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Trento, l'ex presidente onorario Luigi Panizza attacca il Patt

Trento - Riceviamo e pubblichiamo l'intervento di Luigi Panizza ex presidente onorario PATT, oggi componente Casa Autonomia EU.
"Sono stato molto in dubbio se scrivere quanto andrò a dire, a margine del Congresso del PATT svoltosi domenica scorsa a Cirè di Pergine, ma poi, dopo qualche notte (la notte porta buon consiglio), ho deciso di intervenire su quanto detto dal segretario nella sua relazione. Ho letto sul mio computer il suo discorso integrale. Lo scopo e l’obiettivo di questo mio intervento non ha grandi pretese, ma forse può aiutare a fare qualche riflessione e trarne magari anche buone conclusioni. Chissà?! Un secondo obiettivo concreto è quello di fare un pochino di chiarezza in merito ad alcune affermazioni fatte dal segretario nei confronti di chi ha lasciato il PATT ed anche ad alcuni riferimenti per avallare quanto ha detto. L’intervento del segretario, in linea di massima, sarebbe condivisibile se i fatti corrispondessero a quanto dichiarato, ma purtroppo tra quanto detto dal segretario ed i fatti, per chi conosce la realtà politica locale, emergono colossali contraddizioni; e, nello specifico fra quanto dice lo Statuto del PATT e l’alleanza fatta dal PATT. La storia autonomista ed i suoi principi ispiratori parlano inequivocabilmente linguaggi diversi dalle forze politiche collegate. Ma, mi si permetta di fare un certo ragionamento e venire al dunque. Dato per scontato che le diversità ideologiche non sono fine a se stesse, ma determinano atteggiamenti e comportamenti umani che si ripercuotono nel mondo reale nelle varie dimensioni religiose, umane, sociali, civili, culturali ed economiche; non si può quindi prescindere dalle diverse conseguenze che determinano le ideologie. Non si può pertanto ridurre o relegare l’aspetto ideologico a qualcosa che non riguarda il mondo reale. La diversità ideologica produce effetti diversi proprio nel mondo reale, nella quotidianità, riguarda proprio il pane quotidiano, la vita concreta di una persona. Le varie ideologie storiche, per parlare solo delle ultime, come marxismo, nazzismo, fascismo, ed ora come in passato, il razzismo non hanno inciso nel mondo reale? Cosa possiamo dire dell’attuale onda razzista divenuta un problema planetario che sta facendo soffrire soprattutto i più poveri, i più deboli, i più fragili? Parlando di quanto sta avvenendo negli Stati Uniti il Papa è stato molto esplicito ed ha definito il comportamento di Trump contro i migranti “una disgrazia”. In Germania, in questi giorni, l’onda razzista è stata politicamente sconfitta negli organi istituzionali ed ha provocato la protesta antirazzista mobilitando una fiumana di popolo come abbiamo visto alla televisione. In Italia, purtroppo, stiamo assistendo alla tragicommedia dell’Albania, con dispendio di pubblico denaro che poteva essere utilizzato a favore dell’accoglienza. Inoltre chi si è macchiato di crimini ha beneficiato di un viaggio gratis pagato con i nostri soldi per ritornare sicuro nel suo paese libico dove, si dice, abbia ucciso, torturato e fatto soffrire tante persone e per questo quindi condannato da un tribunale internazionale.
