Trento - Persona 5.0: mettere al centro la persona per creare valore nell’impresa. È possibile coniugare la necessità di mettere la persona al centro dell’azione imprenditoriale senza rinunciare all’imprescindibile esigenza del profitto? Si presenta così, con questo quesito, la nuova tappa del ciclo di appuntamenti targati “Una certa idea di futuro”, ormai consueto appuntamento formativo organizzato da Confindustria Trento in collaborazione con l’Università degli Studi di Trento. Come nelle precedenti occasioni, l’incontro odierno ha coinvolto ospiti di varia estrazione, per dare ampie prospettive sul tema. 
È stato Alessandro Garofalo a introdurre i lavori e moderare l’incontro, invitando gli spettatori a porsi nell’ottica di analizzare l’entità azienda non solamente come attore di mercato, ma anche come organizzazione composta da persone che hanno il ruolo di dirigere e comporre l’impresa nelle sue parti.
L’apertura del dibattito è stata affidata a Padre Natale Brescianini, monaco benedettino e formatore, e a Ilaria Agosta, Presidente AIDP Veneto: due ospiti provenienti da percorsi sensibilmente differenti, ma con prospettive comuni. Il primo, infatti, partendo dalla regola di San Benedetto, che ha ispirato la vita dei monaci per più di 1500 anni, si è chiesto se essa possa essere interpretata e declinata nell’ambito aziendale per offrire spunti significativi nella gestione d’impresa. “Il lavoro deve essere concepito come strumento per cercare di costruire qualcosa per noi e per gli altri – ha detto Padre Brescianini -. Possiamo identificare l’azienda come luogo fortemente educativo. E qui si pone la domanda: a cosa vogliamo educare la persona? Solo alla massimizzazione del profitto? Bisogna integrare nuove dimensioni al modello attuale di economia.