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L'escursione consigliata: la Val Grande e il Gavia

Vezza d'Oglio - L'escursione consigliata è oggi in Val Grande. A nord di Vezza d'Oglio s'estende per ben dieci chilometri la Val Grande, la maggiore vallata del sottogruppo del Serottini e certamente una delle più affascinanti da visitare di tutta la Valle Camonica. Oltre all'incantevole paesaggio, che in autunno si veste di colori indimenticabili, la valle è divenuta famosa come una delle più ricche di fauna alpina tra quelle del Parco Nazionale dello Stelvio. L’Alta Via Camuna, o sentiero n. 2, ne costituisce la spina dorsale: si snoda da Vezza d’Oglio sino al Passo di Pietra Rossa, per scendere poi al Gavia e al Tonale. Nel primo tratto, qui descritto, si potrà scoprire gran parte degli affascinanti aspetti naturalistici della vallata del Parco.

IL PERCORSO 267589B4E6DC612EA3DE356CE2841C4C_1060_460

Da Vezza d'Oglio si sale in auto alla soleggiata frazione di Tu (1.200 metri) dove ancora si trovano antiche case dalle suggestive facciate e balconi in legno. Da qui si continua a piedi con una comoda e piacevole stradicciola che entra, tra prati dalle colorite fioriture e fitti boschi, nel primo tratto della lunga valle. Proseguendo verso nord si raggiunge, in circa tre quarti d’ora, il Ponte dell’Acqua Calda (1.370 metri) entrando nella zona protetta dal Parco Nazionale dello Stelvio. Superato il ponte si continua fiancheggiando, con un tratto ora più ripido tra betulle e noccioli, il tumultuoso torrente.
Mantenendosi sulla comoda mulattiera di fondovalle, si passa accanto a un agriturismo e a numerose cascine ristrutturate, circondate da splendidi lariceti e pingui prati che in giugno e luglio si ricoprono delle spettacolari fioriture dei botton d’oro, dei crochi, delle primule, dei gerani selvatici, delle viole e di molti altri. Si prosegue in moderata salita alternata a tratti pianeggianti e superate numerose altre baite (e villette), si entra in un luminoso lariceto incontrando ben presto un ponticello che permette di riportarsi sull’opposta riva del torrente. Ancora pochi minuti ed ecco stendersi dinanzi un vasto pianoro, dall’aspetto in parte paludoso. Poco lontano, sulla destra si nota una piccola chiesa alpina, nota come “Cappella di Caret” (1726 metri). Inoltrandosi nel bel pianoro si tocca quindi la Malga Val Grande (1785 metri - tempo 2,15/2.30 ore), con una piccola area da picnic. Qui potrà considerare concluso l’itinerario chi non vorrà percorrere il rimanente tratto, ma dedicarsi all’esplorazione della zona alla ricerca degli animali selvatici. In estate cervi e caprioli brucano frequentemente nei cespuglieti sovrastanti, ma è però l’autunno ad offrire le maggiori possibilità di ammirarli quando si possono sentire gli impressionanti bramiti dei maschi in amore. Volendo proseguire si supera la malga e, sempre seguendo i segni del n.2 su una stradina, si continua a risalire la valle senza difficoltà. L’ambiente si fa gradualmente più severo e, scomparsi ormai anche i larici, sono i cespugli di ontano e del bellissimo rododendro a ravvivare il sassoso pascolo, habitat ideale delle marmotte. Oltrepassato di nuovo il torrente si raggiunge il Plaz de l’Asen (2.040 metri - tempo 2.45-3.15 ore) dove sorge un confortevole bivacco dedicato a Saverio Occhi, con una trentina di posti letto.

LA SEGNALETICA

La segnavia Cai bianco e rosso numero 2. Difficoltà: escursionistico, lungo ma non impegnativo. Dislivello: 840 metri. Periodo consigliato: da giugno a fine ottobre.

Ultimo aggiornamento: 28/08/2013 02:34:29
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