Trento - Calmierare gli aumenti che negli ultimi due anni hanno interessato i canoni di locazione degli alloggi sociali a canone sostenibile - dovuti anche all’adeguamento alla variazione dell’indice Istat - e definire una nuova procedura per accelerare e ottimizzare l’assegnazione degli alloggi Itea. Sono le proposte portate oggi all’attenzione del Comitato provinciale sulla condizione abitativa dall’assessore provinciale alle politiche per la casa. Gli interventi - è stato precisato - sono volti a tutelare le famiglie e le persone più esposte, garantendo condizioni di maggiore equità nell’accesso alla casa, soprattutto nelle aree ad alta tensione abitativa.
Presenti all’incontro, oltre all’assessore provinciale anche Walter Viola, dirigente generale Unità di missione strategica resilienza abitativa, sostenibilità e assegno unico, la dirigente del Servizio politiche della casa, Antonella Rovri, il presidente e il direttore di Itea, Sergio Anzelini e Roberto Ceccato, i rappresentanti sindacali, Walter Largher (UIL Trentino), Manuela Faggioni (Sunia Cgil), Michele Bezzi (Cisl Trentino), Andrea Rinaldi per la Cooperazione Trentina, Cristina Degasperi, dirigente del Comune di Trento.
Sul fronte dell’intervento sui canoni di affitto, l’intenzione dell’Amministrazione è quella di arrivare a ridurre gli aumenti che negli ultimi 2 anni hanno interessato le locazioni sociali, rendendo talvolta difficile agli inquilini ITEA sostenere la spesa dell’affitto progressivamente aumentata anche a causa degli aggiornamenti inflazionistici dei canoni di locazione.
Una misura transitoria, è stato precisato, in attesa della revisione del parametro ICEF utile al calcolo del canone d’affitto, rispetto al quale i tecnici provinciali stanno lavorando secondo cronoprogramma.
In merito alla revisione delle graduatorie ITEA, si punta ad una semplificazione strutturale, con l’obiettivo di rendere più efficace e trasparente l’intero processo di assegnazione.
In particolare, è stato spiegato spiegato, la volontà è quella di accelerare i tempi, ridurre le rinunce e rimettere in circolo più rapidamente gli alloggi disponibili – anche quelli meno attrattivi – grazie a un sistema più dinamico e digitale. È previsto infatti l’introduzione di un applicativo informatico, attraverso il quale sarà possibile presentare domanda due volte all’anno, indicando da uno a tre alloggi preferiti (e segnalando anche la disponibilità ad accettarne altri).
Sarà inoltre rafforzata la responsabilizzazione dei richiedenti, con penalizzazioni graduate in caso di rifiuto o mancata accettazione dell’alloggio selezionato e proposto.
Il meccanismo di assegnazione sarà più rapido, con proposte inviate tramite SMS o telefonata.
L’obiettivo – è stato sottolineato – è superare le lungaggini burocratiche che oggi rallentano le assegnazioni e generano aspettative disattese, assicurando una gestione più omogenea, trasparente e orientata al bisogno reale delle famiglie.
Il Comitato si è poi confrontato sul bando per il contributo alle locazioni in zone svantaggiate - per il quale è previsto un sostegno al pagamento del canone d’affitto per un periodo di tre anni in un centinaio di comuni che saranno individuati tramite una serie di criteri, tra cui quello della distanza dai centri abitati principali - e sul bando per l’abbattimento degli interessi sui mutui destinati al risanamento e miglioramento energetico degli alloggi.
Un aggiornamento è stato infine fornito sullo stato di avanzamento dei progetti di housing sociale Ri-Urb e Ri-Val, con particolare riferimento al recupero del patrimonio edilizio esistente nelle aree periferiche e montane del Trentino, e al loro ripopolamento.
Il presidente di Itea, Sergio Anzelini, ha infine fatto il punto sui principali investimenti in essere da parte della società, con particolare riferimento sugli interventi di manutenzione straordinaria per gli alloggi di risulta, ma anche presentando le iniziative di riqualificazione delle “torri” di Trento Sud e gli interventi in Viale dei Tigli. Si tratta - è stato precisato - di investimenti che nel 2025 movimenteranno circa 50 milioni di euro.
