Trento - In apertura della seduta del Consiglio provinciale il presidente Soini ha chiesto un minuto di silenzio per ricordare la tragica morte di Ester Palmieri. La madre di tre figli uccisa dal compagno a Montalbiano di Valfloriana. Inoltre, ha ricordato la figura di Giampaolo Andreatta, a lungo ai vertici della struttura amministrativa della Pat. Poi question time e discussione e approvazione del bilancio consolidato. 
Dopo il question time si è passati poi al bilancio consolidato Pat per l'esercizio 2022 (è stato approvato alle 15.30 con 19 sì e 13 no) che rappresenta lo stato economico di tutti gli enti strumentali, le agenzie, e le spa controllate direttamente o indirettamente dalla Pat (documento in allegato). Il bilancio, presentato dal presidente Fugatti, presenta un utile si euro 452 milioni e un patrimonio consolidato di 7 miliardi. La platea degli enti e delle società Pat si è allargata con Pensplan, la società Infrastrutture 2026 e Futuro e Conoscenza. Nel consolidato vengono rappresentati lo stato economico di Provincia, nove agenzie provinciali, Consiglio provinciale, gli istituti culturali, Mocheno, Ladino e Cimbro, quattro musei Mart, Muse, S. Michele e Buonconsiglio, i Parchi naturali Adamello – Brenta e Paneveggio – Pale di S.Martino, Opera universitaria, le Fondazioni Mach, Kessler e la Degasperi. Poi 10 società controllate (Cassa del Trentino, Itea, Patrimonio, Trentino riscossioni, Tsm, Trentino Sviluppo, Trentino trasporti, Trentino digitale, Trentino Marketing e Trentino Lunch ; 5 società partecipate Mediocredito, Set distribuzione, Pensplan centrum, Infrastrutture Cortina 2026 e Futuro e Conoscenza. Il bilancio del sistema Provincia presenta un utile consolidato, ha ricordato Fugatti, di 452 milioni e 874 mila e un patrimonio netto consolidato di 7 miliardi e 790 milioni.
Zanella: L’Itea ha un problema di gestione
Paolo Zanella (Pd) ha sottolineato i problemi del sistema Provincia, a partire dall’A22 per la quale non si è riuscito ad arrivare alla società pubblica, sul modello del Friuli, e stiamo ancora aspettando la gara. Su Itea il consigliere Pd ha ricordato che Fugatti ha affermato di voler riportare al pubblico la società, ma i problemi riguardano soprattutto la gestione della spa nella quale andrebbero coinvolti i comuni. I piani triennali, per Zanella, non sono per nulla strategici perché non permettono di prevedere i bisogni abitativi. I dati contenuti nella relazione del bilancio ci dicono che le assegnazioni di alloggi sono in costante calo. Così come sono in contrazione i contratti di affitto, al punto che ci si chiede a cosa serva Itea. La vicenda bollette, sempre di Itea, ha aggiunto, è indicativa della mancanza di trasparenza e va spiegato perché i costi siano lievitati fino al limite che abbiamo visto. Stesso ragionamento per il 110 per cento avviato dalla società in evidente ritardo. Inoltre, c’è un problema di dirigenza visto che quattro dirigenti su cinque se ne sono andati e la governance di una società di questa importanza è stata rivoluzionata nel giro di un solo anno. Il risultato è che l’offerta di alloggi pubblici è calata a fronte di un mercato che vede affitti a cifre esorbitanti. Su Patrimonio del Trentino, l’esponente del Pd ha ricordato che il progetto Destra Adige è fermo e dopo 5 anni su quella grande area non è stato fatto nulla. E ora, invece, la priorità sembra quella di sfrattare il Centro sociale Bruno. Le emergenze sono ben altre per Zanella, come quelle degli spazi per gli studenti del Polo sanitario per i quali era stata chiesta disponibilità al Nest ma anche qui i tempi sembrano lunghi. Ritardi si manifestano inoltre per il Polo fieristico di Riva.
