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Trentino, scontro sui fondi per le aree a rischio spopolamento

La Provincia incontra i sindaci, i sindacati vanno all'attacco

Trento - Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, e l’assessore provinciale alle politiche per la casa, Simone Marchiori, hanno incontrato ieri, presso il palazzo di Piazza Dante, i sindaci dei 32 comuni trentini coinvolti nel progetto sperimentale per la rivitalizzazione delle aree geografiche a rischio di abbandono. Un momento di confronto e dialogo, per illustrare lo stato dell’iter della misura - rispetto alla quale il presidente Fugatti ha annunciato l’approvazione di una delibera definitiva tra il 20 e il 25 aprile, e il conseguente bando immediatamente dopo - ma anche per raccogliere le osservazioni dei primi cittadini e le impressioni dei territori a poche settimane dal lancio dell’iniziativa.

"Questa misura, che ha suscitato un importante interesse anche fuori dai confini nazionali, non è un intervento solo immobiliare, ma vuole essere prima di tutto uno strumento capace di agevolare la coesione sociale nelle nostre comunità - le parole del presidente Fugatti in apertura del confronto - . La nostra autonomia deve puntare sulla capacità di mantenere le persone a vivere nelle aree più periferiche. In tal senso, il confronto con i territori diventa essenziale anche per affinare, se necessario, il progetto e garantire che lo strumento messo in campo sia il più possibile efficace per rispondere alle esigenze delle comunità locali”.

L’assessore Marchiori ha rimarcato il principale merito dell’iniziativa: “Viene fissato un principio: abitare in montagna è difficile, richiede sacrifici e impone alle persone di confrontarsi quotidianamente con una serie di aspetti che le comunità del fondovalle non vivono, o vivono in maniera molto limitata. Con questa misura il gap esistente con il fondovalle comincia ad essere riconosciuto”.

L'incontro è stata un'importante occasione di dialogo con gli amministratori locali, anche in vista della definizione del bando attuativo della misura. Su questo aspetto, il presidente ha tracciato un cronoprogramma di massima, annunciato tra il 20 e il 25 aprile - conclusa la discussione in Consiglio provinciale, prevista tra il 10 e il 20 aprile - l’approvazione di una delibera definitiva da parte della Giunta provinciale, alla quale seguirà il bando.

Il presidente Fugatti ha poi aperto alla possibilità di apportare eventuali correttivi e di ampliare, in futuro, la misura - per il finanziamento della quale la Giunta provinciale ha stanziato 10 milioni di euro nella manovra di assestamento di bilancio 2024 - anche ai territori con trend demografico non negativo, in base all’interesse concreto che emergerà rispetto alla pubblicazione del bando.

All’incontro hanno partecipato anche il dirigente generale del Dipartimento urbanistica, energia, catasto, tavolare e coesione territoriale, Giovanni Gardelli, la dirigente dell’Unità di missione semplice coesione territoriale, Ileana Olivo, e il presidente del Consiglio delle Autonomie Locali, Paride Gianmoena.

Gardelli è entrato più nel dettaglio tecnico della misura, ricordando come questo strumento si inserisca in una serie di iniziative nate a seguito degli Stati generali della Montagna per contrastare lo spopolamento delle aree montane.
Gardelli, in particolare, ha sottolineato come gli interventi finanziabili non riguardino le nuove abitazione ma il recupero del patrimonio edilizio esistente, con l’obiettivo di portare nuovi residenti nei comuni coinvolti o la permanenza di famiglie giovani (under 45) sul territorio di riferimento.

Gli obiettivi del progetto

La misura è pensata per intervenire non solo sul piano strutturale, ma anche sociale ed economico. Si punta infatti a creare una rete comunitaria identitaria nei territori più fragili, garantendo alloggi accessibili e incentivando la residenzialità stabile. Un'iniziativa che si inserisce in una strategia più ampia della Provincia, nata a partire dagli Stati Generali della Montagna, per affrontare la questione abitativa e lo spopolamento delle aree montane, una delle priorità dell’azione del governo provinciale.

I beneficiari del progetto sono persone fisiche che hanno o intendono acquisire un diritto di proprietà o di godimento su un immobile nei comuni coinvolti. È possibile richiedere il contributo per un massimo di tre unità immobiliari.
Chi accede al finanziamento deve stabilire la propria residenza o locare l’immobile a canone moderato a persone che trasferiscono la residenza nel comune per almeno dieci anni.

Il beneficiario non deve essere già residente nel comune in cui si trova l'immobile, salvo il caso di richiedenti under 45, per i quali questo vincolo non si applica.

