Trento - I sindacati confermano che sono le donne, insieme ai giovani, a pagare il prezzo più alto della recessione economica in atto. “Proponiamo di innalzare la deduzione del reddito da lavoro femminile ai fini Icef. La sfida per il Trentino del nuovo assegno unico universale statale. Sono le donne, insieme ai giovani, quelle che rischiano di pagare il prezzo più alto di questa situazione di crisi economica".
I sindacati trentini chiedono un intervento forte da parte della Provincia. “Se si vuole davvero sostenere le famiglie e la natalità - spiegano i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino - bisogna investire sul lavoro delle donne. La componente femminile dei nuclei familiari trentini ha spesso lavori precari e sempre di più il lavoro a part time non è una scelta. Anche per questo bisogna che anche la Provincia faccia la propria parte per incentivare l’occupazione femminile. Lo Stato ha reso strutturale il taglio del cuneo fiscale, a livello provinciale bisogna agire sull’Icef.
Sono i dati più recenti a spingere i sindacati a chiedere un intervento urgente all’assessora Segnana e alla Giunta Fugatti. Basti pensare che nei primi nove mesi di quest’anno, Agenzia del Lavoro certifica che le assunzioni delle donne sono calate di ben 7.400 unità, con una riduzione del 12,9%, due punti percentuali in più della componente maschile del mercato del lavoro. Sempre secondo Agenzia del Lavoro, le donne già da diversi anni accedono sempre di più a posti di lavoro a tempo determinato e parziale con una crescita di quelli di tipo involontario. Dal 2016 al 2018 le donne con contratti a termine sono passate dal 18,7% delle occupate al 24,5%, mentre i part time involontari sono saliti dal 15,8 al 17,8%.