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Sulla buona strada: corteo a Trento per la sicurezza dei ciclisti

Manifestazione contro la violenza stradale

Trento - "Sulla buona strada": lungo corteo a Trento per manifestare contro la violenza stradale Un appello forte e convinto, per far sentire la propria voce e cercare di tornare tutti «Sulla buona strada». Un lungo e pacifico corteo di biciclette e pedoni ha attraversato il cuore della città di Trento e ha animato la manifestazione contro la violenza stradale promossa dal Comitato di Trento della Federciclismo e da Fiab Amici della Bicicletta, supportati da tante altre associazioni (quali Uisp, Legambiente, Io Rispetto il Ciclista, Tridentum Bike, Ciclostile, Rete Climatica Trentina) e da una lunga lista di professionisti ed ex professionisti delle due ruote, tra i quali Francesco Moser e Gilberto Simoni. La pioggia non ha frenato la voglia di manifestare di tanti ciclisti, appassionati e amanti della bicicletta, grandi e piccini, che hanno affollato prima Piazza Duomo e poi Piazza Fiera, sfilando per le vie del centro città, spinti dall’esigenza di attirare l’attenzione del mondo della politica sul tema della sicurezza sulle strade. "Se sono presenti così tante persone a questa manifestazione, nonostante la pioggia, significa che il tema è sentito", ha commentato l’ex campione Francesco Moser, che ha poi ceduto la parola a Gilberto Simoni. "Noi ciclisti ci facciamo carico di questa testimonianza, ma non ci sono solo i tesserati sulle strade, ci sono le persone che normalmente si muovono in bicicletta – ha commentato il due volte vincitore del Giro d’Italia -. C’è troppa poca attenzione da parte della politica, dobbiamo spingere affinché si occupi davvero del futuro dei nostri figli, della condivisione sociale degli spazi".

Durante la manifestazione, c’è stata anche la toccante testimonianza di Luca Lorenzi e Lorenzo Piffer, padri di due giovani ciclisti trentini (il diciassettenne Matteo Lorenzi e la diciannovenne Sara Piffer) travolti e uccisi durante un’uscita d’allenamento. «Ognuno di noi deve rendersi conto che, quando siamo alla guida di una macchina o di un camion, ha in mano un’arma carica, che può uccidere, e dall’altra parte della strada può esserci il proprio figlio – ha commentato con la voce rotta dal pianto Luca Lorenzi -. Quando si è colpiti dal dramma, la vita non è più la stessa». Oltre al convinto appello alla politica, ritenuto indispensabile, Lorenzo Piffer ha voluto guardare oltre.
«Deve essere un gioco di squadra, tutti siamo utenti della strada, ciclisti e automobilisti, che spesso sono le stesse persone – ha commentato il padre di Sara Piffer -. C’è bisogno di cultura e non la si può creare dall’oggi al domani. Ricordo il periodo del Covid: in un anno ci hanno cambiato la testa, tra norme relative al distanziamento, mascherine. Tutti si sono adeguati. Ora tutti dobbiamo metterci in gioco, automobilisti e ciclisti, nel ricordo di chi non c’è più». Il Comitato di Trento della Federciclismo, promotore dell’iniziativa, ha rinnovato il proprio convinto impegno in tema di sicurezza. Un appello che deve necessariamente trovare ascolto da tutte le parti chiamate in causa.
«Vogliamo chiedere alla giunta provinciale di istituire un tavolo che permetta di discutere tutti i temi e le problematiche che abbiamo sollevato con questa manifestazione – ha aggiunto il presidente della Fci trentina Renato Beber -. Non c’è solo chi va in bici per sport, c’è anche chi va in bici per divertimento, che la utilizza come mezzo di spostamento. Tutti hanno bisogno di avere maggiore sicurezza sulle strade, deve prevalere il rispetto, da parte di tutti. Questo deve maturare attraverso una sorta di rivoluzione culturale. La sicurezza deve essere la priorità del nostro operato».
A rendere la dimensione della gravità della questione sono i numeri relativi alla violenza stradale. «Secondo l’ultimo rapporto Istat, relativo al 2023, sulle strade italiane muoiono otto persone al giorno – ha spiegato Daniela Baraldi, presidente di Fiab Amici della Bicicletta di Trento –. Ogni 1,7 giorni muore una persona in bici, ogni 18 ore un pedone, sono 41 i bambini morti nel 2023 per violenza stradale, che è la prima causa di morte tra gli adolescenti e i giovani. Quelli che chiamiamo erroneamente indicenti non sono eventi inevitabili. Dobbiamo lavorare come fanno in altri Paesi, che hanno ottenuto buoni risultati». Tra le richieste rivolte al mondo della politica, sottoscritte dai promotori della manifestazione, ci sono maggiori controlli sulla velocità e sul rispetto della distanza di 1,5 metri dai ciclisti, diffusione delle “bike lane” sulle strade provinciali, adozione della cartellonistica per il rispetto della distanza di sicurezza dai ciclisti, oltre a un piano provinciale di manutenzione delle strade e dei percorsi ciclabili, nonché l’incremento delle zone 30 km/h nei contesti urbani, la necessità di un maggiore coinvolgimento di scuole e autoscuole, così come la costruzione di circuiti protetti per i più piccoli, in città e nelle valli. Una lunga serie di iniziative messe sul tavolo e che, ora, meritano di essere prese in considerazione e messe in atto.
Ultimo aggiornamento: 15/03/2025 23:23:10
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