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I dati del Rapporto Ersaf sulle foreste lombarde

Presentato in Commissione Agricoltura

Borno (Brescia) - La superficie boschiva in Lombardia è cresciuta del 45% in cento anni e ora copre circa 618 mila ettari, corrispondenti al 26% dell’intero territorio regionale. Il Rapporto sullo stato delle foreste in Lombardia, presentato in Commissione Agricoltura, presieduta da Floriano Massardi, rileva tendenze, criticità e grandi opportunità di un settore -ha scritto nell’introduzione del Rapporto l’assessore regionale all’agricoltura Alessandro Beduschi- “che presenta uno scenario radicalmente cambiato rispetto a un secolo fa. Allora l’agricoltura montana avanzava a scapito dei boschi, ma questi successivamente hanno conquistato spazi sempre più ampi. Non è perciò possibile parlare oggi di deforestazione. Piuttosto occorre essere capaci di cogliere le opportunità offerte da tale sovrabbondanza, come del resto si sta facendo in Lombardia”.

“Il nostro impegno - ha detto Fabio Losio (nella foto), Presidente di Ersaf, l’ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste, - si colloca proprio a questo livello. Gestiamo infatti 16.500 ettari di boschi di proprietà regionale e ci occupiamo degli oltre 618.000 ettari boschivi di tutta la Lombardia. Assicuriamo perciò un contributo essenziale per la gestione del nostro meraviglioso patrimonio forestale, che i dati pubblicati confermano essere in buona salute. Importante e decisiva resta la collaborazione con i Consorzi forestali e le imprese boschive: enti fondamentali per il corretto mantenimento di boschi e foreste”.

“Il patrimonio forestale - ha detto Massardi - rappresenta un insieme di risorse fondamentali per il futuro del nostro territorio e della nostra gente. Per questo motivo occorre assicurare un’attenzione continua e costante verso cura, manutenzione e sviluppo, proseguendo l’opera documentata oggi da Ersaf che anzi deve essere valorizzata sempre di più”.

Il Rapporto, curato da Ersaf insieme a Regione Lombardia, sottolinea la presenza sul territorio, oltre a Ersaf, dei 28 consorzi forestali, delle imprese di servizi boschivi (aumentate del 70% negli ultimi dieci anni e con 1600 addetti), del sistema degli enti pubblici e infine delle Associazioni fondiarie (Asfo), che favoriscono una gestione unitaria delle proprietà private, troppo spesso di piccole dimensioni e prive di manutenzione. Da notare che in Lombardia il 21,6% delle foreste è inserito nella rete Natura 2000, col fine di tutelare gli habitat più sensibili.

I boschi sorgono prevalentemente nelle aree montane (81%), mentre il 12% si trova in collina e il 7% in pianura. La ricchezza di legname è enorme: ha raggiunto i 145 milioni di metri cubi e aumenta ogni anno di 3 milioni di metri cubi. L’intera massa svolge funzioni ambientali importantissime, per esempio permette di trattenere 103,4 milioni di tonnellate di CO2. Regolazione climatica, filtraggio delle acque, miglioramento della qualità dell’aria e supporto a turismo e benessere: i boschi rappresentino una risorsa imprescindibile, anche economica. Il volume delle attività selvicolturali oscilla intorno al 20% della produzione biologica della foresta. Si tratta, precisa il Rapporto, di circa 700 mila mc. in prevalenza utilizzati ad uso energetico (legna da ardere etc.).
Esiste però un patrimonio di due milioni e mezzo di mc., che potrebbe essere prelevato senza incappare in alcun rischio di deforestazione, favorendo occupazione ed esportazione.

"Dai tempi del regio decreto del 1924, in cui la principale minaccia per il bosco era rappresentata dallo sfruttamento sostenuto, oggi la situazione è diametralmente opposta e caratterizzata dalla mancanza di gestione e manutenzione. L’abbandono delle attività agricole e pastorali ha fatto sì che il bosco si riprendesse ampie porzioni di territorio, portando la superficie forestale da 427.654 ettari ai tempi del Regio decreto a 618.403 ettari nel 2023, con un incremento del 44,6% in Lombardia, contro il 73% a livello nazionale" – afferma Carlo Bravo, Consigliere regionale di Fratelli d'Italia, vicepresidente dell’VIII Commissione Agricoltura di regione Lombardia.

"Sono dati importanti che testimoniano come non si possa più parlare di deforestazione in Lombardia. Certo è che l'allontanamento dell'uomo, ha reso l’ecosistema bosco più vulnerabile, sia nei confronti dei fenomeni erosivi che di malattie" - nel rapporto emergono infatti criticità come l’aumento delle superfici colpite da infestazioni, in particolare quella da Bostrico, che ha colpito con incrementi rilevanti soprattutto le comunità montane di Valle Camonica (+80% rispetto al 2022) e Alta Valtellina (+72% rispetto al 2022), ma anche le comunità montane della Val Trompia e del Sebino Bresciano. Le superfici infestate sono aumentate in totale del 62,4%, raggiungendo i 3.439 ettari. Oltre al Bostrico, si sono intensificati i monitoraggi anche per la presenza di altri organismi nocivi, come il fungo Bretziella fagacearum, responsabile del deperimento delle querce. "Apprendo con piacere le parole del Presidente di ERSAF, Fabio Losio, relativamente ad un possibile miglioramento dell’emergenza fitosanitaria che, in base ai dati disponibili fanno presagire un miglioramento della situazione negli anni a venire, essendo stato raggiunto il picco della malattia”.

"Questo deve farci riflettere sulle azioni da attuare - evidenzia Bravo - l'uomo deve tornare ad essere custode attivo del bosco, anche per far fronte al dissesto idrogeologico che imperversa sui territori delle nostre valli. È fondamentale tornare a valorizzare il contributo di chi vive quotidianamente le nostre montagne, con regolamenti che consentano l'attività di gestione e manutenzione operata dal libero cittadino sui propri possedimenti, invece che escluderla o vietarla come avviene in molti casi. Ne gioverebbero la salute dei nostri boschi e il decoro delle nostre montagne. È inoltre fondamentale incentivare l'utilizzo di questa risorsa rinnovabile, rappresentata ad oggi da 145 milioni di metri cubi di legname, per favorire l'occupazione, creare economia ed invertire la rotta in tante zone interne soggette a spopolamento. Dal report si legge che negli ultimi anni è aumentato il numero delle imprese boschive iscritte all’Albo regionale, (325 nel 2024, + 70% rispetto al 2009), che contano oltre 1.600 addetti. Un buon segnale, frutto anche del lavoro di questi primi anni da parte dell'Assessore Beduschi, cui si aggiunge l’avvio del primo centro regionale di formazione regionale per gli operatori forestali che avrà sede a Borno (BS) in Val Camonica.

Conclude infine Bravo: "Tutte queste azioni fanno anche bene all'ambiente, perchè funzionali al mantenimento della biodiversità del bosco, che garantisce servizi ecosistemici fondamentali come la regolazione climatica, il filtraggio delle acque, il miglioramento della qualità dell’aria, nonchè il supporto al turismo, al benessere e allo sviluppo economico".
Ultimo aggiornamento: 26/02/2025 22:51:28
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