Trento - Meno infortuni sulle montagne del Trentino. Nel 2024 il Soccorso Alpino e Speleologico Trentino è intervenuto più di 1.300 volte per prestare soccorso a oltre 1.500 persone. Si inverte la tendenza degli ultimi anni riguardo la crescita costante degli infortuni in montagna in Trentino, e si consolida la struttura dell’associazione attraverso la formazione di figure sempre più specializzate come quella del Tecnico di Centrale Operativo e del Tecnico di Ricerca.
Il

Soccorso Alpino e Speleologico Trentino mette in luce alcuni degli elementi più rilevanti che riguardano la propria attività operativa in provincia di Trento.
"Con 168 interventi in meno rispetto all’anno precedente, il 2024 ha segnato un’inversione di tendenza rispetto all’aumento costante del numero di operazioni di soccorso registrato dal 2016 in avanti - spiega il presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Trentino
Walter Cainelli. -
Anche nell’anno appena concluso, la nostra Organizzazione ha garantito un servizio di soccorso tecnico e sanitario in tutto il Trentino, e diversi sono stati gli interventi complessi che abbiamo gestito, come la valanga in Val Gelada in condizioni meteo difficili, il recupero di una base jumper sul monte Brento che ha richiesto un impegno di oltre 8 ore in parete, o il supporto dato dalla nostra Stazione speleologica per la buona riuscita dell’intervento nella grotta di Bueno Fonteno in Lombardia, durato dal 15 al 18 dicembre". "Abbiamo partecipato a numerose iniziative legate alla prevenzione degli incidenti in montagna, collaborando con il sistema di Protezione civile del Trentino e con il Tavolo tecnico della prudenza in montagna, di cui facciamo parte - prosegue Cainelli -
. Siamo un'organizzazione solida che fa della formazione dei soci soccorritori uno dei più importanti pilastri. Anche nel 2024 abbiamo organizzato e concluso importanti percorsi formativi, come quello dedicato ai capi e vicecapi Stazione, eletti a inizio anno, il corso per Tecnico di Centrale Operativo e il corso per Tecnici di Ricerca".
Il numero degli interventi
Durante il 2024, il
Soccorso Alpino e Speleologico Trentino ha operato su
1.381 interventi, portando soccorso a
1.507 persone. I dati comprendono sia i soccorsi svolti in ambiente montano, ipogeo e impervio - legati alle attività praticate quali, ad esempio, l’escursionismo, l’alpinismo, le vie ferrate, il parapendio, lo scialpinismo, le scalate su roccia e cascate di ghiaccio - sia i soccorsi per altre tipologie d’incidenti, per le quali la Centrale Unica di Emergenza ha ritenuto indispensabile l'intervento di tipo tecnico e/o tecnico/sanitario del Soccorso Alpino e Speleologico, in collaborazione con gli altri enti di Protezione Civile (es. taglio legna nei boschi, incidenti stradali, cantieri in quota, ambienti rurali o antropizzati, eventi di protezione civile ecc.). Rispetto al 2023 sono state soccorse 130 persone in meno.
Le attività svolte al momento della richiesta di soccorso

Nella graduatoria delle attività svolte dalle persone per le quali è stato necessario l'intervento del Soccorso Alpino e Speleologico Trentino la più rilevante, come ogni anno, è l
'escursionismo con il 53,1% degli interventi, per soccorrere
800 persone (45 in meno rispetto al 2023). Seguono la mountain bike con il 14,1% (213 persone soccorse rispetto alle 244 del 2023), l’alpinismo con il 5,6% (84 persone soccorse rispetto alle 112 del 2023), le ferrate con 4,9% (74 persone soccorse rispetto alle 59 del 2023), lo scialpinismo con il 4% (60 persone soccorse rispetto alle 51 del 2023), l’arrampicata sportiva con il 2,1% (31 persone soccorse rispetto alle 29 del 2023), incidenti sul lavoro con l’1,9% (28 persone soccorse rispetto alle 33 del 2023), il parapendio con l’1,5% (23 persone soccorse rispetto alle 33 del 2023), la ricerca di funghi con l’1,4% (21 persone soccorse rispetto alle 31 del 2023). Le Unità cinofile sono state allertate 17 volte ed hanno effettuato 12 interventi di ricerca. La Stazione speleologica è stata impiegata in 4 operazione di soccorso, di cui 1 ricerca. Due interventi si sono svolti in Trentino, uno in Veneto e uno in Lombardia.