Informativa

Noi e terze parti selezionate utilizziamo cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per le finalità di esperienza, misurazione e marketing (con annunci personalizzati) come specificato nella cookie policy. Il rifiuto del consenso può rendere non disponibili le relative funzioni.
Usa il pulsante “Accetta” per acconsentire. Usa il pulsante “Rifiuta” per continuare senza accettare.

-

Violenza contro le donne: i dati del Trentino

Report nell'ambito convegno per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Trento - In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Provincia autonoma di Trento rinnova il proprio impegno nel contrastare ogni forma di abuso e nell’offrire sostegno concreto a tutte le donne vittime di violenza. Il Report “I numeri della violenza contro le donne in Trentino” offre un’analisi dettagliata del fenomeno attraverso i dati riferiti al 2023 e raccolti grazie alla collaborazione tra Ispat, Procure, Forze dell’Ordine, Polizia locale, APSS, APAPI e servizi antiviolenza, sotto il coordinamento della cabina di regia istituita per monitorare e affrontare il fenomeno.

I dati, presentati oggi nell'ambito del convegno promosso dalla Provincia con tutti i soggetti del territorio, permettono di tracciare un quadro oggettivo e utile per indirizzare le politiche di prevenzione e intervento, rafforzando il lavoro di rete tra istituzioni e servizi.

I numeri della violenza sulle donne in Trentino riferiti
Denunce e ammonimenti
Nel 2023, le denunce sono state 477, con un aumento del 3,0% rispetto al 2022, mentre i procedimenti di ammonimento sono scesi a 139, segnando un calo del 27,6%. Complessivamente, il totale di denunce e ammonimenti è stato di 616, in leggera flessione (-6,0%) rispetto all’anno precedente. La flessione nei procedimenti di ammonimento è attribuita al maggiore ricorso al Codice Rosso, che attiva il procedimento penale in modo prioritario, evitando sovrapposizioni con l’iter amministrativo. Nel 72,8% delle denunce e nel 93,5% degli ammonimenti, il presunto autore è un uomo proveniente dalla rete relazionale o lavorativa più vicina alla vittima, a conferma della natura domestica e affettiva della maggior parte dei casi.

Violazioni degli obblighi familiari
Nel 2023 sono state registrate 360 segnalazioni per violazione degli obblighi familiari ai sensi degli articoli 570 e 570 bis del codice penale. Di queste, 241 sono state trasmesse alla Procura di Trento (+1,7% rispetto al 2022) e 119 alla Procura di Rovereto (+6,3%). Tali dati riflettono un leggero aumento rispetto agli anni precedenti, dopo una flessione significativa registrata nel 2021 e nel 2022.

Servizi residenziali per donne vittime di violenza
Nel 2023, 91 donne sono state accolte nei servizi residenziali del territorio, tra cui case rifugio, comunità madre-bambino e soluzioni di abitare accompagnato. A queste si aggiungono 13 donne ospitate tramite il Progetto Emergenza in strutture alberghiere e 9 trasferite in strutture fuori provincia. Tra le donne accolte, il 59,4% rientra nella fascia d’età 25-44 anni, con un basso livello di istruzione (31,9% ha solo la licenza media inferiore) e una percentuale significativa di non occupate (37,4%). Le principali forme di violenza denunciate da queste donne sono quella psicologica (87,9%), fisica (84,6%) ed economica (48,4%).

Servizi non residenziali
Nel 2023, 445 donne si sono rivolte ai servizi non residenziali, segnando un aumento del 23,6% rispetto all’anno precedente. Queste donne sono mediamente più mature rispetto alle utenti dei servizi residenziali: il 52,8% ha tra i 35 e i 54 anni, e l’80,2% possiede almeno un diploma. Inoltre, il 65,8% di loro risulta occupata, indicando una maggiore stabilità economica. Anche in questo caso, la violenza psicologica è predominante (76.9%), mentre rispetto ai servizi residenziali, meno frequenti sono le donne che dichiarano di aver subito violenza fisica (48,1%) ed economica (15,7%).

Accessi al pronto soccorso e consultori
Nel 2023, il Pronto Soccorso ha registrato 478 accessi legati alla violenza contro le donne, di questi 196 accessi sono riconducibili a episodi di violenza domestica, mentre 282 sono gli accessi per violenza non domestica. Gli accessi quindi sono in aumento dopo il calo del 2020 legato al Covid e maggiormente legati alla violenza non domestica (59%) rispetto che domestica (41%) (l'unica eccezione nella proporzione era stato l'anno del Covid). I consultori hanno fornito supporto psicologico e sociale a 95 donne vittime di violenza, con un aumento del 9,2% rispetto al 2022, lavorando a stretto contatto con i servizi antiviolenza per favorire percorsi di fuoriuscita dal ciclo della violenza.

Centri per uomini autori di violenza
Un altro tassello fondamentale nella lotta alla violenza di genere è rappresentato dai centri per uomini autori di violenza, che lavorano per la rieducazione e il cambiamento dei comportamenti abusanti. Nel 2023, 46 uomini hanno intrapreso un percorso volontario o su indicazione giudiziaria presso tali centri.