I contributi previsti

Ristrutturazione: fino al 40% della spesa nei centri storici e al 35% nelle altre aree, con un tetto massimo di 80.000 euro (su una spesa ammessa di 200.000 euro).
Acquisto: fino a 20.000 euro.

I comuni coinvolti
La misura riguarda i comuni di: Altavalle, Bleggio Superiore, Bondone, Borgo Chiese, Bresimo, Canal San Bovo, Castel Condino, Castello Tesino, Cis, Cinte Tesino, Dambel, Frassilongo, Grigno, Livo, Luserna, Mezzano, Novella, Ospedaletto, Peio, Pieve di Bono-Prezzo, Pieve Tesino, Rabbi, Rumo, Sagron Mis, Segonzano, Sover, Terragnolo, Tre Ville, Valdaone, Valfloriana, Vallarsa, Vermiglio.


Sindacati "Nessuno spopolamento della montagna, lo dice la stessa Provincia autonoma di Trento"
"Se non fosse che si spendono dieci milioni di euro di soldi pubblici il piano abitativo contro il presunto spopolamento della montagna, così come le domande che arrivano dal resto d'Italia e addirittura dall'estero, farebbe sorridere. Invece qui ci sono in ballo le risorse dei cittadini, anche di quelli che una casa non possono averla pur lavorando. E allora il piano della giunta Fugatti più che far ridere, fa piangere visto che lo spopolamento della montagna trentina non c’è. Lo dicono i numeri e lo conferma la stessa Provincia autonoma". Il segretario della Cgil del Trentino, Andrea Grosselli, ribadisce la posizione negativa del sindacato sull’ultima boutade della Giunta Fugatti con il sostegno all’acquisto o ristrutturazione di case in 33 piccoli comuni trentini per un beneficio che, fatti due conti, riguarderanno massimo 5 o 6 famiglie in media per ogni comune interessato. Dati alla mano, infatti, lo spopolamento della montagna di cui parla Fugatti non c’è. Negli ultimi trent'anni, dal 1991 al 2023, il numero di abitanti nei comuni sopra i 500 metri in Trentino è cresciuto, non diminuito, passando da 171.175 a 194.630, con un incremento del 13,7%. Anche sopra i 1.000 metri di altitudine oggi ci sono più residenti di trent'anni fa.

Ma non c’è spopolamento neppure per la Provincia che in documento di soli due anni fa scrive che “la montagna trentina è una montagna viva, dove uomo e ambiente hanno imparato a convivere. (...) Non si può parlare di un vero e proprio spopolamento della montagna perché attualmente più del 6% della popolazione vive sopra i 1.000 metri e il 16% vive sopra i 750 metri“. "E' ovvio che se si individuano specifiche situazioni di piccoli comuni avremo anche dei dati in calo, ma come dimostra il documento di Ispat del 30 maggio 2022 - insiste il segretario - nelle stesse Comunità di Valle accanto ai comuni che si rimpiccioliscono ce ne sono altri che crescono. Si deve quindi fare un ragionamento per aree territoriali omogenee e costruire politiche su misura per i singoli territori. Basterebbe investire sull’autonomia delle Comunità di Valle, stimolando, valutando e finanziando progetti che nascono sul territorio. Invece si illudono i comuni con politiche centralistiche decise a Trento senza nessun coinvolgimento dei territori e soprattutto senza una vera analisi dei problemi delle comunità". Per il sindacato la montagna e i suoi abitanti hanno bisogno di ben altro. Servono cioè servizi, a cominciare da quelli per le giovani famiglie e per gli anziani, sempre più soli nelle valli, fino ai trasporti, serve promuovere la diffusione di posti di lavoro di qualità in termini retributivi e organizzativi, serve una politica abitativa che contrasti l'overtourism e la speculazione immobiliare.

"Di tutto questo, però, nel piano della Giunta non c'è traccia - conclude amaramente il segretario della Cgil del Trentino -. Fa rabbia vedere traditi così gli Stati Generali della Montagna: non si possono infatti risolvere problemi complessi con interventi fatti a naso, senza nessuna analisi, senza nessuna valutazione di impatto. Poi non possiamo sorprenderci se l'incentivo attrae l'interesse di canadesi, polacchi o connazionali fuori dai confini, ma non dei giovani trentini. Perché la realtà è un'altra. Siamo di fronte all'ennesimo provvedimento spot, che non avrà alcuna ricaduta concreta sulla comunità. Una nuova lotteria che farà felici 150 famiglie ma lascerà ancora più sole le periferie ", conclude Grosselli.
Ultimo aggiornamento: 02/04/2025 06:33:10
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