Calzà: Su Riva Fiere Patrimonio spa non ha mantenuto gli impegni
Michela Calzà (Pd) ha messo in evidenza la differenza tra i componenti positivi e quelli positivi della gestione dai 321 milioni 932 mila del 2022 rispetto ai 469 milioni 202 mila del 2021. Dati che stanno a dimostrare un trend in flessione. Poi la consigliera ha chiesto spiegazioni sul dato che riguarda la rettifica dei valori delle attività finanziarie, al punto rivalutazioni le cifre sono passate dai 180 milioni 365 mila per il 2022 rispetto ai 4 milioni 181 del 2021. Una differenza notevole, di 186 milioni. La consigliera Pd si è soffermata inoltre su Trentino Riscossioni, società che potrebbe avere un altro ruolo perché la riscossione, perlopiù coattiva, e i rientri sono molto lenti perché le rate sono molto basse. Una scelta comprensibile per chi ha redditi bassi, ma non per chi può pagare agevolmente. Inoltre, per l’esponente Pd se la società giocasse un ruolo di maggior coordinamento con le realtà territoriali, come i comuni, potrebbe raggiungere migliori risultati sul controllo e la riscossione. Per ciò che riguarda Patrimoni ha sottolineato i ritardi per Riva congressi. Una realtà, ha aggiunto Michela Calzà, che compie 100 anni, ma i rapporti con Patrimonio del Trentino non sono dei migliori, se si pensa che nel 2010 si firmò uno schema di accordo con la Pat per la riqualificazione del centro congressi e il centro fieristico della Baltera ma oggi Riva Fiere è costretta a minacciare una causa a Patrimonio per il mancato adempimento del contratto. Erano promessi entro il 2022 14 mila metri quadri di esposizione che Riva Fiere chiede da anni per la qualificazione di una struttura che crea 29 milioni di indotto. Su Itea Michela Calzà ha ricordato che ci sono strutture anche storiche da recuperare come nel caso di Pietramurata. In sintesi, la valutazione sul bilancio consolidato dell’esponente Pd non è positiva.
Parolari: Musei e Parchi, sulle perdite si deve riflettere
Francesca Parolari, sempre del Pd, ha detto di non voler esprimere giudizi ma rispetto ai precedenti consolidati vengono in luce dei dati che andrebbero approfonditi. Come esempio ha citato i parchi naturali, il Parco Paneveggio – Pale di San Martino e soprattutto il Parco Adamello - Brenta che ha visto utili fino al 2020 e nel 2021 e 2022 invece è andato evidentemente in rosso. Dalla relazione del consolidato non si evince il perché di questo calo degli utili fino ad arrivare alle perdite. Anche il Mart ha visto un vistoso calo degli utili da 2 milioni 335 mila del 2019, nel 2020 l’utile è stato di uno di 161 mila euro, nel 2021 si è registrata una perdita di 110 mila euro, nel 2022 di è registrato un utile di appena 65 mila euro con un calo dei visitatori. Cifre, ha affermato la consigliera, sulle quali si deve riflettere. Sul Muse il bilancio mostra sofferenze nonostante la continua crescita dei visitatori. Una situazione che dovrebbe interrogare la Provincia a fronte di costanti perdite nonostante l’alto numero di visitatori. Preoccupa, ha detto infine Francesca Parolari, anche PensPlan, una new entry nel sistema Pat, che ha registrato una perdita di oltre 5 milioni di euro. Un dato che dovrebbe sollevare più di una domanda.
Filippo Degasperi ha ricordato i derivati
Il consigliere Filippo Degasperi (Onda) ha affermato che "si sarebbe aspettato una relazione politica e una riflessione sui risultati: il documento era la rappresentazione delle scelte di indirizzo fatte a monte, politiche, della pianificazione e del controllo. Se confrontato con il rendiconto della sola Provincia ci si accorge che il sistema provinciale, il caravanserraglio di articolazioni in cui si dipana il sistema (escluso naturalmente il Consiglio provinciale), non produce di fatto praticamente nulla. Chi produce è solo la Provincia autonoma di Trento, gli altri producono costi. Un ragionamento sull’organizzazione in termini di prospettiva sarebbe stato auspicabile".
