Trento - E’ stato respinto in Quinta Commissione, presieduta da
Christian Girardi, il disegno di legge 50, che prevede un contributo di 100.000 euro a sostegno di celebrazioni, eventi, iniziative per l'ottantesimo anniversario del 25 aprile. Sono poi proseguite le audizioni sulla riforma della scuola e dei servizi all'infanzia 0-6 anni con gli interventi dell’
Associazione Agorà33 e le rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl, Uil.

Il disegno di legge 50 "
Celebrazioni per l'ottantesimo anniversario della conclusione del secondo conflitto mondiale e della Resistenza" (proponenti consiglieri Maestri, Manica, Zanella, Parolari, Calzà, Franzoia, de Bertolini, Coppola, Demagri, Maule, Malfer, Stanchina e Valduga).
Un contributo di 100.000 euro per le celebrazioni, gli eventi, le iniziative a 80 anni dal 25 aprile 1945. “Una data – si legge nel testo della relazione illustrativa del ddl - che segna non solo la fine della guerra nel nostro Paese e la liberazione dall’oppressione nazifascista, ma rappresenta anche una tappa fondamentale, come ricordato più volte dal Presidente della Repubblica, nella costruzione della democrazia italiana e dei suoi valori unitari, attraverso la conoscenza del fascismo e del nazismo, della guerra, della realtà concentrazionaria e di sterminio e della lotta partigiana”. In particolare, il ddl, strutturato in tre articoli, prevede: il sostegno diretto ad attività celebrative, convegni, ricerche, iniziative didattico-formative e culturali; l'istituzione di due borse di studio dedicate a studenti dell'ateneo trentino e ad allievi degli istituti superiori provinciali che realizzino ricerche innovative e progetti di diffusione della conoscenza, rispetto agli argomenti oggetto di questa legge; le conseguenti variazioni al bilancio.
Lucia Maestri - L’80esimo del 25 aprile va commemorato in modo significativo
“L’ottantesimo vale tutto l’anno - ha spiegato la consigliera Maestri ripercorrendo la centralità dei valori del 25 aprile. - Sembrava corretto commemorarlo in modo significativo anche chiedendo il sostegno della Fondazione Museo storico del Trentino e dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI) del Trentino e la collaborazione di altri enti ed associazioni del territorio”. Un testo semplice, ha più volte detto Maestri, costituito di tre articoli, “necessario nei contenuti. Il disegno di legge si fa carico di dare sostegno concreto alla costruzione di una memoria condivisa ed, al contempo, custode dei valori democratici della nostra epoca”.
Francesca Gerosa - Ddl tardivo e non incisivo negli obiettivi
Nel preambolo, l’assessora alla cultura della PAT Francesca Gerosa si è soffermata sulla necessità e sulla responsabilità di lavorare per una semplificazione normativa e non a un appesantimento delle norme. “Questo ddl ricorda molto il ddl approvato sulle celebrazioni per Matteotti. Sembra quasi ci sia una tendenza nel voler presentare un ddl ogni qualvolta che c’è una celebrazione meritevole di essere ricordata, quando sarebbe sufficiente una mozione. Il mio impegno, qualora arrivassero richieste su questo tema, sarà di mettere a disposizione risorse straordinarie”. Gerosa ha poi evidenziato che il 25 aprile ha la sua massima espressione celebrativa nel periodo che va dal 25 aprile al 1 maggio, “il ddl è dunque tardivo e non incisivo negli obiettivi. Per altro – ha proseguito – l’importante tema è già presidiato”. Gerosa ha quindi ricordato la mostra del Museo Storico dedicata alla Seconda Guerra Mondiale e la mostra “La battaglia del Brennero 1943-1945” recentemente inaugurata dal Museo Caproni.
Lucia Maestri - Le Istituzioni come si fanno carico delle riflessioni su questa data?
Rispondendo a Gerosa, la consigliera Maestri ha quindi voluto puntualizzare che nelle mostre citate manca l'approfondimento sulla storia del 25 aprile. “Quando ci sono richiami che dal punto di vista storico assumono un tale significato, si deve porre attenzione alla data. Chi si fa carico di tale riflessione? Non basta che siano le associazioni a farsene carico. Noi come Istituzioni cosa facciamo?”.