Assegno di autodeterminazione
Tra le misure volte a supportare le donne vittime di violenza, l'assegno di autodeterminazione rappresenta uno strumento essenziale per favorire l'emancipazione e il percorso verso l'indipendenza. Questo intervento economico consente di coprire spese essenziali per ricostruire una vita autonoma, offrendo un aiuto concreto alle donne che decidono di allontanarsi da contesti violenti. E' stato introdotto dalla Giunta provinciale nel 2021, erogato dall'aprile 2022: nel 2022 sono stati erogati 52 assegni per 215.000 euro complessivi, mentre nel 2023 74 assegni per un importo complessivo di 308.000 euro. La concessione dell'assegno non è uniforme sul territorio trentino. Nei seguenti territori infatti non è stata presentata alcuna domanda nel 2023: Comun General de Fascia, Comunità della Paganella, Comunità della Val di Sole, Comunità della Valle dei Laghi, Comunità di Primiero, Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri.

Femminicidi in Trentino
2020: 1 vittima a Frassilongo, il 29 dicembre
2021: 1 vittima a Cortesano di Trento, il 22 febbraio
2022: 1 vittima a Castello-Molina di Fiemme, il 29 marzo
2023: 2 vittime, una a Noriglio di Rovereto, il 28 luglio, e una a Rovereto, il 6 agosto
2024: 1 vittima a Montalbiano di Valfloriana, 11 gennaio

Il convegno per la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
Oggi in Sala Depero si è tenuto il convegno promosso dalla Provincia in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Tanti i temi affrontati dai relatori che hanno spaziato dalla numerose misure messe in campo dall'amministrazione provinciale e dalla rete dei soggetti che hanno sottoscritto il Protocollo di Intesa per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere in Trentino, ai dati relativi alla violenza di genere a livello provinciale, fino alle informazioni fornite dai referenti dei servizi antiviolenza del territorio. Per la Provincia sono intervenuti il presidente Maurizio Fugatti, la vicepresidente e assessore all’istruzione, cultura e sport, politiche per la famiglia, per i giovani e per le pari opportunità Francesca Gerosa, l'assessore alla salute, politiche sociali e cooperazione Mario Tonina e, presente in sala, l’assessore alle politiche per la casa, patrimonio, demanio e promozione della conoscenza dell’Autonomia Simone Marchiori. A moderare l'evento tre figure femminili di spicco della comunicazione locale, le direttrici delle principali emittenti televisive e radiofoniche del territorio, Antonella Carlin di RTTR, Marilena Guerra di Trentino TV e Michela Baldessari di Radio Dolomiti.

LE VOCI
Il presidente Fugatti, nel salutare le autorità e tutti i presenti ha sottolineato l'importanza del fare sinergia per combattere il fenomeno della violenza contro le donne. "Il Trentino non ti lascia sola, è il messaggio di questa giornata. Le istituzioni mettono in campo delle importanti strategie e la volontà di farlo è ancora più forte di fronte a situazioni molto gravi, di cui il nostro territorio soffre perché colpiscono tutta la comunità trentina", ha detto ricordando Ester Palmieri, vittima di violenza omicida all'inizio del 2024. "I centri antiviolenza sono cresciuti e c’è stato un lavoro importante anche nella scorsa legislatura, per questo ringrazio il precedente assessore, Stefania Segnana, per il lavoro svolto", ha detto ancora il presidente. "Crediamo che il nostro lavoro abbia portato le donne a rivolgersi di più ai Centri antiviolenza, i dati lo dimostrano e i protocolli stilati con le altre istituzioni dimostrano la volontà di voler lavorare tutti insieme. Da questa giornata il Trentino deve poter crescere e imparare ancora di più su questo fronte".

La vicepresidente Gerosa ha introdotto il suo intervento partendo dall'immagine della campagna di sensibilizzazione, "da quella lacrima, che è stata ben scelta per una campagna che deve arrivare al cuore di tutti noi e della comunità e che sta a significare una ferita, quella che provano tutte le donne che subiscono violenza fisica o psicologica. Donne che sono le nostre madri, le nostre figlie, le nostre sorelle.
Di fronte a questo non possiamo fare finta di niente e come Giunta siamo impegnati su questo fronte, così come lo è il Governo, ma l’importante è che l’impegno sia di rete, perché nessuno rimanga sordo di fronte a un grido di aiuto. La rete in Trentino è già solida, ma certo non ci fermiamo, a livello provinciale e a livello nazionale. Sempre ci troviamo tra donne a parlare del tema legato alla parità di genere e alle pari opportunità, ma è necessario trovarsi con la comunità maschile, perché anche da lì nasce l'esempio per i nostri figli". Gerosa si è poi rivolta a tutti, perché il rispetto verso le donne sia un principio cardine e trasversale nelle scuole, nelle attività sportive, in ambito culturale e nelle famiglie. "Ogni donna che subisce violenza o viene limitata nelle sue libere scelte di vita deve essere da noi tutti sostenuta, lasciando da parte ciò che divide e cercando ciò che ci unisce, oltre le polemiche di parte: la volontà di crescere una comunità responsabile, rispettosa e civile, perché lo dobbiamo ai nostri cittadini", ha concluso.

