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Rapporto biennale sull'equilibrio di genere in Trentino

Il monitoraggio sulle (dis)pari opportunità in Trentino è stato realizzato dal Centro Studi Interdisciplinari di Genere

Trento - E' stato presentato oggi, dalla Commissione provinciale Pari Opportunità tra donna e uomo, il rapporto biennale sull'equilibrio di genere in Trentino. Erano presenti Marilena Guerra, presidente della commissione pari opportunità delle Provincia di Trento, il presidente del Consiglio provinciale di Trento, Claudio Soini e le ricercatrici del Centro Studi Interdisciplinari di Genere che hanno effettuato lo studio.

Il raggiungimento della parità di genere, obiettivo dell’Agenda 2030, rappresenta un elemento fondamentale per il progresso sociale ed economico. Oltre a contrastare la violenza e le discriminazioni, promuovere l’uguaglianza e la leadership femminile favorisce innovazione, resilienza e benefici diffusi nella società.

Il monitoraggio sulle (dis)pari opportunità in Trentino è stato realizzato dal Centro Studi Interdisciplinari di Genere (dottoressa Anna Ress e dottoressa Letizia Caporusso e professoressa Alessia Donà) per conto della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Trento. Le analisi sono state condotte tra dicembre 2024 e marzo 2025, attraverso la raccolta di dati secondari estratti o forniti da diverse fonti pubbliche. Il lavoro si basa su dati di trend aggiornati all’ultimo anno disponibile (laddove è possibile è il 2023), disaggregati per genere nei vari ambiti di indagine (società, istruzione e formazione, salute, cittadinanza e partecipazione, economia e lavoro, conciliazione, violenza di genere). Si tratta di dati comparativi che consentono di collocare la provincia di Trento nel contesto nazionale e laddove possibile a livello europeo. Le analisi proseguono il lavoro delle precedenti edizioni del report, aggiornando la situazione ma arricchendola anche, per ogni ambito, di diverse nuove informazioni.

Che cos’è accaduto in questi ultimi anni difficili? I risultati mostrano che, sebbene questo territorio registri dati meno critici rispetto alla media italiana sotto diversi aspetti, restano ancora importanti progressi da compiere nelle politiche di genere, sull’esempio dei paesi più avanzati. Inoltre, in determinati ambiti, emergono squilibri specifici a livello provinciale, che risultano particolarmente evidenti anche nel confronto con il contesto nazionale. Il Trentino si distingue per risultati migliori rispetto alla media italiana in ambito demografico (ha una popolazione più giovane), nelle condizioni di salute, nelle aspettative di vita e nei livelli di istruzione, nonché nei dati occupazionali più generali e nella presenza di servizi conciliativi.
Tuttavia, persistono disuguaglianze di genere più accentuate rispetto al Paese che riguardano alcuni specifici temi. In Trentino si registra un peso maggiore dei nuclei famigliari di persone sole o sole con figli/e. Sul tema della segregazione formativa orizzontale, abbiamo un marcato divario nelle scelte educative, in particolare nelle discipline STEM, superiore a quello italiano. Si conferma un gap importante tra l’ateneo di Trento e le università statali italiane nelle opportunità di carriera accademica delle donne. A livello provinciale si registra una presenza femminile più ridotta nei consigli comunali rispetto a quanto si osserva in Italia. Analogamente, il tasso di femminilizzazione delle imprese risulta inferiore alla media italiana.

In Trentino è presente una maggiore precarietà lavorativa per le donne, che risultano più penalizzate dai contratti a termine e nelle opportunità di stabilizzazione, anche rispetto al panorama nazionale. Il part-time, inoltre, è molto più diffuso in provincia: sebbene questo rappresenti una leva per migliorare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, il part time è anche un elemento critico, in riferimento alle minori prospettive economiche che offre. I divari economici di genere nelle retribuzioni e nelle pensioni sono, infatti, più ampi in Trentino che in Italia. La popolazione sul territorio mostra stereotipi sui ruoli di genere, sul tema della sessualità, più diffusi che a livello nazionale. Anche se in Trentino le condizioni di vita portano ad un benessere più diffuso, tra donne e uomini c’è un divario maggiore che in Italia rispetto alla soddisfazione per la propria vita.

I lenti miglioramenti hanno subito un rallentamento durante la pandemia e nel contesto di conflitti e di crisi globali, che portano con sé ripercussioni economiche e finanziarie. In alcuni ambiti si osserva qualche segnale di miglioramento, ad esempio nel superamento del gap digitale, nei miglioramenti nell’accesso al lavoro delle neo-laureate e nella presenza di donne ai vertici, in generale e soprattutto nel pubblico (complici l’introduzione di misure per favorire la parità di accesso alle cariche elettive e le politiche di genere attivate nell’ateneo trentino). Sul tema della segregazione formativa non si muove quasi nulla e in altri ambiti si osserva un arretramento, come nelle condizioni di salute (durante la crisi pandemica molte donne hanno rinunciato a curarsi e sono state colpite da disturbi psichici), ma soprattutto rispetto al tema della conciliazione: l’impatto della nascita di figli/e si traduce sempre più spesso in dimissioni dal luogo di lavoro, aumentate almeno fino al 2021, e nel peggioramento dell’indice di benessere delle madri.

Gli squilibri di genere sono ancora presenti in tutti gli ambiti, anche nel nostro territorio: nella salute, nella scuola, nel mercato del lavoro, in politica, in famiglia e nelle relazioni tra donne e uomini.
Ultimo aggiornamento: 21/03/2025 00:27:52
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