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Liceo del made in Italy, in Trentino debutterà nel 2025

Trento - La V Commissione permanente del Consiglio provinciale di Trento, presieduta da Christian Girardi, ha ospitato la vicepresidente Pat e assessore all’istruzione Francesca Gerosa, per l’illustrazione dello stato di avanzamento del progetto per l’introduzione anche in Trentino del Liceo del Made in Italy. La Giunta provinciale ha aperto questa prospettiva con la delibera 56 dello scorso 25 gennaio, che ha istituito un gruppo di lavoro per un confronto partecipativo, al fine di definire una caratterizzazione territoriale del nuovo percorso liceale, in vista di una presentazione in modo organico e completo all’edizione 2024 della fiera TrentinOrienta.
Gerosa è giunta assieme alla dirigente di Dipartimento Francesca Mussino e a Teresa Periti e Matilde Carollo, attuale ed ex coordinatrice del gruppo di lavoro. E’ stato diffuso e descritto un documento illustrativo che alleghiamo e ai commissari sono stati mostrati anche i quadri orari che correderanno il regolamento al voto in Giunta venerdì prossimo. Carte scoperte dunque attorno a questa nuova offerta formativa per i ragazzi trentini, un liceo con italiano, inglese, tedesco, matematica con elementi di statistica e informatica, scienze naturali, storia, filosofia, fisica, scienze umane (psicologia, sociologia, metodologia della ricerca, antropologia), diritto, economia politica, storia dell’arte e del design, scienze giuridiche e scienze economiche per il made in Italy, geografia con curvatura economica, scienze motorie e sportive, religione cattolica o attività alternative.
Le peculiarità del progetto trentino rispetto al nazionale sono state così illustrate: monte ore del primo biennio coerente con i piani di studio di tutti i percorsi liceali della PAT; raggiungimento del livello B2 per entrambe le lingue straniere alla fine del quinto anno; mantenimento delle 150 ore di alternanza scuola-lavoro all’interno del secondo biennio e al quinto anno.

Nell’area di progetto si prevede la realizzazione di prodotti pubblicitari del territorio o di aziende locali sviluppando competenze attraverso metodologia della ricerca e analisi dei dati.
Francesca Gerosa: stiamo esercitando – ha detto l’assessore ai commissari - una precisa scelta politica, responsabile e consapevole, condivisa in Giunta, dove venerdì adotteremo la delibera con il regolamento. Vogliamo provare a declinare in Trentino il progetto nazionale, facendone un’opportunità, da sviluppare in modo partecipato, coinvolgendo il mondo della scuola e perseguendo l’interdisciplinarietà. Il 3-4-5 ottobre la fiera TrentinOrienta ci darà l’opportunità di presentare il nostro progetto, poi famiglie e ragazzi faranno le loro scelte e infine noi faremo serenamente le somme.
Ci siamo mossi prendendo i tempi necessari, non a caso il nuovo liceo debutterà nel 2025-2026, con iscrizioni nel prossimo gennaio al pari dell’altra offerta scolastica. Il nostro progetto, che ho voluto illustrare alla Quinta Commissione consiliare, ha già ottenuto parere positivo del C.s.p.i. nazionale e giovedì lo presenteremo al C.s.e.p. provinciale.
Filippo Degasperi: sono contrario al progetto, mi chiedo – ha detto il consigliere di Onda - se c’era bisogno di questa offerta, per quali obiettivi e sulla base di quali rilevazioni. Si parla di liceo professionalizzante, di fatto un ossimoro. Vedo anche l’insistenza nella linea della frammentazione delle discipline e delle materie. Temo che si possa verificare anche in Trentino un flop di questo progetto.
Eleonora Angeli: sono favorevole al progetto. E’ stato istituito – questo l’intervento della consigliera di Noi Trentino - un gruppo di lavoro ed è stato seguito un percorso partecipativo con una trentina di insegnanti di cinque istituti, con cui si è lavorato per il superamento della settorialità disciplinare. L’obiettivo è andare oltre la proposta nazionale, perseguendo la padronanza delle due lingue straniere in modo paritario, non con una prima e una seconda lingua come nel progetto nazionale, e poi ancora con l’introduzione delle scienze umane e geografia con curvatura economica.
Mirko Bisesti: sono sempre stato scettico sul liceo del made in Italy, benché riconosca che l’obiettivo è condivisibile. L’assessorato ha fatto un lavoro importante, e ringrazio per questo dirigenti e struttura. A livello nazionale c’è stato oggettivamente un flop, spero che in Trentino ci siano iscrizioni sufficienti per partire bene.
Lucia Maestri: non mi appassiona – ha osservato il consigliere leghista ed ex assessore all’istruzione - il nome “liceo del made in Italy” e mi pare non appassioni gli italiani in generale, visto che gli studenti non si iscrivono. Auguro più fortuna al progetto trentino, ma mi chiedo che confronto c’è stato con le categorie interessate, se esse stesse hanno espresso perplessità sulla connessione del progetto alle aspettative del mondo del lavoro.
Michele Malfer: apprezzo – ha voluto dire il consigliere di Campobase - il lavoro di ricerca e il metodo adottato, ma rimango perplesso nel merito. Mezzo migliaio di iscritti nazionali certificano un fallimento, forse allora qui da noi si poteva pensare ad altro, ad esempio a un liceo dell’Euregio. Oppure si poteva semplicemente lavorare sull’indirizzo già esistente tecnico-turistico. Ritengo che l’obiettivo del B2 in due lingue straniere sia difficile da conseguire. Sull’alternanza scuola-lavoro, poi, si resta a quota 150 ore, di cui 30 consumare con l’orientamento.
Ultimo aggiornamento: 10/09/2024 20:22:34
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