Michele Malfer – Bene promuovere iniziative che coinvolgono gli studenti
Così anche il consigliere Michele Malfer: “Alcune date simbolo sono significative e meritano un surplus di attenzione”. Malfer si è poi soffermato sui bandi rivolti a università e scuole previsti dal ddl. “Un valore aggiunto nell’approccio educativo. Gli studenti su temi cosi delicati riescono a comunicare tra pari. Auspico che possa esserci un’interazione”.
Mirco Bisesti - Valutiamo altre forme e altre strade per il contributo
Per il consigliere Bisesti: “Quanto detto da Gerosa è di buon senso. Tutti riconoscono l’importanza dell’anniversario, la prassi del ddl è da vedere se davvero è di beneficio.
Valutiamo altre forme e altre strade per il contributo”.
Messo ai voti, il ddl è stato respinto.
LA RIFORMA DELLA SCUOLA 0-6
Quattro le proposte sotto esame: il ddl 20 della consigliera Vanessa Masè che, senza stravolgere l’impianto normativo esistente e dunque lasciando in vigore la normativa vigente, almeno in un prima fase sperimentale, individua un sistema integrato di educazione e di istruzione per l’infanzia; il ddl 40 (proponenti consiglieri Parolari, Manica, Maestri, Zanella, Franzoia, Calzà, Demagri, Maule, Malfer, Stanchina e Valduga) che guarda a una nuova legge per il sistema educativo, supera e riassorbe le due leggi che ad oggi regolano i due segmenti 0-3 anni e 3-6 anni, ovvero la legge provinciale 4/2002 e la legge provinciale 13/1977 per le scuole dell’infanzia; il ddl 32 del consigliere Filippo Degasperi che si focalizza sul trattamento economico del personale e va nella direzione di applicare, anche al comparto dei nidi, la clausola di salvaguardia vigente per le scuole d’infanzia che già impone ai gestori privati dei servizi (Federazione provinciale scuole materne, Coesi, Asif) l’applicazione di condizioni equivalenti a quelle previste per il corrispondente personale della scuola provinciale; il ddl n. 41 di iniziativa popolare (proponente signora Lupi) che prevede la cancellazione dell'apertura a luglio delle scuole dell’infanzia.
Oggi sono stati auditi: l’Associazione Agorà33 e le rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl, Uil.
Associazione Agorà33 - I dubbi sulla Sezione Primavera. Riforma che individua una scuola confinata e non estesa. I bambini devono stare con la famiglia
Ad intervenire il presidente Luca Malgioglio, che ripercorre nell’analisi i ddl. Il ddl 41 prevede una proposta di buon senso. “Il tempo scuola deve avere dei momenti di pausa e i bambini devono avere dei tempi da passare con la famiglia”. Positivo il giudizio anche sul ddl 32, per Agorà33 “è opportuna l’equiparazione degli stipendi”. Dubbi e perplessità, invece, hanno suscitato il ddl 20 di Masè e il ddl 40 di Parolari nella parte in cui prevedono l’istituzione delle Sezioni Primavera “che mettono insieme bimbi del nido e della scuola dell’infanzia”. Ancora, per l'associazione sono intervenuti: Renata Puleo, direttrice didattica e fondatrice associazione ALAS; Davide Viero, docente di scuola primaria; Maurizio Di Bella, vicepresidente di Agorà33. Per Puleo il nodo è il lavoro. “Il lavoro impedisce alle famiglie di occuparsi dei propri figli – ha osservato Puleo. - Non si può demandare a scuole aperte tutto l’anno, magari h24 come avviene a Roma, la crescita e l’educazione dei bambini”. Quanto a una scuola 0-6. “I due anni non sono i tre anni. Unire una fascia cosi ampia significa non avere ben chiaro il concetto dell’infanzia. Una sezione mista 3-5 anni va bene. Ma prima no”. Sotto la lente anche la questione organizzativa che prevede di assorbire il nido alla scuola dell’infanzia e la differenza salariale sproporzionata degli insegnanti. E se per Davide Viero nei ddl 20 e 40 mancano riferimenti pedagogico culturale e predomina l’aspetto dell’accudimento; per Maurizio Di Bella le riforme hanno un “respiro localistico. Serve una visione più globale. C’è una scuola confinata e non estesa”.