E cosa facciamo noi nel nostro piccolo Trentino dove pullulano tante iniziative di volontariato ed abbiamo appena concluso con la città di Trento un’eccezionale riconoscimento internazionale proprio di apertura e sensibilità sociale? Paradossalmente, chi ci rappresenta al potere come coalizione maggioritaria provinciale si colloca dalla parte opposta di questa sensibilità sociale E nonostante la posizione chiara della minoranza politica, della Chiesa, di associazioni, di realtà economiche che vorrebbero e reclamano per motivi, anche diversi, un cambiamento di rotta sull’accoglienza dei migranti, ritornando all’accoglienza diffusa, ci troviamo di fronte a un muro, invalicabile e incomprensibile, eretto da questa Maggioranza politica provinciale che si rifiuta anche di fronte all’evidenza dei fatti di cambiare ciò che è sbagliato. E continua il braccio di ferro con il comune di Trento. E, ritornando al discorso iniziale che abbiamo interrotto, il PATT che si ispira per statuto alla dottrina sociale della Chiesa, che cosa ha fatto e cosa fa? Si è alleato con chi è responsabile di una politica egoista e cieca rappresentata dai partiti nazionali di Lega e Fratelli d’Italia, e così ne diventa corresponsabile. Il PATT ha assunto un ruolo subalterno come appendice della Lega, sacrificando e calpestando una parte preziosa dei principi e valori del proprio statuto come la solidarietà. Con i vertici in testa ha vinto formalmente ( molti, penso, inconsapevolmente) quella fronda razzista che nel PATT c’è sempre stata, ma non aveva mai prevalso. Ricordo quando nel 1990, appena eletto Presidente dovetti intervenire d’urgenza nei confronti della sezione di Trento che aveva diffuso arbitrariamente un volantino razzista nei confronti dei meridionali. Ma se nel passato i vertici sono stati le sentinelle nella tutela e difesa della fedeltà ai principi del Partito, questa volta si è verificato il contrario: sono stati i vertici a farsi promotori del cambiamento. Io ne sono stato testimone nel Consiglio Provinciale del Partito quando ho minacciato di andarmene dal Partito, lasciando la presidenza onoraria, se si fosse continuato a percorrere la strada dell’accordo con la destra. Ma non fui ascoltato. Ormai le scelte erano state fatte. Ancora per bocca del segretario il monito è stato quello di non utilizzare il Partito come “un autobus per fare i propri interessi”. Sinceramente non so a chi si rivolgesse il segretario. A livello personale penso di no. Infatti, mi dite come si può immaginare una persona di 85 anni (allora) che era da quarant’anni nel Partito, che aveva collaborato da protagonista all’unificazione, da sempre nella direzione del Partito, presidente onorario, che se ne va per il proprio interesse? Quale immaginario interesse ci potrebbe essere sotto. Io vivo più che sufficientemente con la mia pensione professionale e non sicuramente ho bisogno di altro. Perché il sottoscritto abbia dovuto uscire dal PATT deve essere successo qualcosa di molto, ma molto grave. E’ stata, come ho già dichiarato, la mia coscienza e la coerenza a farmi fare un passo che mi è costato molto, ma molto in termini affettivi. Ma questi hanno dovuto cedere il passo di fronte ai valori ed agli ideali. Diversamente sarei vissuto molto male. Me ne sono andato, come tutti gli altri, per gli stessi motivi. L’autobus sul quale si viaggiava, tutti assieme, ad un certo punto aveva preso un’altra direzione ed allora una parte di viaggiatori, fra i quali anche il sottoscritto, ha dovuto scendere. Erano decisamente cambiate le carte in tavola. Si era inventato un nuovo Partito. Io non voglio dare giudizi personali a nessuno. Non voglio guardare la pagliuzza nell’occhio di mio fratello, ma non posso ignorare i fatti ed i fatti sono sotto gli occhi di tutti, poi ognuno risponderà del perché ha fatto certe scelte. Non sta a me giudicare. Certo che non si può predicare in un modo e razzolare in un altro. Una cosa è certa: il Patt, purtroppo, è stato umiliato, svenduto, ha perso la sua dignità, faticosamente costruita in tanti anni da tante persone. E da ultimo, per favore, non tiriamo in ballo, a propria giustificazione, don Sturzo e Degasperi. Questi nobili personaggi, con la loro statura politica e morale, non hanno proprio nulla da spartire, anzi sono antitetici al PATT attuale e alla maggioranza con la quale si è alleato. Ora, come è già stato detto, dobbiamo dichiarare che il PATT è morto. Risusciterà? Segnali di dissidenza ce ne sono stati al Congresso. Non tutti sono d’accordo sulle scelte fatte e sperano ancora nel miracolo. Ce lo auguriamo. Vediamo; se sono rose fioriranno. Diversamente assisteremo a nuove defezioni. E non sarà una storia a lieto fine".
Ultimo aggiornamento: 06/02/2025 00:27:52
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