Degasperi ha proposto un’analisi dei vari componenti del sistema, a partire da Cassa del Trentino, che ha detto immeritatamente celebrata: un unicum a livello nazionale, ha dichiarato il consigliere di Onda, in un mondo in cui quando le cose funzionano tutti le copiano. Degasperi ha voluto sfatare i miti del one for all e dell’utile. Quel che non sorprende, ha detto, è che nel bilancio ci siano 563 milioni di euro liquidi: investimenti che anche senza i corsi di educazione finanziaria pensati da Pensplan tutti sarebbero in grado di fare. Non si capisce perché questa liquidità debba restare sui conti di Cassa del Trentino e non della Provincia. C’è poi ancora, ha proseguito, la non eliminata cresta sui tassi: il vantaggio di avere Cassa del Trentino si azzera, anzi si creano costi a danno della Provincia.
Degasperi ha ricordato la vicenda dei derivati, a suo dire paradigmatica, il cui risultato cumulativo ha fatto finora perdere ai trentini quasi 38 milioni di euro, senza che i fenomeni responsabili di tale disastro siano stati rimossi dai propri incarichi. Ma anche sul tema della liquidità, ci pensa la Corte dei conti a fare chiarezza, ha osservato, chiedendosi perché Cassa del Trentino si sia indebitata ulteriormente quando a fine anno c’erano 3,5 miliardi di euro sul conto corrente. La risposta addotta, della convenienza dei tassi, non è una giustificazione idonea a superare le criticità, ha obiettato.
"Forse, - ha suggerito, - è il caso di controllare bene cosa accade negli enti strumentali della Provincia". Ancora, Degasperi ha richiamato l’attenzione su Itea, ove negli anni gli alloggi sono diminuiti così come i soldi destinati alle manutenzioni ordinarie, senza contare il ricorso al Superbonus per 825 alloggi, su un totale di 10.658. Lo stesso si può dire su Pensplan, le cui rendite non indicizzate non fanno ben sperare e i cittadini andrebbero informati di che fine fanno i loro accantonamenti. Infine un riferimento veloce a Interbrennero, soggetto centrale nel sistema Provincia, che nel 2021 è tornato sotto i livelli del 2000 e sulla pessima gestione di Trentino Trasporti. Non c’è alcun motivo di andare fieri di un tale andamento, mentre ci sarebbe l’obbligo di controllare e verificare, ha concluso.
Francesco Valduga (Campobase) ha osservato che il rendiconto si presterebbe a riflessioni importanti ed utili. Tuttavia, aldilà di ciò che è stato, ha auspicato che ci sarà l’opportunità di fare ulteriori approfondimenti nei prossimi mesi ed anni. Ha annunciato voto contrario, pur rappresentando la disponibilità ad un dibattito più da protagonisti sui singoli provvedimenti, fondato su quanto ”sapremo costruire in un prossimo futuro”.
Question time in Consiglio provinciale
In sintesi gli interventi in Consiglio provinciale.
Lucia Coppola (Verdi – Sinistra) Bypass, qual è la posizione della Giunta?
La consigliera dei Verdi-Sinistra ha chiesto quale sia la posizione della Giunta di fronte alle ulteriori criticità (uscita dell’opera dal Pnrr, necessità di bonifica dell’area ex Sloi e ex Carbochimica, lo stato non chiaro dell’interlocuzione con i proprietari) del bypass ferroviario di Trento.
La risposta: L’assessora Zanotelli ha risposto che le tappe per arrivare ad una soluzione sono state stabilite anche a seguito di un incontro tra Fugatti e il ministro Pichetto - Frattin. L’idea è di arrivare a un acquisizione pubblica dei terreni per arrivare alla bonifica. Si prevede un gruppo di lavoro per avere un percorso più chiaro possibile per giungere all’acquisto dei terreni. Bypass e terreni da bonificare sono due problemi comunque distinti,
La replica: La consigliera dei Verdi-Sinistra ha detto che, a suo parere, bonifica e bypass sono strettamente connessi.
Andrea de Bertolini (Pd) Quando anche in Trentino l’Equo compenso?