Walter Largher, Segretario Generale UIL – Coinvolgere le Organizzazioni sindacali per evitare contenziosi o problematiche contrattuali
Analisi generale politica e di metodo, per il segretario della UIL. Il sindacato ha apprezzato lo sforzo dei due ddl che guardato al rinnovare la legge sulla scuola in Trentino. “Crediamo nell’importanza della valorizzazione del sistema integrato 0-6 – ha detto Largher – mantenendo l’identità di entrambi i settori, nido e scuola infanzia che richiedono attenzioni differenti. Salutiamo favorevolmente il dibattito sviluppato da cui è necessario partire per valorizzare un disegno di legge di prospettiva che dovrà ragionare su un progetto pedagogico 0-18”. Sul tavolo sono stati messi anche i dubbi, “i ddl non ci convincono completamente”. Per la UIL è necessario aprire un tavolo con le organizzazioni sindacali, “una legge cosi non si può giocare a colpi di modifiche”. Da qui la richiesta di coinvolgere – in modo continuo e sostanziale - tutti i soggetti interessati a partire dalle Organizzazioni sindacali anche per evitare contenziosi o problematiche contrattuali.
Monica Bolognani, Segretaria Generale CISL Scuola – Guardiamo a una scuola 0-18. Vanno chiarite le competenze dei vari soggetti
Anche per la CISL i presupposti sono condivisibili, sul metodo c’è da fare chiarezza. “C’è continuità e attenzione verso la crescita dei bambini, ma vogliamo capire dove si colloca la scuola dell’infanzia” ha detto Bolognani, condividendo la visione di una scuola 0-18. Tra gli appunti sollevati: sono da chiarire le competenze dei vari soggetti; i diversi contratti; la gestione e l’organizzazione del personale.
Bianca Francesconi, CGIL del Trentino Scuola - Auspicabile l'aspetto della gratuità dei nidi
Francesconi ha chiesto di porre attenzione ai bambini in fasce d’età molto diverse. “Bene promuovere la qualità dell’offerta educativa e la continuità scolastica. Positivo il voler rendere il servizio 0-3 più diffuso. Sarebbe auspicabile l'aspetto della gratuità per i nidi come avviene per la scuola dell’infanzia”. Anche per la CGIL i nodi restano sull’inquadramento contrattuale. Positivo il ddl Degasperi. Che affronta la disparità salariale.
Il dubbi sulla Sezione Primavera e le sperimentazioni
Il dibattito si è poi concentrato sul tema della Sezione Primavera - 24 ai 36 mesi - previsto dai ddl Masè e Parolari. Raffaele Meo, della CGIL del Trentino dell’Infanzia ha chiesto chiarimenti suI passaggi. Ancora, Mirko Vicari, della settore Asili Nido CGIL, “apprezziamo il servizio educativo e non di conciliazione, ma resta il tema della Sezione Primavera. Uno dei punti da attenzionare anche per ciò che riguarda il personale. Perchè deve essere svolto dal personale della scuola dell’infanzia e non anche del personale dei nidi?”. La consigliera Lucia Coppola ha quindi chiesto se le osservazioni emerse fossero frutto di una condivisione con gli insegnanti. Sia la consigliera Parolari che la consiglierà Masè hanno evidenziato che nella Sezione Primavera non c’è l’intenzione di mescolare i bambini. Per Parolari: “diventa un’ipotesi da valutare con modalità di sviluppo educative adeguate”. Per Masè “è una soluzione residuale da adottare. Sono un’incognita nell’incognita sono state inserite per coerenza”. Monica Bolognani ha assicurato un costante confronto con gli insegnanti che temono di perdere la loro identità “i contorni delle modifiche non sono chiare. Noi facciamo da tramite”. Infine sul ddl Degasperi e sulle sperimentazioni è intervenuta Bianca Francesconi chiedendo come sta funzionando l’inserimento delle Scuole Infanzia negli Istituti Comprensivi. “Presso l’istituto Ladino in Val di Fassa e l'istituto Cimbro di Folgaria-Lavarone-Luserna c’è una forma anticipatoria di inserimento di cui non si sa nulla”.