Trento - Riforma della scuola e dei servizi all'infanzia 0-6 anni. Oggi in quinta Commissione l’intervento dell’assessora all’Istruzione provinciale, Francesca Gerosa e l’apertura delle consultazioni. Ad intervenire le Cooperative sociali e il Forum delle associazioni familiari del Trentino. Al centro: l’esame dei ddl depositati in Consiglio Provinciale e la sperimentazione 0-6 anni su cui ci sarà un’interrogazione della consigliera Francesca Parolari.
Procede l’esame della Riforma della scuola e dei servizi all'infanzia 0-6 anni. Oggi in Quinta Commissione, presieduta da Christian Girardi, la riunione si è aperta con l’intervento dell’assessora all’Istruzione provinciale Francesca Gerosa sui quattro disegni di legge depositati in Consiglio provinciale, accompagnata dal dirigente servizio attività educative per l’infanzia, Livio Degasperi. Al centro della seduta una riflessione sulla sperimentazione in atto 0-6 e la consigliera Francesca Parolari anticipa un’interrogazione. A seguire le consultazioni con le Cooperative sociali e il Forum delle associazioni familiari del Trentino. Prossima seduta il 26 febbraio.
L’intervento dell’assessora all’istruzione della Provincia, Francesca Gerosa
Ad aprire i lavori della Commissione l’intervento dell’assessore all’istruzione della Provincia, Francesca Gerosa che, in merito al ddl n. 41 di iniziativa popolare (proponente signora Lupi) sulla cancellazione dell'apertura a luglio delle scuole dell’infanzia, ha dato parere negativo.
Quanto al ddl n. 32 (proponente Degasperi) che, tra le altre cose, si focalizza sul trattamento economico del personale, Gerosa ha espresso diverse perplessità sia al testo che agli emendamenti. “Il tema va approfondito - ha specificato l’assessora - non c’è neanche una previsione di spesa”. Perplessità sono emerse anche in merito alla costituzione di un “Collegio del personale” unico tra scuola e nido d’infanzia “che di fatto - ha osservato Gerosa – andrebbe a spogliare Provincia e Comuni di una regia di sistema consolidata che potrebbe causare difformità di scelte didattiche”. Nel suo intervento Filippo Degasperi ha evidenziato che il ddl va a uniformare il sistema 0-3, come già avviene nel 3-6 e ripropone “ciò che si fa altrove e che funziona bene. L’ha fatta più complicata di quella che è”, ha concluso il consigliere di Onda.
Per Gerosa non va a “sciogliere parecchi nodi di fondo, come ad esempio la materia dei profili professionali” il ddl n. 40 (proponenti Parolari, Manica, Maestri, Zanella, Franzoia, Calzà, Demagri, Maule, Malfer, Stanchina e Valduga). “Questo disegno di legge – ricorda l’assessora Pat - propone una totale modifica dell’impianto normativo, ma cancellare totalmente le due leggi pilastro del sistema 0-3 e 3-6 (legge provinciale 4/2002 e legge provinciale 13/1977 ndr) è rischioso”. L’assessora ha poi ricordato la sperimentazione dei Poli dell’infanzia 0-6 già in atto (il 3 febbraio ne aprirà uno anche a Povo), i 740 nuovi posti nido che arriveranno (con il Pnrr) e quindi “vanno capiti gli andamenti di spazi e i dati sulla denatalità. Il Ddl - per Gerosa - entra nel merito della continuità in una logica non pedagogica e che non considera l’evoluzione degli anni futuri”. Ultima criticità: le spese sottostimate.
Venendo al ddl n.20 (proponente Masè), “vanno affinati alcuni elementi come la semplificazione del testo. Ma senza stravolgere l’impianto normativo esistente, e dunque lasciando in vigore la normativa vigente almeno in un prima fase sperimentale, individua un sistema integrato di educazione e d’istruzione per l’infanzia”. Qui il valore aggiunto: il ddl 20 lascia intatto quello che c’è, ma propone una nuova cornice.
Per Gerosa: l’ottica è integrata; vengono individuati obiettivi importanti, dalla formazione pedagogica a nuove tipologie di servizi; rimane fermo il ruolo regolatore della Provincia davanti al sistema “ruolo che la Provincia non vuole, abdicare”; dà la possibilità di affinare e sperimentare.
