appoggiarsi, qualcuno con cui parlare, una rete di sostegno indispensabile per iniziare un nuovo percorso di vita libero dalla violenza e dal dolore.
La campagna “QUESTO NON E’ AMORE” non si ferma oggi, ed #essercisempre rappresenta un impegno costante, una “campagna permanente”, poiché è fondamentale che l’azione di prevenzione e di informazione venga attuata in maniera costante.
Presso la Questura le vittime di queste tipologie di reati troveranno, oltre ad operatori con formazione specialistica, un ambiente accogliente. Qui, infatti, infatti grazie a Soroptimist Bolzano, è’ stata allestita una stanza dedicata all’ascolto protetto delle donne vittime di violenza, denominata “una stanza tutta per se’”, intitolata all’Ispettore Mario Morgavi, vittima del dovere che nel corso della sua carriera si è’ molto dedicato alla prevenzione ed al contrasto delle violenze di genere.