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Mercato del lavoro: in Trentino nuovo calo delle assunzioni

Trento - Il mercato del lavoro trentino continua a rallentare. Lo conferma l'analisi di Agenzia del Lavoro sull'andamento delle assunzioni a giugno 2024. A pagarne le conseguenze in maniera maggiore è ancora il settore industriale che, seppur con un saldo occupazionale ancora positivo ma in calo rispetto al primo semestre 2023, vede ridursi il numero delle nuove assunzioni ulteriormente rispetto ai mesi più recenti. Nei primi sei mesi dell'anno infatti, le assunzioni dell'industria in senso stretto sono calate di quasi dieci punti percentuali (-9,8%).

Anche nel terziario, al netto del turismo e dei pubblici esercizi, le assunzioni sono in netto calo, a riprova che il rallentamento delle dinamiche occupazionali si sta estendendo a tutti i settori. In particolare nei servizi alle imprese nei primi sei mesi dell'anno le assunzioni calano del 7,7% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Complessivamente il saldo occupazionale tra assunzioni e cessazioni tra gennaio e giugno di quest'anno resta positivo per 8.786 unità. Ma anche questo dato è in calo rispetto al 2023 quando nello stesso periodo il saldo si era attestato a 10.196 unità.
In pratica in un anno il saldo occupazione, seppur ancora positivo, cala del 13,8%.

“Questi dati testimoniano indirettamente una contrazione della qualità della domanda di lavoro visto che sono i settori più avanzati come industria e servizi alle imprese a garantire posti di lavoro più stabili e meglio remunerati” dichiara il segretario generale della Cgil del Trentino, Andrea Grosselli.

I dati sulle tipologie contrattuali. Fino a giugno di quest'anno infatti i contratti a tempo indeterminato (-5,5%) e le stabilizzazioni (-7%) sono in sensibile calo rispetto al 2023. In pratica le nuove assunzioni stabili nel primo semestre del 2024 sono ben 710 in meno rispetto qllo scorso anno. Calano in modo molto significativo anche le assunzioni in apprendistato (-13%). In misura molto minore si contraggono anche le assunzioni a tempo determinato (-1,2%) e quelle in somministrazione (-2,4%). L'unico contratto che cresce nei numeri (+3%) è quello più flessibile e meno tutelante per i lavoratori, ossia il contratto a chiamata.

“I dati del mercato del lavoro trentino non sono allarmanti - precisa Grosselli - ma segnalano da diversi mesi un'inversione di tendenza preoccupante. Il fatto che continuino a rallentare le stabilizzazioni dimostra che le aziende non stanno investendo nella qualità e nella continuità delle posizioni lavorative come negli anni precedenti. Per questo è urgente mettere in atto tutti gli interventi previsti dal documento finale degli Stati Generali del lavoro per provare ad invertire questa tendenza e sostenere l'occupazione di qualità stabile e ben retribuita e rendere così sempre più attrattivo il nostro mercato del lavoro, riducendo i mismatch e garantendo alle imprese la manodopera necessaria. Non bisogna perdere altro tempo”.
Ultimo aggiornamento: 05/09/2024 06:44:10
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