Trento - Conclusa la trattativa per il rinnovo dell’integrativo Dao Conad dei dipendenti dei magazzini del consorzio Dao, la cui efficacia va dal 1 gennaio 2025 al 31 dicembre 2028. Il nuovo integrativo prevede un impianto innovativo volto a sfruttare al massimo la detassazione per portare accrescere il potere d'acquisto: 1000 euro annui di buoni spesa, un premio presenza di 250 euro al mese e in più una contribuzione maggiorata del TFR per chi aderisce al nuovo regime, il tutto ovviamente subordinato all’accertamento mese per mese di criteri e parametri definiti; resta infatti volontaria l’adesione dei lavoratori, chi preferisce infatti può continuare a seguire quanto previsto dal vecchio impianto: un importo di 175 euro mensili lordi per 14 mensilità e un importo pari ad una quindicesima mensilità legato al risultato di bilancio dell’azienda Più semplice il raggiungimento del 4 livello per i lavoratori che svolgono attività di carico e scarico che dopo 6 mesi di attività al riconoscimento del superamento del periodo formativo. Allargata l’applicazione dell’integrativo al comparto Cam (centro alimentare Maddalene) cui vengono riconosciuti gli stessi vantaggi economici e normativi Restano da rivedere alcuni istituti quali: il disagio freddo per il reparto freschi; il riconoscimento del 4 livello per tutti i magazzinieri dopo un tot di anni, il riconoscimento di un’incentivo per chi non supera un tot di giorni di malattia, il riconoscimento di un premio di fedeltà per i lavoratori con oltre 20 anni di esperienza. Tutti istituti per i quali le parti al tavolo si sono impegnate a ritrovarsi entro 60 giorni. L'ipotesidoi accordo verrà sottoposta al vaglio delle assemblee dei lavoratori e delle lavoratrici entro gennaio 2025.
Famiglie cooperative. Filcams non firma il nuovo contratto integrativo
Il segretario Bozzato: "Non possiamo accettare deroghe agli accordi nazionali a fronte anche di un peggioramento economico. Unico passo avanti l'assunzione di un impegno al risanamento per le aziende che hanno bilanci negativi.
Ma è solo un intento".
Un'incomprensibile accelerazione nella trattativa sul rinnovo del contratto delle famiglie cooperative ha portato la Filcams Cgil a comunicare ieri sera via mail la decisione di non sottoscrivere l'accordo e dunque di non partecipare, oggi pomeriggio, all'incontro per formalizzare la firma. Incontro che è stato convocato da via Segantini ieri dopo le 21. "Abbiamo deciso di non sottoscrivere l'intesa perché mancano le condizioni per noi indispensabili a rinnovare il contratto. Oltre che una questione di merito, però, poniamo una questione di metodo. Abbiamo presentato delle osservazioni e avremmo auspicato un confronto anche su questi contenuti. La nostra proposta di mediazione, invece, è caduta nel vuoto e a questo punto per coerenza con il mandato dei nostri iscritti non sigliamo l'accordo".
Filcams ha ritenuto non accoglibili le richieste di deroga ai contratti nazionali che le Famiglie cooperative vogliono introdurre su banca ore per i part time, contratti a chiamata, estensione della stagionalità e flessibilità. "Non ci siamo posti in posizione di muro, però abbiamo ribadito che non possiamo sottoscrivere deroghe che vanno incontro alle richieste di flessibilità organizzativa delle aziende ottenendone in cambio anche un peggioramento delle condizioni retributive, con l'introduzione di una quota variabile consistente del contratto legato ai risultati aziendali".
Altro punto centrale per via Muredei era l'impegno a mettere nero su bianco la transitorietà dell'accordo sulla variabilità. "Se è una situazione emergenziale come tale va gestita. Per noi non c'è questa assunzione di impegno, rimarca Bozzato, che sottolinea comunque un passo avanti nell'individuazione del principio per cui le famiglie in crisi dovranno avviare un tavolo sul risanamento entro due mesi dalla presentazione del bilancio. "E' un principio innovativo di cui rivendichiamo l'importanza. Così come formulato però al momento si traduce solo in una dichiarazione di intenti, non in una sufficiente assunzione di responsabilità. Crediamo al contrario che si debba fare un passo avanti con un ragionamento più ampio di sistema. Accanto allo sforzo indispensabile delle 15 coop che più subiscono gli effetti della concorrenza affrontando le difficoltà anche attraverso le fusioni, l'assunzione di responsabilità e gli strumenti di solidarietà debbono coinvolgere tutti le 65 cooperative", conclude Bozzato.