Trento - Il Consiglio provinciale di Trento ha discusso il ddl n. 31/XVII in materia di sicurezza del lavoro sottoscritto dai consiglieri del Pd, di Campobase, Avs, Casa Autonomia. Il Ddl è stato bocciato con 19 no e 13 sì.
Il Pd: la sicurezza non è un costo ma un investimento da sostenere
Dai banchi del Pd si è sottolineata la gravità della situazione della sicurezza del lavoro in Trentino, che si colloca tra le prime cinque regioni nella triste classifica delle morti sul lavoro ed è collocato in “fascia rossa”. Tra l’altro c’è un costo della non sicurezza che a livello nazionale è stimato in 5 milioni di euro. Quindi, meno rischi per i lavoratori significa anche maggiore produttività. Tanti sono gli esempi di aziende che hanno introdotto procedure che, come nel caso delle Ferrovie Italiane, hanno dimezzato il numero degli incidenti. Risultati sta dando anche la “patente a punti” proposta dal sindacato già nel 2003 ma introdotta di recente. Misure che, in un primo tempo osteggiate dagli imprenditori che però ora hanno capito che la sicurezza non è un costo da contenere ma un investimento da sostenere. Però, hanno aggiunto gli esponenti Pd, sui luoghi di lavoro mancano le persone esperte e un ruolo più incisivo va assegnato ai medici del lavoro. Troppi strumenti sono spuntati e servono investimenti che si potrebbero ricavare, come prevede il ddl, dalle multe pagate dagli imprenditori.
Campobase: un no ad una ddl equilibrato
Da parte di Campobase si è affermato che troppo in fretta si dimentica il dolore dei familiari che hanno perso un caro e quello dei compagni di lavoro. Ogni incidente è un macigno che cade su una comunità, per questo il no al ddl è sbagliato perché affronta il problema sul terreno concreto a partire dagli investimenti Pat per la crescita della cultura della sicurezza. Una cultura tanto più importante in Trentino caratterizzato da un territorio difficile. Eppure, così come a Roma, anche qui si preferisce non decidere su un tema di questa importanza. Anno dopo anno si ribadisce la drammaticità del problema, ma poi – riconoscendo che si tratta di una questione complesso - non si riesce a incidere e si continua a rimandare. Il ddl è equilibrato e per questo c’è la possibilità che la maggioranza, dopo averlo bocciato, ne rilanci i contenuti, come è accaduto per il ddl sugli affitti brevi.
Onda: la Provincia ha le sue responsabilità
Il rappresentante di Onda ha detto di non capire, di fronte a dati drammatici, il no della maggioranza al ddl che va nella direzione corretta dalla costituzione di un fondo costituito dagli introiti delle multe (in passato usato per spese istituzionali) all’incremento delle iniziative per incrementare la sensibilità sulla sicurezza.
Richiamo da parte del consigliere anche alla responsabilità dei dirigenti Uopsal (che non assume più ispettori, ma solo tecnici) e del Servizio lavoro di fronte a un Trentino maglia nera per gli incidenti.
La Giunta: un ddl scarno. Il problema è la consapevolezza dei lavoratori
Dai banchi della Giunta si è affermato che il confronto rimane ed è sempre stato aperto, al punto che nel 2021 si arrivò ad un accordo significativo con l’allora opposizione. Le strutture, si è ricordato, lavorano bene (per qualcuno anche troppo) ed è stato sottolineato che non si arriverà mai alla sicurezza totale se i lavoratori non avranno la consapevolezza che sono loro stessi gli attori della loro sicurezza. Il ddl è stato definito piuttosto scarno e che nei contenuti insiste su azioni che vengono già fatte dai servizi della Pat. Inoltre, in questo campo si deve lavorare sulle persone, sui futuri lavoratori.
La proponente: un tema che non può essere delegato ai tecnici
La prima firmataria ha ricordato che l’articolo del ddl sull’alta formazione è stato bocciato dalla maggioranza in commissione, e ha ricordato che non ci si può affidare solo ai tecnici e ha chiesto se ci si è chiesti perché tutte le categorie economiche e i sindacati hanno detto sì al ddl. Vero, ha aggiunto ribattendo alla Giunta, che la questione della sicurezza non porta voti, ma non si sta in Consiglio per tirare su voti, ma per il bene della comunità. Infine, ha aggiunto che il tema della sicurezza appartiene a tutti e non può essere delegato solo alla Giunta che, con il no al, farà una brutta figura di fronte all’ennesimo morto sul lavoro che purtroppo ci sarà.
Le dichiarazioni di voto
In dichiarazione di voto dai banchi della Lista Fugatti, esprimendo il no al ddl, si è affermato che la formazione sulla sicurezza è stata aumentata di 6mila ore e da parte della dirigente dell’assessorato al lavoro c’è stata la disponibilità a relazionare sui dati degli incidenti in commissione. Da Campobase critiche alla posizione della Giunta anche perché la proponente non ha voluto intestarsi il tema della sicurezza che non può essere solo consegnato nelle mani degli esperti. Anche perché il principio della sussidiarietà funziona anche sulla sicurezza sul lavoro che implica interventi di tutti i settori della comunità e non ultima la consapevolezza dei lavoratori di non accettare qualsiasi condizione di lavoro. Una questione che va affrontata trasversalmente perché necessità una condivisione delle responsabilità. L’esponente di Onda, favorevole al ddl, ha chiuso affermando che il no della maggioranza ha solo una motivazione politica come è accaduto con gli affitti brevi. Un esempio di patologia della democrazia e la conferma che questa maggioranza annuncia riforme che non fa mai perché legata alla sola logica del consenso.