Sondrio -
"Segnale positivo per il territorio dell'Ats della Montagna", è il commento di
Luca Masneri,
sindaco di
Edolo e
presidente del Collegio dei sindaci di
ATS Montagna, che comprende la
Valle Camonica e la
Valtellina, al termine dell'incontro a Sondrio con l'assessore regionale al Welfare
Guido Bertolaso (nella foto), e il direttore generale
Mario Melazzini.
L'incontro ha rappresentato un'importante occasione per rafforzare la collaborazione tra Regione Lombardia e le istituzioni locali, con l'obiettivo di migliorare i servizi sanitari e sociali offerti ai cittadini. Sono stati affrontati temi cruciali come l'ottimizzazione delle risorse, l'innovazione tecnologica in ambito sanitario e il potenziamento delle strutture ospedaliere.
Il commento di
Luca Masneri:
"La nomina dei nuovi direttori generali è un passo fondamentale per garantire una gestione efficiente e vicina alle esigenze della nostra comunità. Sono fiducioso che, grazie a questa nuova leadership e alle innovazioni che mi auguro verranno presto introdotte, potremo affrontare con successo le sfide future e migliorare ulteriormente i servizi offerti ai nostri cittadini".
Masneri ha inoltre sottolineato l'importanza di una collaborazione stretta e continua tra le istituzioni locali e regionali per affrontare le sfide specifiche del territorio montano.
"La nostra comunità ha esigenze particolari che richiedono soluzioni su misura. È fondamentale che le decisioni prese a livello regionale tengano conto delle peculiarità locali per garantire un servizio sanitario efficiente e accessibile a tutti," ha dichiarato, aggiungendo:
"Ringrazio l'Assessore Bertolaso e la Regione Lombardia per aver posto la centralità sanitaria per il nostro territorio, come previsto dalla Legge sulla Montagna in via di approvazione.
La Valcamonica, a differenza della città, non dispone di un'articolata offerta sanitaria privata, eccezion fatta temporaneamente per la diagnostica. Con l'84% dell'offerta sanitaria pubblica, è essenziale garantire l'eccellenza e la qualità dei servizi per rispettare i diritti dei cittadini. In caso contrario, i residenti sarebbero costretti a spostarsi di almeno cento chilometri verso l'ATS Brescia per cercare assistenza. Questo è fattibile per le fasce più abbienti, ma non per le più fragili, che non potrebbero permettersi soluzioni private o lontane, rischiando così di dover rinunciare alle cure necessarie." "Non è inoltre possibile applicare i parametri del dato mediano lombardo al territorio montano. Nelle valli non esistono polarizzazioni, ma una bassa densità residenziale su una vasta estensione territoriale. Per questo motivo, è necessario riconsiderare i calcoli remunerativi delle prestazioni sanitarie domiciliari. Il costo orario di una prestazione in Valtellina o in Valcamonica non può essere paragonato alle multi-prestazioni possibili in un quartiere cittadino. Va riconosciuta la specificità del territorio montano e la forte rarefazione della popolazione".
In definitiva, per Masneri (nella foto in basso), "va pensato un modello sanitario veramente montano non solo a livello normativo, ma nella pratica. In considerazione anche del fatto che ATS Montagna ha una genesi propria legata alle specificità del territorio e che sorge dalle ceneri di ASL Vallecamonica che gestiva, proprio in virtù di questa peculiarità, le aziende ospedaliere oltreché il territorio. I punti cardine, quindi: redigere e deliberare un unicum normativo riservato alla sanità nelle aree montane, decongestionare la diagnostica attraverso privati accreditati focalizzando l'attenzione del pubblico sulle urgenze ed evitare lo spopolamento incentivando la prevenzione sanitaria e ricorrendo alla tecnologia dove esiste distanza fisica. La legge sulla montagna, recentemente approvata dal Senato, include misure specifiche per il settore sanitario, come incentivi per medici e operatori sanitari, l'uso della tecnologia per migliorare l'accesso ai servizi sanitari e il potenziamento delle strutture ospedaliere".