Flero (Brescia) – È sceso del 10% nel 2024 l’export italiano di acciaio (prodotti della siderurgia, tubi e altri prodotti della prima trasformazione). Il valore è passato da 23,2 miliardi a 20,9 miliardi di euro. È quanto emerge dall’analisi dei Istat rielaborati dall’Ufficio Studi siderweb. Dopo due anni consecutivi di crescita seguiti al crollo del 2020 (-20% nel 2020, +51,7% nel 2021 e +23,8% nel 2022), le esportazioni in valore di acciaio hanno dunque continuato a scendere, anche a causa del progressivo calo delle quotazioni.
L’export è calato in misura maggiore rispetto all’import, che ha perso il -7,7% (20,93 miliardi di euro). L’Italia è quindi passata dall’essere Paese esportatore netto per 565,5 milioni di euro a importatore netto per 5,5 milioni. Guardando ai dati per provincia, si rileva che i primi 20 poli siderurgici nazionali hanno esportato acciaio per 17,4 miliardi di euro, con una quota di mercato dell’83% e una diminuzione leggermente superiore al totale nazionale (-10,3%). La top 10 ha fatto registrare un andamento lievemente migliore: -9,2% con una quota del 64,3%. Si conferma la predominanza delle province lombarde.
Variazioni negative significativamente più alte della media sono state registrate dai poli di Genova (-28,3%), che ha perso una posizione; Verona (-25%), stabile all’11esimo posto; Ravenna (-22,7%), rimasta al 12esimo posto.
La top 3 è rimasta invariata rispetto al 2023: al primo posto c’è ancora la provincia di Brescia, seguita da Udine e Mantova. Brescia ha venduto fuori dall’Italia acciaio per 1,88 miliardi di euro, con un calo del 16% rispetto al 2023 e una quota di mercato è del 9%.
Le cinque principali destinazioni delle esportazioni bresciane sono Germania (419,8 milioni di euro), Francia (258 milioni), Svizzera (165,1 milioni), Spagna (95,7 milioni) e Polonia (89,6 milioni).
Al secondo posto c’è Udine, con un controvalore di 1,85 miliardi di euro e una quota di mercato dell’8,9%. Dato che la provincia friulana ha ridotto le vendite in misura minore rispetto a Brescia, la distanza tra le due aree è passata da 134,4 milioni di euro nel 2023 a 29,3 milioni l’anno scorso. I cinque Paesi che hanno acquistato più prodotti siderurgici da Udine sono stati Germania (287,9 milioni di euro), Cechia (198,4 milioni), Austria (170,0 milioni), Polonia (149,0 milioni) e Ungheria (111,7 milioni). Questi Paesi, sommati, coprono una quota di mercato del 49,4%.
La provincia di Mantova, infine, ha esportato prodotti siderurgici per un valore di 1,62 miliardi di euro, con una diminuzione del 5,1% rispetto al 2023. La quota di mercato è salita al 7,7%. I cinque Stati che hanno comprato più acciaio da Mantova sono Germania (442,6 milioni di euro), Francia (132,9 milioni), Spagna (114,3 milioni), Austria (113,4 milioni) e Polonia (100,1 milioni), che hanno coperto una quota di mercato sull’export mantovano del 56,3%.
Quanto a Taranto (sede di Acciaierie d’Italia), la provincia è scesa dal 20esimo al 37esimo posto. Il suo export in valore è passato dai 362 milioni di euro del 2022, ai 281 milioni del 2023, ai 70,3 milioni di euro del 2024 (-75%), con una quota di mercato dello 0,3%.
Terni (sede di Arvedi Ast) ha guadagnato una posizione, salendo alla nona con un export di 943 milioni di euro (+5,1%).
Livorno (dove a Piombino opera JSW Steel Italy) è rimasta fuori dalla top 20. Dopo un calo dell’export del 60,6% fatto registrare nel 2023 rispetto all’anno prima, nel 2024 si è fermata a 197,84 milioni di euro (-9,4%), con una quota di mercato dello 0,9%. Si trova in 23esima posizione.