Vilminore di Scalve (Bergamo) - Grandi dighe in Lombardia: siamo al sicuro a 100 anni dalla tragedia del Gleno? Oggi si celebra il centenario del disastro del Gleno, con una serie di cerimonie per l'intera giornata , il rintocco delle campane a Corna di Darfo Boario e a Vilminore di Scalve alle 7:15, l'ora in cui è avvenuta la tragedia.
DISASTRO DEL GLENO - Il 1° dicembre è una data funesta per le popolazioni della Val di Scalve e della Bassa Valle Camonica. Il primo dicembre di un secolo fa, nel 1923, la muraglia alta cinquantadue metri della diga del Gleno, in alta Val di Scalve (Bergamo), appena completata, collassò nella notte, riversando sei milioni di metri cubi d’acqua sugli abitati sottostanti, da Dezzo a Boario Terme e da lì al lago d’Iseo. Si contarono 356 vittime, ma molti furono i dispersi.
Purtroppo, non fu l’unico del suo genere. Nel XX Secolo quasi tremila persone hanno perso la vita nel Nord Italia per disastri collegati ai grandi invasi artificiali: oltre all’evento più drammatico, quello del Vajont (1917 vittime), ricordiamo quello di Molare (Valle dell’Orba, 1935, 111 vittime) e quello della Val di Stava (Stava, TN, 1985, 268 vittime).
LA SITUAZIONE - Di certo in Lombardia il ‘rischio dighe’ è un grande tema di sicurezza, per la combinazione potenzialmente esplosiva tra elevata densità di popolazione e numero di grandi manufatti di sbarramento: tra questi, ben settantasette sono classificati come ‘grandi dighe’, numero che fa della Lombardia la prima regione italiana quanto a numero di queste imponenti strutture, ed anche la prima regione quanto a volume di invaso E metri cub mc d’acqua.
Al volume di acque invasabili concorre anche quello dei grandi laghi regolati (Maggiore, Como, Iseo, Idro e Garda), il cui livello è presidiato da dighe posizionate sugli emissari per modulano il rilascio o l’accumulo, all’interno di questi stessi laghi naturali, di un volume pari complessivamente a circa 1,2 miliardi di mc.