Cgil Itea: "La Giunta sterilizzi gli aumenti dei canoni sociali a partire da gennaio ‘25"
L’anno scorso erano stati quasi due milioni di euro di canoni aggiuntivi. Quest’anno le maggiori entrate legate alla mancata indicizzazione dell’Icef sui canoni Itea saranno in linea con il 2024. Tradotto vuol dire che da due anni gli inquilini Itea pagano di tasca propria affitti sociali più alti in conseguenza della scelta della giunta provinciale di non adeguare i canoni degli alloggi popolari all’incremento del costo della vita. E’ quanto è emerso oggi nell’ambito dell’attesa riunione del comitato provinciale sulla casa. “Senza un intervento della Giunta che sterilizzi l’aumento dei canoni dal 1° gennaio 2025, le famiglie più deboli, quelle che non possono permettersi un’abitazione nel mercato libero, pagheranno per il terzo anno consecutivo un canone più alto – ha rimarcato Manuela Faggioni Sella che per la Confederazione segue le politiche abitative -. Non solo questi inquilini non sono più ricchi, ma in molti casi hanno visto peggiorare la loro reale condizione economica. L’Icef però rileva il reddito nominale, non quello reale e dunque l’effetto degli aumenti contrattuali o semplicemente un aumento di lavoro possono produrre un aumento di reddito che non equivale ad una reale crescita della capacità di spesa. Sollecitiamo da due anni la Giunta su questo tema e da due anni la Giunta non ha messo mano all’adeguamento dell’Icef, di fatto continuando ad impoverire chi già oggi è in situazione di vulnerabilità economica”. Via Muredei, peraltro, non nasconde il proprio sconcerto per la mancata presentazione di dati puntuali . Fin dall’insediamento del tavolo abbiamo chiesto l’attivazione di un Osservatorio sulle condizioni abitative della provincia, per poter pianificare gli interventi in modo adeguato: a tutt’oggi non se ne vede l’ombra, così come del bilancio di Itea. E’ anche una questione di trasparenza”.
Per Cgil dall’incontro di oggi con l’assessore Marchiori e i vertici Itea non è venuta, nemmeno, nessuna concreta proposta per affrontare l’emergenza abitativa, sia per i nuclei in difficoltà economica sia per una fetta consistente di ceto medio che ormai, visti i rincari del mercato immobiliare privato, fa molta fatica a trovare un alloggio in linea con le proprie capacità di spesa. “E’ chiaro che non sarà il bando contro lo spopolamento dei territori periferici a dare risposte ai cittadini. Abbiamo nuovamente sollecitato un intervento fiscale di disincentivo al mantenimento di alloggi sfitti, alla limitazione degli affitti turistici e alla creazione di un Fondo per la morosità incolpevole.
L’incontro di oggi è stata l’occasione per un aggiornamento sulle graduatorie, bloccate da un anno. L’assessore ha presentato il progetto di un nuovo sistema di graduatorie, che però partirà in autunno ed entrerà a regime nel 2026. “E’ indispensabile convocare entro un mese un nuovo incontro per discutere fin da subito della revisione della legge provinciale sull’edilizia popolare e del regolamento Itea . Non possiamo permetterci altri ritardi , mentre le famiglie attendono di fare domanda per una casa popolare”.
La Cgil ha messo sul tavolo del confronto con l’assessore Marchiori anche l’urgenza di affrontare il bisogno abitativo sul mercato privato. “L’aumento dei costi di abitazioni e affitti rendono impossibile per molti lavoratori e lavoratrici , trovare una casa sul mercato privato, soprattutto nelle località a forte vocazione turistica dove gli affitti brevi hanno letteralmente drogato il mercato. L’emergenza è sotto gli occhi di tutti, l’Esecutivo la smetta di temporeggiare e di occuparsi di questioni che sono lontane anni luce dalla vita quotidiana delle cittadine e dei cittadini”.