Parolari anticipa un‘interrogazione sulla sperimentazione 0-6 anni
Sull’analisi da “promossi o bocciati”, così definita dalla consigliera Lucia Maestri, intervengono la stessa Maestri e Francesca Parolari. “Avevamo chiesto un’indicazione della Giunta e i dati sulla sperimentazione, non una presa di posizione e una valutazione personale. Vorremmo essere edotti sui risultati. Sembra un po’ tirato il giudizio, non ci sono dati e riflessioni concrete soprattutto sul come”, osserva Maestri. A ribattere Gerosa: “Sono stata chiamata a dare un pensiero e l’ho motivato. Riporto le posizioni della Giunta ed esplicito un parere sulle proposte. Non è stato detto sì alla Masè. Abbiamo detto che si può avviare, in forma di sperimentazione, la ricerca di una cornice”. Parolari ha contestato l’appunto di Gerosa sulla mancanza di valenza pedagogica del ddl 40. “È la principale finalità del ddl – osserva la consigliera Pd -. Piuttosto nel guardare a una riforma si è partiti dalla sperimentazione per arrivare al principio pedagogico. Dovrebbe essere il contrario”. Parolari ha quindi anticipato che farà un’interrogazione: “Su cosa si sta basando la sperimentazione? Non c’è un progetto pedagogico”.
Le consultazioni
A seguire si sono aperte le consultazioni. Ad intervenire le Cooperative sociali: Città futura, La Coccinella, Cooperativa Bellesini; l’azienda speciale servizi infanzia e famiglia G.B. Chimelli, Raggio di Sole, Pro.Ges, cooperativa sociali Tagesmutter del Trentino - il Sorriso. E ancora il Forum delle associazioni familiari del Trentino.
Portavoce delle realtà cooperative Sandra Dodi di Città Futura. Le cooperative hanno messo in evidenza che serve un’attenta preparazione preliminare. “Ad oggi non c’è una maturità di percorso, servono atti formali da parte della Provincia per avere la costruzione di modelli unitari coerenti. Diamo la nostra disponibilità a partecipare a questa sperimentazione. Serve una visione di lungo periodo se vogliamo un efficace sistema integrato”. Le cooperative si sono soffermate su due servizi 0-3 e 0-6 che “hanno vissuto in modo parallelo e dialogando poco tra loro, con identità di visione diverse, frammentazioni, contraddizioni. La sperimentazione può diventare un contesto significativo”. Così Anna Vegliach del Forum delle associazioni familiari del Trentino. “Positivo portare avanti una proposta ampia e strutturale, superando leggi datate. Ma occorre costruire un piano normativo”.
Sulla sperimentazione
Da qui l’osservazione generale di avere sperimentazioni formalizzate e uniformate, evitare forme di “cannibalismo tra servizi” nella riorganizzazione generale, lavorare con raccordo e monitoraggio coinvolgendo anche le famiglie. E in risposta alla consigliera Eleonora Angeli che chiedeva quale fosse il metodo più adatto per uniformare le linee guida pedagogiche 0-3 e 3-6, l’ulteriore riflessione sulla sperimentazione: “Le linee pedagogiche non sono mai sperimentali, ma danno indicazioni. Quindi si può fare una sperimentazione dove c’è già personale aggiornato su linee pedagogiche condivise e nate in collaborazione. Ad oggi è ancora tutto deduttivo”.
Sì all’apertura delle scuole a luglio
I referenti dell’Azienda speciale servizi infanzia e famiglia G.B. Chimelli, Pietro Grigolli e Stefania Mattivi, hanno portato l’esperienza del servizio di continuità 0-6, evidenziando come l’apertura delle scuole a luglio sia stata apprezzata dalle famiglie. “E’ stato offerto un servizio di qualità. Serve però un investimento sui bisogni del personale”. Anche Anna Vegliach, del Forum delle associazioni familiari del Trentino, è intervenuta in merito: “L’apertura delle scuole l’11 esimo mese non va a ledere il ruolo degli insegnanti, ma vanno considerate anche le loro esigenze, magari ripensando alle ferie nel corso dell’anno scolastico”.