Il consigliere del Pd ha chiesto alla Giunta se e quando intenda adeguarsi alla normativa nazionale per garantire anche ai professionisti trentini l’Equo compenso nelle procedure di evidenza pubblica ponendo fine a quella che de Bertolini definisce la “mortificante, intollerabile, stagione del cosiddetto massimo ribasso”.
La risposta: Il presidente Fugatti ha detto che la questione è dibattuta e, in estrema sintesi, ci si trova di fronte ad un contrasto tra i principi contenuti nella legge 49 del 2023 e il nuovo codice degli appalti e la normativa europea. Le norme europee prescrivono che sotto i 140 mila euro ci si debba attenere al principio dell’offerta economica più favorevole, ma, in base alle norme nazionali, la salvaguardia dei professionisti può essere comunque tutelata perché le stazioni appaltanti possono dare un peso rilevante nella valutazione alla qualità e alla serietà dell’offerta. Il presidente Anac, ha ricordato Fugati, ha però sottolineato che ci sono problemi di interpretazione delle norme e quindi sull’applicazione dell’equo consenso.
La replica: Il consigliere Pd ha ribadito che il principio del massimo ribasso svilisce i professionisti e ha auspicato che si applichi il criterio minimo di decenza del lavoro.
Alessio Manica (Pd) La Giunta cosa fa per risolvere il blocco degli appalti pubblici?
Il consigliere del Pd ha chiesto alla Giunta come intenda intervenire per affrontare le gravi difficoltà che da 20 giorni stanno bloccando l’intero settore dei contratti pubblici. I problemi, ricorda Manica, derivano dall’adozione da parte della Pat del sistema Contracta che, fino ad ora, risulta essere un contenitore vuoto. Inoltre, afferma ancora il consigliere Pd, sembra che la società non sia in grado di garantire l’assistenza tecnica. Infine, Manica, ha chiesto alla Giunta perché abbia rinunciato a elaborare una piattaforma propria.
La risposta: L’assessore Spinelli ha detto che i problemi ci sono ma Contacta è operativa dal 3 gennaio scorso, risulta utilizzabile del 9 gennaio e al 19 gennaio sono state ultimate 173 procedure. I problemi però non derivano da Contracta ma da scelte nazionali, al punto che disservizi si segnalano in tutta Italia. Il fatto poi che sia stata preso in prestito questo sistema è perché è stata acquisita gratuitamente. Anche perché, ha ricordato Spinelli, è obbligatorio valutare le piattaforme disponibili e solo se non ci sono disponibilità è consentita l’acquisizione di prodotti informatici. Inoltre, il precedente sistema della Pat, ha aggiunto, era obsoleto. Comunque, nel frattempo si stanno affrontando le criticità emerse a livello nazionale.
La replica: Manica ha detto che il suo obiettivo era quello di sollevare la necessità di un surplus di attenzione sul tema. E, ha aggiunto, si vedrà nel corso del 2024 se questo sistema si adatta alle esigenze degli enti pubblici trentini.
Filippo Degasperi (Onda) Quali provvedimenti contro le insegnanti delle scuole d’infanzia?
Il consigliere di Onda ha chiesto alla Giunta quali siano i provvedimenti aperti dal dirigente del servizio attività educative nei confronti delle insegnanti della scuola per l’infanzia che provvedono a comunicare le assenze unicamente al rispettivo circolo di coordinamento evitando la consuetudine di avvertire le colleghe. Decisione di interrompere questa consuetudine, non prevista dal contratto, che è stata comunicata al sindacato all’interno delle azioni sindacali per salvaguardare la qualità della scuola.
La risposta: La vicepresidente Gerosa ha risposto che un totale di 256 sessioni i casi per i quali è stata aperta la proceduta sono solo 4. In questi casi le insegnati non hanno segnalato l’assenza alle colleghe che non hanno potuto garantire la copertura causando disagi all’utenza. Qui non si parla di consuetudini, ha ricordato, ma di una precisa disciplina organizzativa. Di fatto non sono state erogate sanzioni ma si sta solo svolgendo una verifica. Non si tratta comunque assolutamente di intimidazioni e i dirigenti sono stati obbligati ad agire. Detto ciò, ha aggiunto Gerosa, dichiarando la sua disponibilità al dialogo, si può cercare una soluzione migliore dell’attuale per garantire un servizio migliore alle famiglie.
