Breno (Brescia) - È stato presentato nella sede della Comunità Montana di Valle Camonica, il progetto "La Filiera della Gelsibachicoltura": proposta di recupero di un patrimonio ambientale e artigianale sul territorio della Valle Camonica, promosso da Fondazione Scuola Cattolica di Valle Camonica, finanziato da Fondazione della Comunità Bresciana Onlus a valere sul Bando Patrimonio 2023 e sostenuto da Comunità Montana, con il coinvolgimento di diversi soggetti autorevoli tra cui APAV (Associazione Produttori Agricoli Vallecamonica) e C.R.E.A. (Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente) con sede a Padova. Sono intervenuti alla presentazione Gian Battista Sangalli, direttore del Servizio Gestione del Territorio Comunità Montana di Valle Camonica, Massimo Ghetti, presidente Fondazione Scuola Cattolica di Valle Camonica, Stefano Plona, coordinatore APAV Associazione Produttori Agricoli Vallecamonica, Piergiuseppe Caldana, consigliere della Commissione Patrimonio della Fondazione Comunità Bresciana Onlus.
Obiettivi generali di questa progettualità, partita da Fondazione Scuola Cattolica di Valle Camonica che gestisce il Cfp P. Marcolini con sede a Capo di Ponte e Breno, sono il recupero, la promozione, la valorizzazione, la diffusione del patrimonio storico, culturale, ambientale e artigianale della gelsibachicoltura e lo sviluppo dell’attività agricola legata alla coltivazione di piante di gelso e all’allevamento dei bachi da seta, tra le nuove generazioni, tra gli operatori del settore, all’interno della comunità locale della Valle Camonica.
"Una tradizione, quella della gelsibachicoltura, che ha avuto un ruolo importante nella storia e per l’economia agricola del nostro territorio e che può rappresentare un patrimonio artigianale di notevole interesse. La coltivazione del gelso e l’allevamento del baco da seta, erano infatti tradizionalmente diffusi in Valle", hanno sottolineato i promotori.
Attualmente si ritrovano ancora alcuni esemplari di gelso, ma tra le nuove generazioni non si ha più ricordo di questa attività. Nata nei mesi scorsi con una prima sperimentazione “pilota” che ha visto gli studenti dei corsi allevamento, agricolo e sartoria del Cfp P.