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Rifiuti: il documento di 18 associazioni trentine

I punti qualificanti

Trentino - Da inizio anno il tema dei rifiuti ha occupato una fetta importante delle notizie in Trentino. E' tornato alla ribalta.

In sintesi il documento di 18 associazioni che riassume gli errori della politica Trentina che sta compiendo intorno al ciclo integrato dei rifiuti. Nel documento sottoscritto dalle 18 associazioni vengono indicate le alternative per un sistema di gestione dei rifiuti autosufficiente e di prossimità.

Ecco il testo:
"EMERGENZA DISCARICHE. L’esaurimento delle discariche in Trentino è stata la molla che ha fatto scattare l’attenzione di tutti, come un fulmine a ciel sereno. Peccato che tale emergenza sia nata da una gestione disastrosa della discarica di Ischia Podetti saturata con oltre 300.000 t di rifiuti speciali a partire dal 2018.

In tre anni si è chiuso l’unico punto di conferimento in Trentino. Se ciò non fosse avvenuto oggi avremmo capacità ancora per 7 anni.

CHIUSURA DEL CICLO: viene posto l’obiettivo entro il 2035 di ridurre al 10% la percentuale di rifiuti urbani conferiti in discarica, mentre già con il D.Lgs 152/2006 era presente il principio di autosufficienza, salvo accordi tra regioni, nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi nell’ambito ottimale provinciale/regionale. Bisogna tuttavia ricordare che il quadro di riferimento generale è nella Direttiva 2008/98/CE recentemente modificata con 2018/851/UE nella quale sono indicate le gerarchie di azione per ridurre i rifiuti: prevenzione (riduzione), Riuso, Riciclo, Recupero, Smaltimento. Tale gerarchia prevede appunto che siano privilegiate le azioni nell’ordine sopradescritto. Il valore etico della corretta gestione dei rifiuti, non è da ricercare nella chiusura del ciclo (fase finale del percorso) ma innanzitutto nella prevenzione, riuso e riciclo dei rifiuti.

Perché l’inceneritore non chiude il ciclo. E’ noto che la maggioranza di governo della provincia di Trento e, purtroppo, non solo, si sono concentrati sulla parte finale della filiera, l’incenerimento dei rifiuti, per sostenere che ciò sia l’unica azione che porterà alla chiusura del ciclo. Ciò non avverrà perché l’inceneritore produce ceneri per circa il 25% dei rifiuti in entrata (circa 20.000 t/anno) ed emissioni tossiche per l’ambiente e per l’uomo. Le prime dovranno essere smaltite in discariche, le seconde nei nostri polmoni e negli ecosistemi naturali. Inoltre l’inceneritore consuma enormi quantità d’acqua pari a circa 2,5mc per ogni tonnellata di rifiuto in ingresso (circa 200.000mc/anno pari al consumo medio di circa 1.000 famiglie) oltre ad un complesso mix di sostanze chimiche utilizzate nel ciclo produttivo.

RIDUZIONE DEI COSTI DI GESTIONE. Una delle ragioni a sostegno dell’inceneritore è la certezza che con ciò si otterranno riduzioni significative dei costi di gestione del ciclo integrato dei rifiuti e quindi ci sarà una riduzione delle tariffe verso i cittadini. Attualmente l’intero ciclo integrato dei rifiuti ha un costo complessivo intorno ai 20Mio. Dobbiamo tuttavia tenere presente che aggiornamenti significativi nelle quantità prodotta e negli obiettivi di riciclo anche degli ingombranti hanno sicuramente generato delle economicità significative. Per la realizzazione dell’inceneritore avremo un costo iniziale che oscilla tra i 200-220Mio il che vuol dire un onere finanziario annuo di circa 12Mio per 20 anni. Inoltre i costi di gestione calcolati parametrizzando quelli di Bolzano si aggireranno di poco al di sotto dei 8Mio/anno. Solo con questi due dati, e solo per la parte smaltimento, ci si avvicina al costo dell’intero ciclo di gestione. Bisogna inoltre specificare che le entrate per la valorizzazione dell’energia elettrica sarebbero di poco superiori al 1,5Mio anno. Per la vendita dell’energia termica, ammesso che si riescano a trovare utenze, i ricavi sarebbe sotto i 0,6Mio. La scelta si profila quindi come un forte aggravio di costi.

EGATO: ente di gestione ambito ottimale, è uno degli scivoloni più eclatanti in cui è caduta l’attuale maggioranza. La fretta, la mancanza di professionalità, la mancanza di confronto con le diverse tipologie di realtà territoriali e assetti organizzativi consolidati e rodati in provincia ha determinato un clima di terrore tra i cittadini e gli operatori del settore. A ciò si aggiunga la mancanza di statuto, di assetto patrimoniale, di configurazione dell’organigramma e delle risorse umane e la frittata è fatta. Solo la spada del commissariamento ha indotto i comuni a malincuore a sottostare al diktat della maggioranza. Ulteriore scelta sbagliata è stata quella di accoppiare l’EGATO all’inceneritore, aspetti diametralmente opposti.

Basti richiamare il fatto che compito dell’EGATO è la riduzione dei rifiuti, il potenziamento della differenziata e del riuso oltre alla riduzione degli impatti sanitari sull’ambiente e sulla popolazione generati dalla gestione del ciclo dei rifiuti.