La replica: Degasperi ha detto che l’idea di confronto espresso dalla vicepresidente si è in realtà concretizzato in raccomandate mandate alle insegnanti con l’invito a presentarsi con l’avvocato. Inoltre, ha ricordato, il contratto non obbliga le insegnanti a segnalare l’assenza alla scuola quindi l’iniziativa del Dipartimento sono carta straccia. Ha poi affermato che nelle altre regioni le scuole d’infanzia fanno parte degli istituti comprensivi che gestiscono i loro regolamenti e non si basano su consuetudini.
Walter Kaswalder (Patt) Itea spa, c’è l’intenzione di sostituire il cda con un commissario?
Il consigliere del Patt ha chiesto all’assessore competente se intenda istituire un commissario ad hoc in sostituzione del Cda di Itea spa con un programma di recupero degli alloggi inutilizzati e l’impegno a relazionare ogni dei mesi alla Quarta commissione.
La risposta: L’assessore Marchiori ha risposto che il piano triennale strategico prevede il recupero degli alloggi. E, stando all’oggi, è prevista una gara d’appalto per recuperare un cospicuo numero di case Itea. Comunque, in base al programma della Giunta Fugatti, si stanno mettendo in campo misure per dare una risposta al problema della casa.
La replica: Kaswalder ha detto di auspicare che il tema casa venga affrontato al di là di minoranza e maggioranza. Serve però un programma serio, anche con un commissario straordinario, per recuperare gli alloggi. Il coinvolgimento della Quarta commissione, inoltre, sarebbe utile per trovare idee per dare risposte al bisogno abitativo.
Stefania Segnana (Lega) Progetto infermiere di comunità, a che punto siamo?
La consigliera della Lega ha chiesto all’assessore alla sanità come stia procedendo lo sviluppo del progetto dell’istituzione dell’infermiere di comunità, una figura molto importante per il nuovo modello di organizzazione della medicina territoriale.
La risposta: L’assessore Tonina ha risposto ricordando la delibera di ottobre che ha permesso all’Azienda sanitaria di avviare una serie di progetti pilota. Sono già attivi alcuni percorsi: il monitoraggio dello scompenso cardiaco in Vallagarina, Bassa Valsugana e Tesino; poi c’è il monitoraggio dei pazienti affetti da diabete mellito in Giudicarie e Rendena e uno screening delle fragilità. L’obiettivo è quello di rispettare gli obiettivi della delibera del 13 ottobre 2023. Tutto ciò tenendo presente le difficoltà causate dalla carenza di personale. Comunque, il reclutamento sta andando avanti. Ad aprile inizieranno il lavoro le prime tre figure professionali e hanno risposto al bando 16 professionisti. L’Azienda sanitaria, infine, ha avviato un corso universitario per formare gli infermieri di comunità
La replica: La consigliera ha ringraziato Tonina perché sta portando avanti le iniziative, come quella dell’infermiere di famiglia, avviate nella precedente legislatura.
Francesca Parolari (Pd) Perché è stata sospesa la quota A dell’Assegno unico?
La consigliera Pd ha chiesto alla Giunta perché sia stata presa la decisione di sospendere l’erogazione della quota A dell’Assegno unico provinciale alle circa 9000 persone che lo percepiscono. Una scelta che ha finito per mettere in difficoltà 30mila persone che si trovano in una situazione di fragilità.
La risposta: Spinelli ha risposto che è si è reso necessario un adeguamento organizzativo e normativo in seguito all’abrogazione del reddito di cittadina che è stato sostituito dall’assegno di inclusione che prevede la residenza in Italia da 5 anni. La Giunta ha approvato l’8 gennaio il ddl 9 e la sospensione della quota A è stata determinata da motivi organizzativi e dalla necessità di modifiche normative. Sotto il profilo operativo, inoltre, si devono cambiare modulistica e piattaforme informatiche.