Trento - Non si arresta la perdita di posti di lavoro nel settore industriale in
Trentino. Anche a settembre di quest’anno le assunzioni nella manifattura si sono contratte di ben il 9,1% rispetto allo stesso mese del 2023. A lanciare l’allarme sono i rappresentanti di
Cgil Cisl Uil del
Trentino in Agenzia del Lavoro,
Andrea Grosselli,
Lorenzo Pomini e Walter Largher che reclamano interventi immediati da parte della Provincia.
“Nei primi nove mesi di quest’anno - ricordano i tre sindacalisti -
sono ben 790 i posti di lavoro in meno creati dell’industria in senso stretto per un calo di assunzioni pari a -8,4%. A questi si somma il calo registrato già nel corso del 2023. A settembre di dodici mesi fa infatti la contrazione era stata pari ad altre 1.365 assunzioni per un -12,7% rispetto al periodo gennaio-settembre 2022. Negli ultimi 25 mesi solo due volte si è registrata una seppur timida inversione di tendenza con una parziale e purtroppo sporadica ripresa di assunzioni con segno positivo sul mese precedente. Per il resto è sempre stata una continua discesa”.
Di fronte a questi segnali di frenata della manifattura non consolano i dati complessivi che vedono una tenuta complessiva delle assunzioni fino a settembre di quest’anno. Infatti il calo del secondario (-983 assunzioni, con una riduzione del 6,1%) è stato parzialmente compensato dalle assunzioni nell’agricoltura (+633 per un aumento del 2,4%) e negli esercizi pubblici (+596 con un incremento dell’1,6%).
Anche nel terziario però calano i settori più avanzati legati alla manifattura in particolare i servizi alle imprese che registrano una flessione delle assunzioni pari a -6,1% nei primi nove mesi dell’anno.
“Ormai da diversi mesi - ribadiscono Grosselli, Pomini e Largher - i segnali sono incontrovertibili. La manifattura sta rallentando vistosamente complice l’incertezza sui mercati globali e la recessione tedesca cui oggi si aggiungono l'aggressività dell’export cinese nei settori tecnologici e l’incognita dazi dopo l’elezione di Trump. La riduzione dei posti di lavoro nell’industria è allarmante perché così peggiora anche la qualità generale dell’occupazione e si aggrava l’emergenza salariale: nella manifattura infatti i posti di lavoro non sono stagionali e le retribuzioni sono in media più alte degli altri settori privati”.
Ed in effetti l’ultima nota mensile di Agenzia del Lavoro conferma il deterioramento della qualità delle assunzioni in atto da diversi mesi. Crollano infatti i contratti di apprendistato (-11,4% fino a settembre), calano le assunzioni a tempo indeterminato (-4,4%) e le stabilizzazioni (-4,5%) mentre prosegue il boom dei contratti a chiamata (+5,4%) che non garantiscono alcuna stabilità lavorativa.
“Ci chiediamo - concludono i rappresentanti di Cgil Cisl Uil del Trentino - quando l’assessore al lavoro Spinelli si accorgerà di questi numeri e interverrà per frenare l’emorragia occupazionale nell’industria. Da mesi chiediamo che la Provincia condivida ed attui un piano di rafforzamento della manifattura, invece di occuparsi solo dei bilanci già ricchi degli albergatori e temiamo che quando l’assessore si sveglierà dal suo torpore, sarà troppo tardi”.