RIFUTI URBANI, COME POSSIAMO RAGGIUNGERE L’AUTOSUFFICIENZA?
I principi di autosufficienza e di prossimità sono i cardini per una corretta gestione del ciclo dei rifiuti.
Per autosufficienza s’intende che all’interno dell’ambito ottimale (Provincia) ci sia la dotazione impiantistica sufficiente allo smaltimento interno dell’intero ciclo dei rifiuti urbani. Il principio di prossimità indica che per l’attività di smaltimento si debbano mettere in pratica profili di ottimizzazione degli spostamenti per ridurre le emissioni ad essi collegate.

Vediamo come questo sia possibile senza aggiungere un’ulteriore impiantistica ma semplicemente ammodernando l’esistente.

Il sistema più efficace per trattare il rifiuto urbano indifferenziato è un moderno sistema di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) dei rifiuti.

Questo passaggio consente di: recuperare ulteriori materiali, stime arrivano fino al 15% di riciclo; di biostabilizzare il rifiuto fermando il processo di fermentescibilità e quindi riducendo le emissioni di metano (il materiale biostabilizzato viene poi utilizzato per copertura delle discariche in sostituzione di altri materiali); ridurre la componente umida dei rifiuti riducendo peso e volumi, produrre compost, produrre un combustibile solido secondario, riduzione di massa del 6%.
In questa configurazione fatto 100 in ingresso il rifiuto residuo in uscita da conferire in discarica risulta plausibile calcolare per una quota del 20%. In condizioni relative a vecchi impianti tale percentuale sale al 44,2%.

Nella situazione trentina un impianto di TMB esiste già a Rovereto ed andrebbe ammodernato in modo consistente.

Facciamo però due conti: valutando un residuo dalla differenziata ad oggi di circa 45.000t/a avremmo in uscita dal TMB un residuo che oscillerebbe dalle 7.700 t/a alle 16.800 t/a. Alcune considerazioni:
a) Nella peggiore delle ipotesi (44,2%) alla fine del processo con il TMB avremmo comunque un quantitativo di rifiuti da conferire in discarica inferiore alle ceneri prodotte dall’inceneritore. Con una differenza sostanziale che nel primo caso si tratta di rifiuto secco con attività biologica praticamente ridotta a zero, nel secondo caso avremmo addirittura un rifiuto per il 30% del totale pericoloso.
b) Il costo di ammodernamento dell’impianto si aggirerebbe a valori non superiori 20Mio avendo come riferimento costi complessivi di realizzazione di impianti nuovi complessi di circa il doppio.
c) Con questi numeri non avremmo bisogno di conferire a Bolzano e avremmo l’autosufficienza migliorando di gran lunga l’obiettivo del 10% entro il 2035 di conferimento in discarica raggiungendo il 6%.
Le emissioni tossiche a confronto tra TMB ed inceneritore.
Esiste numerosa letteratura in merito a questo tipo di valutazioni, utilizziamo nel nostro caso uno degli studi assolutamente indipendenti prodotto da ARPA Piemonte, Dipartimento Coordinamento servizi, ICT e promozione ambientale, nel 2019. Da tale studio si ricava la seguente tabella parametrizzata al caso delle
nostre 45.000t/a.
Anche per occhi inesperti si nota che per le più importanti sostanze tossiche a fronte di un valore nullo per il TMB si hanno valori preoccupanti per l’inceneritore.
L’EGATO, in base alla normativa e a quanto scritto in convenzione, deve configurare il proprio operato in linea con il principio di precauzione, prevenzione, perseguendo l’obiettivo della massima tutela dell’ambiente e della salute umana (rif. Art 1 comma 2 della convenzione).

Siamo sicuri che l’attuale maggioranza conosca bene i dati di confronto sopraccitati, non comprendiamo quindi come possa conciliare i propri principi con la realizzazione di un impianto enormemente più tossico di un TMB.
IL SONDAGGIO
Utilizzando un linguaggio analogo a quello del sondaggio commissionato da L’Adige, strutturato con la tecnica della risposta scontata; che esiti avremmo avuto chiedendo:
-Lei personalmente, pensa che il Trentino dovrebbe continuare ad esportare i rifiuti residui prodotti o dovrebbe dotarsi di un impianto di trattamento meccanico biologico a zero emissioni potenzialmente tossiche per l’uomo e del costo di un decimo dell’inceneritore?
Credo avremmo raggiunto risposte bulgare a favore del TMB.
OSTINARSI SULL’INCENERITORE
I dati sul ciclo dei rifiuti nel Trentino ad oggi sono i seguenti:
1) Ridotte in due anni di circa 18.000 t/a la produzione dei rifiuti.
2) Aumentata in due anni di 5 punti percentuali la differenziata: 82,4% media.
3) Ridotto del 15% il residuo fisso (ad oggi circa 45.000t/a).
4) Raggiunto un valore del riciclo in provincia, vendita carta, plastiche, metalli ecc, di oltre 13Mio anno.
5) Aumentato ancora il divario tra raccolta differenziata a Bolzano e quella a Trento: 65% Bolzano, 85% Trento. Prova che l’incenerimento rallenta gli obiettivi sulla differenziata.
La maggioranza dovrebbe:
1) Procedere alla revisione del V° aggiornamento Piano Rifiuti potenziando gli obiettivi al 2028;
2) Procedere ad una analisi di ammodernamento della stazione TMB di Rovereto;
3) Finanziare fino al 2028 il piano della comunicazione “Rispetta il Trentino”;
4) Procedere all’omogenizzazione dei sistemi di raccolta dei rifiuti urbani estendendo il porta a porta e applicando il metodo di tariffazione puntuale;
5) Procedere ad una estesa azione di ammodernamento e potenziamento dei centri integrati di raccolta".
Ultimo aggiornamento: 03/03/2025 06:11:20
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