rientrerà presso la propria sede, lasciando completamente sguarnito di figure apicali un intero Reparto.
Questa è l’emergenza che noi denunciamo oggi: la Regione - che ha assunto la delega sul Comparto e la gestione del personale dal 1° gennaio 2018 - non ha finora affrontato in modo strutturale il problema, proponendo esclusivamente misure tampone che si stanno dimostrando inefficaci quanto controproducenti.
L’avevamo detto e siamo stati purtroppo facili profeti, con le assunzioni a tempo determinato o con i comandi a scadenza non si risolve ma si aggrava la situazione, in quanto grava sugli Uffici la lunga formazione dei nuovi colleghi spesso a digiuno di qualsiasi nozione delle procedure, che dovranno abbandonare poi gli uffici per scadenza del contratto di lavoro.
La soluzione è un piano assunzionale specifico di personale a tempo indeterminato. Avevamo indicato le possibili soluzioni, come ad esempio attingere alla graduatoria nazionale degli assistenti giudiziari - tuttora valida – senza alcun costo perché le procedure concorsuali sono già state svolte, come far transitare in terza area il personale che risulta idoneo al concorso nazionale svolto poco prima del passaggio di competenza per implementare le figure apicali che assumono responsabilità negli uffici, o procedere con il processo di riqualificazioni professionali già stabilito negli accordi nazionali e locali.
Di fronte al perseverare di un atteggiamento attendista se non sordo alle richieste, che evidentemente è conseguenza dei negoziati ancora in corso a livello nazionale con i Ministeri competenti per stabilire la partita di giro della delega, ovvero l’effettivo costo che lo Stato riconoscerà alla Regione per la presa in carico della gestione del personale e degli immobili, con gli uffici giudiziari allo stremo noi non possiamo che dire BASTA!
Le lavoratrici ed i lavoratori non sono più disponibili a sopportare questi carichi e queste condizioni di lavoro: sempre in meno negli Uffici, con procedure sempre nuove, in continua autoformazione oltre a dover fare contemporaneamente formazione ai nuovi e temporanei colleghi.
Oggi a Rovereto e lunedì a Trento manifestiamo per chiedere rispetto del lavoro e dei servizi che svolgono, per chiedere che si attuino immediatamente misure strutturali per implementare gli organici, che si facciano investimenti concreti sulla giustizia e in generale sull’Ente Regione, che con questa imponente operazione ha bisogno di una nuova dimensione organizzativa e politico – istituzionale.
E manifestiamo anche per dire che non è prioritario intervenire sull’orario di lavoro! Modificare come si pretende di fare gli attuali regimi di orario negli uffici giudiziari vuol dire sconvolgere ancor più il precario equilibrio negli uffici, dove in oltre venti anni si è consolidato un regime orario differenziato che consente – pur in presenza delle gravi carenze di personale – di assicurare un livello apprezzabile dei servizi, compreso il sabato, reperibilità, assistenza alle udienze e di conciliare i tempi di vita e i bisogni delle persone che lavorano, in primis donne.
Si intervenga piuttosto con urgenza sugli organici, si dia corso alle progressioni economiche previste dagli accordi, al rinnovo del contratto, ad un piano strutturale di formazione.