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Trento, messaggio del vescovo Tisi nella domenica delle Palme

"La Chiesa di lasciarsi lavare i piedi per non ridursi “a una triste Ong senz’anima”

​​Trento - Domenica delle Palme con benedizione dell'ulivo, e nella celebrazione il vescovo, monsignor Lauro Tisi, ha ricordato: "Debolezza mortale, inconsistenza, violenza sono l’habitat di chi vive per se stesso".

Un messaggio forte del vescovo di Trento che ha ricordato "l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, incamminato in verità verso la sua passione e morte, narrata nel lungo testo evangelico che caratterizza la liturgia" che ha evidenziato: "Quanto ha bisogno oggi la Chiesa di lasciarsi lavare i piedi!”, per non ridursi “a una triste Ong senz’anima” retta solo da “prestazioni e servizi”".

Nel seguire Gesù e il suo “modo di stare al mondo” c’è però secondo monsignor Tisi il “pericolo di sbagliare bersaglio”, il “concreto rischio di dare la vita per esibire sé stessi”, riducendo “l’esperienza credente a un po’ di sana filantropia”.

Davanti ai fedeli riuniti in duomo l’arcivescovo cita la “splendida l’intuizione di Bonhoeffer” (a 80 anni dal suo martirio) che vede nel Crocifisso l’”Uomo per gli altri”. Per monsignor Tisi questa è l’autentica identità di Dio, la “vera trascendenza”. “Solo nella libertà da sé, nell’esserci per gli altri abbiamo – aggiunge l’Arcivescovo – l’autentica onnipotenza”.
“Debolezza mortale” e “violenza” (come quella di chi ha mandato a morte Gesù) sono, viceversa, l’”habitat di chi vive per sé stesso”.

“Lì dove la vita diventa esodo, esistere per gli altri, lì - ribadisce monsignor Tisi (foto credit Zonta) - abita il Dio di Gesù Cristo, lì incontri il Regno. Non c’è possibilità di errore: quando la vita diventa pro-esistenza, dono di sé, lì Dio è presente. Non si tratta di mettere in gioco abilità, capacità organizzative, servizi; niente meno di sé stessi deve essere messo a disposizione degli altri”.

“Per vivere – è un ulteriore passaggio della Messa delle Palme, animata dai cori congiunti delle parrocchie del Duomo e di Santa Maria Maggiore – non basta avere salute, benessere economico, visibilità. Ci serve poter essere ospitati nella vita degli altri”.

“Fatichiamo - ammette don Lauro - ad accogliere questa modalità di vivere del nostro Dio, apparsa in Gesù”. Nel gesto della lavanda dei piedi, con cui il “Maestro vuol consegnarci il suo modo di interpretare la vita”, una lezione non solo per i credenti ““Quanto ha bisogno oggi la Chiesa di lasciarsi lavare i piedi!”, per non ridursi “a una triste Ong senz’anima” retta solo da “prestazioni e servizi”), ma “quanto ha bisogno di questo Dio l’umanità, in quest’ora tragica dove a dominare la scena sono uomini ossessionati dal vivere per sé stessi". "Lo squallore, la bassezza inaudita delle loro parole, delle loro narrazioni piene di odio e di disprezzo, la menzogna fatta sistema che abita i loro discorsi, ci porti – conclude l’arcivescovo di Trento – a batterci il petto e a tornare all’Uomo della Croce, alle sue parole che sono spirito e vita”.
Ultimo aggiornamento: 14/04/2025 00:13:11
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