Trento - I metalmeccanici – quelli col Contratto dell’Industria e ora anche quelli col Contratto della Piccola Industria – incrociano nuovamente le braccia per il
rinnovo del
Contratto Nazionale. Venerdì 28 marzo in tutta Italia le tute blu si fermano per otto ore per lo sciopero proclamato da Fiom, Fim e Uilm. È il terzo sciopero dall’inizio dell’anno, per un totale di
24 ore.

L’obiettivo resta riaprire il tavolo di trattativa con
Federmeccanica e
Assistal, che in questi mesi stanno opponendo alle richieste delle lavoratrici e dei lavoratori un muro di gomma e una totale indisponibilità al confronto. A queste due associazioni d’impresa del mondo Confindustriale si è aggiunta ora Unionmeccanica, interlocutore per il Contratto della Piccola Industria Metalmeccanica, anch’esso finito su un binario morto per le medesime ragioni.
Le controparti datoriali, sinora, sono rimaste immobili sulla loro linea secondo cui il Contratto Nazionale dovrebbe prevedere esclusivamente un recupero, solo parziale e molto a posteriori, della perdita del potere d'acquisto dei salari registrata nell'anno precedente, per effetto dell'aumento dei prezzi al consumo.
In soldoni, nessun aumento vero, anzi, un arretramento.
“Federmeccanica, Assistal e Unionmeccanica ne fanno una questione di principio. Ma il principio per cui il Contratto Nazionale debba programmare l'impoverimento dei lavoratori non solo è insensato e ovviamente inaccettabile, ma sarebbe persino un ritorno al passato, considerato che il Contratto appena scaduto, sia quello Industria, sia quello Piccola Industria, aveva per l'appunto previsto aumenti superiori all'inflazione”, sostengono le tre sigle.
Fiom, Fim e Uilm chiedono un aumento contrattuale in busta paga vero e tangibile, di 280 euro (al livello C3), che non solo è pienamente sostenibile dalle imprese – che hanno registrato importanti margini proprio negli anni nei quali i lavoratori hanno dovuto far fronte all'incremento del costo della vita – ma è anche un aumento necessario per rilanciare i consumi interni e stimolare gli investimenti.
La piattaforma sindacale votata dalle lavoratrici e dai lavoratori punta, oltre che agli aumenti salariali, anche alla riduzione dell’orario di lavoro, al contrasto della precarietà, alla tutela dei lavoratori impiegati negli appalti, all'incentivo alla contrattazione di secondo livello, nonché a rendere realmente esigibile il diritto soggettivo alla formazione.
A Trento venerdì 28 marzo è in programma anche un corteo, con concentramento alle ore 9 davanti alla sede di Confindustria Trentino, in via Degasperi a Trento, per concludersi sempre sotto Palazzo Stella con gli interventi finali.