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Giornata del cantoniere: racconti da Valle Camonica e Garda

Nominata la prima donna sorvegliante

Brescia - Giornata del cantoniere con testimonianze e la nomina della prima donna sorvegliante.

Alla presenza di numerose autorità, si è svolta nell’auditorium di Santa Giulia la Giornata del Cantoniere, momento dedicato ai cantonieri della Provincia di Brescia e al loro straordinario impegno nel presidio e nella manutenzione della rete viaria provinciale.

L’iniziativa è stata voluta dalla presidenza e dal Comitato Unico di Garanzia della Provincia di Brescia per un tributo di gratitudine e di divulgazione pubblica della faticosa e silenziosa attività che i cantonieri svolgono ogni giorno.

Sono 42 i cantonieri in servizio sui circa 2.000 chilometri di strade del territorio bresciano di competenza della Provincia, suddivisi in 15 squadre, pronti a intervenire in qualsiasi momento del giorno e della notte, in qualsiasi circostanza, nell’ordinarietà della manutenzione, così come nella verifica dei lavori di cantiere, nella valutazione dei rischi per la viabilità, nella collaborazione costante con le amministrazioni comunali e con le forze di Polizia e nelle situazioni di emergenza per incidenti o calamità, frane, smottamenti, esondazioni. Del corpo bresciano, il primo in Italia a garantire la reperibilità 24 ore su 24, fanno parte anche 3 donne.

Tra loro anche Enrica Chiarini, operativa nella zona del Garda che oggi è stata nominata sorvegliante. In servizio da 28 anni, è la prima donna a ricoprire questo ruolo nella provincia di Brescia

Nella cerimonia nell’Auditorium di Santa Giulia si è reso omaggio, dunque, ai cantonieri in servizio e a quelli che, ormai in pensione, una sessantina in tutto, conservano un bagaglio di ricordi e aneddoti legato al loro impegno sulle strade della Provincia. È stata, poi, proposta la lettura di alcune testimonianze, raccolte con un meticoloso lavoro, anche di selezione fotografica, del Cug e del Settore Strade della Provincia, mettendo in evidenza lo scorrere del tempo che ha visto un’evoluzione delle attrezzature e del modo di intervenire, svelando una professione, che richiede fatica, sacrificio e prontezza decisionale, spesso tramandata di padre in figlio. E se non sono i legami familiari a perpetrare la professione, sono gli “anziani del mestiere” a formare i nuovi cantonieri.

Quella del cantoniere è una figura irrinunciabile per l’opera essenziale e produttiva profusa quotidianamente dalla sua istituzione, nel 1824, durante il Regno di Sardegna.

Quando le Province, nel 1934, novant’anni fa, assumevano competenze amministrative in materia di viabilità, anche la Provincia di Brescia si è dotata di un proprio Corpo dei cantonieri, che oggi conta 42 operatori in servizio. Quella dei cantonieri è, dunque, una storia che ha visto nascere, cambiare e diventare sempre più capillare la rete stradale che, negli anni Venti del secolo scorso cominciò ad essere ricoperta di catrame e bitume, innescando, attraverso la crescente tecnologia, anche i cambiamenti nel lavoro quotidiano delle sentinelle delle nostre strade. Il ruolo dei cantonieri resta però, ancor oggi, fondamentale, a garanzia della continuità e della sicurezza dei collegamenti stradali, anche nelle zone più impervie e remote.

Anche per questo è stato dedicato il calendario 2025 della Provincia di Brescia ai nostri cantonieri, ritratti nel vivo della loro opera sulle strade. Una fotografia per ognuno dei 12 mesi, corredata dalla testimonianza di un cantoniere.

GIORNATA DEL CANTONIERE - LE TESTIMONIANZE

"Ho gestito, da sempre, con i miei colleghi la Sp669 del Passo del Crocedomini. I miei ricordi sono legati alla pulizia della strada, che tenevamo sempre in ordine, e alla gestione del pericolo dovuto alle valanghe. A questo proposito, ricordo un anno in cui ho aperto e chiuso la Strada del Gaver tantissime volte per il pericolo di valanghe e per tale motivo c’è stata molta tensione con i cittadini e con gli amministratori locali, con i quali dovevamo continuamente rapportarci.
(BRUNO ARRIGHINI)

"In una serata primaverile dell’anno 1988 o 1989, non ricordo con precisione, pioveva fortissimo, anzi diluviava, ed è caduta una frana a Niardo.
Prontamente sono partito per un giro di ispezione per verificare la situazione sulla Sp6 Cedegolo CevoSaviore dell’Adamello e sulla Sp84 Berzo Demo - Cevo.
Sono salito da solo in località Fresine ho avuto davvero paura: da quel momento ho giurato di operare sempre con qualche altro collega: “l’unione fa la forza!”.
Ho gestito la zona del Gavia dal 1999 al 2010 (ora è di Anas): un vero spettacolo della natura!
Mentre noi cantonieri curavamo le nostre strade si vedevano volpi, cervi, stambecchi.
Uno dei ricordi più divertenti riguarda quanto avveniva a inizio stagione: si doveva riaprire la strada con l’impresa e noi volevamo sempre arrivare al rifugio Bonetta prima della squadra di Sondrio, in pratica facevamo una gara e noi della Provincia di Brescia eravamo sempre i primi. I cantonieri ed i sorveglianti non stanno mai fermi. Siamo sempre fuori, sulle nostre strade, giorno e notte.
(GIANCOSTANZO MATTI)

"Sono stato cantoniere dal 1973 prima in Valtenesi e poi in Valvestino. Ho svolto 35 anni di onorato servizio in Provincia. Mio papà faceva lo stesso lavoro, io l’ho sostituito. Ricordo con gioia le merende insieme agli altri cantonieri, servivano a fare squadra.
Inizialmente avevo il telefono fisso e si rendicontavano le ricevute degli scatti portandole una volta a settimana alla segreteria dei lavori pubblici, poi sono arrivate le radioline e poi i cellulari. Per pulire le strade dalla neve all’inizio mettevamo la slitta dietro al camion, la lama davanti è arrivata molto tempo dopo.
Nel mio lavoro bisogna sapere ascoltare, avere tanta pazienza. Bisogna saper stringere relazioni con tutti, con le forze dell’ordine, con i cittadini e con gli amministratori.
Ho assistito anche ad eventi mediatici, come la chiusura della strada della Forra sulla Sp 38 Tremosine sul Garda - Tignale per le riprese del film 007. Ho sempre lavorato con tanta passione e dedizione, facendo il possibile per arrangiarmi. Quante denunce evitate grazie all’attenzione di noi cantonieri!"
(VLADIMIRO SCALVINI)

"Ho due aneddoti da raccontare riguardo al mio lavoro sulle strade del Garda e di Montichiari.
Il primo è questo: durante un sopralluogo, sulla strada ho trovato un utente che aveva fatto senza saperlo dei lavori in fascia di rispetto stradale. Si è sentito in colpa. Mi sono posto il problema di applicare il detto di San Tommaso:
“il troppo zelo è dannoso come il cieco che corre, non sa di poter fare male a sé e agli altri”.
Ho deciso così di aiutare l’utente a risistemare la strada, evitandogli la denuncia
Il secondo aneddoto invece è successo in occasione della Santa Messa che si organizzava per i cantonieri. Un caporeparto si stava attardando al telefono perché era la settimana in cui era reperibile. I colleghi lo aspettavano per iniziare, così poco dopo l’Assessore di quel tempo con l’indice perentoriamente puntato gli intimò di entrare in chiesa e di accomodarsi nelle prime file. E’ stato lì che ho capito che va bene avere cura delle strade ma non bisogna dimenticare che fa bene la cura delle anime. Il bello del mio lavoro è la responsabilità che comporta e il percepire che questa responsabilità devo essere in grado di trasmetterla ai colleghi, anche a quelli più giovani.
Cerco di svolgere il mio lavoro con dignità come dovrebbe fare ogni funzionario pubblico e anche con onore anche perché noi siamo stati la prima Provincia ad avere la reperibilità 24 ore su 24.
(MARIO ZARU)

"Mio nonno, mio papà, io e ora mio figlio: quattro generazioni che hanno lavorato in Provincia, gestendo e curando le strade provinciali della Media Valle Camonica: infatti mio nonno, proprio appena prima della pensione, ha collaborato con un architetto della provincia; questo architetto ha poi lavorato anni con mio padre ed anche io sono riuscito a conoscerlo!
Ho cominciato nel 1980, noi cantonieri non avevamo attrezzature: ognuno aveva il suo pezzetto di strada che puliva, curava e teneva in ordine. Quando nevicava andavamo alla cabina telefonica a chiamare l’impresa.
D’inverno il sale si buttava a mano e quando è arrivato il primo camioncino non avevamo sabbiatrici e continuavamo a buttare ancora noi il sale a mano . D’estate si sfalciava con la falce perché non avevamo decespugliatori".
(MARIO TABONI)

"Mi occupavo con la mia squadra della gestione e sorveglianza delle strade provinciali della zona del Lago Iseo e della Franciacorta.
Per nove anni ho fatto il cantoniere (dal 2001 al 2010) e poi sorvegliante (dal 2010 al 2020).
Ricordo un contrattempo a una settimana dall’inaugurazione del Floating Piers alla galleria Covelo: si era formata una buca molto grande e, non riuscendo a ripararla con i nostri mezzi, abbiamo chiamato l’impresa e chiuso la strada. Dopo 25 ore di lavoro ininterrotto è stata riaperta, ma abbiamo saputo gestire la tensione che c'era in quel momento. Anche durante il periodo in cui era aperto e visitabile il Floating Piers al minimo problema mi chiamavano: ero il punto di riferimento.
Abbiamo brevettato una sistemazione provvisoria dei giunti che anche Anas ha poi usato
Nel nostro lavoro è impagabile l’amicizia che si instaura mentre si lavora con i colleghi e il rapporto di stima e rispetto con le persone e con le istituzioni che operano sul territorio: in particolare con carabinieri, polizia e sindaci".
(FELICE MINELLI)
Ultimo aggiornamento: 12/11/2024 23:50:56
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