"È stata una bella mattinata, dove ognuno ha portato il giusto contributo per il contrasto alla violenza di genere. Ci siamo incontrati con responsabilità e consapevolezza", ha detto l'assessore Tonina ringraziando chi ha portato la propria voce. "Gli interventi hanno dimostrato ancora una volta il gioco di squadra tra le istituzioni. È un tema che ferisce la nostra società e mina il diritto fondamentale di ogni individuo a vivere libero, un'offesa ai valori su cui si fonda la nostra democrazia. La prevenzione, in questo ambito è lo strumento più potente di cui possiamo disporre: le parole che ci devono guidare sono educazione e sensibilizzazione, dobbiamo partire dalle scuole e dai giovani, insegnando rispetto reciproco e costruendo una cultura che contrasti la sopraffazione, per far prevalere il rispetto degli altri e l’uguaglianza", ha detto ancora l'assessore sottolineando che gli strumenti della comunicazione "permettono di dare giusti messaggi e segnali, rompendo il silenzio e dando coraggio a chi deve denunciare. Si tratta di una responsabilità collettiva: istituzioni, società civile, famiglie, terzo settore devono lavorare insieme, dobbiamo farlo con il cuore. In una Provincia forte della propria Autonomia speciale, possiamo e dobbiamo fare la differenza".

Nel corso del convegno Laura Castegnaro, dirigente dell’UMSe Prevenzione della violenza e della criminalità, ha presentato i dati aggiornati sul fenomeno della violenza contro le donne in Trentino e ha ringraziato per il prezioso lavoro tutti coloro che hanno contribuito a raccoglierli ed elaborarli in maniera qualificata, oltre ai vertici della rete delle istituzioni trentine, citando, tra gli altri, il direttore generale della Provincia Raffaele De Col e il dirigente generale Umst affari generali della presidenza e segreteria della giunta Nicola Foradori.

Sono quindi intervenuti i firmatari del Protocollo di Intesa per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere in Trentino. Il commissario del Governo Giuseppe Petronzi ha sottolineato il valore di ampliare il più possibile la rete, con il massimo impegno da parte delle istituzioni anche di fronte a dati minimi sul fenomeno. Ha poi fatto i complimenti al Trentino per l'intelligenza con vengono destinate le risorse a disposizione. "Chi manda un segnale di sofferenza lo fa in toni bassi, i segnali vanno intercettati negli incubatori del futuro, la scuola, lo sport, creando un habitat linguistico e narrativo che favorisca le persone a denunciare", ha detto.

Anche il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trento Sandro Raimondi ha evidenziato che la nostra Provincia è virtuosa e le istituzioni sono impegnate 365 giorni l'anno, h24. "Non credo che l'inasprimento delle pene sia un deterrente, è importante dare gli strumenti giusti agli operatori, per questo stiamo lavorando con Provincia, FBK e Questura per la costruzione di soluzioni tecnologiche innovative a tutela delle donne vittime di violenza. Il mio invito è fare ancora di più per contrastare una cultura sbagliata e arrivare un giorno a fare del 25 novembre solo un ricordo".

Il questore di Trento Fabrizio Mancini ha fatto presente che la Giornata di oggi per la Polizia di Stato è una priorità: "I cardini della nostra azione sono la formazione, la prevenzione e la repressione e il nostro personale è giovane e molto sensibile alle problematiche. Sono più di 20 gli incontri fatti quest'anno nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, con oltre 500 studenti, oltre a docenti e genitori". Quindi un appello alle donne a fidarsi delle forze dell’ordine e dei centri antiviolenza.

Il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Matteo Ederle, ha ricordato che la capillarità della presenza dell'Arma sul territorio "è la nostra forza, ma crediamo che facilitare l'incontro sia andare nella direzione giusta, per questo abbiamo aperto una sala di ascolto protetto nel comando provinciale di via Barbacovi, in collaborazione con Soroptimis. È indispensabile un lavoro fianco a fianco con i Centri antiviolenza e con i servizi sociali", ha detto, ricordando tutti gli attori coinvolti e anche il supporto silenzioso della chiesa trentina attraverso i parroci.

Anche il presidente del Consiglio delle Autonomie Locali Paride Gianmoena ha ricordato che ogni giorno è importante per contrastare un fenomeno culturale e sociale che "è dentro le nostre comunità. Con iniziative lungimiranti e lodevoli possiamo affrontare il tema in maniera unita e in questo vi è un ruolo importante dei Comuni e delle Comunità di valle, che agiscono anche attraverso gli assistenti sociali. La differenza la fanno sempre le persone, che vanno oltre la professione e mettono in campo una sensibilità che permette di rivolgersi con fiducia alle istituzioni".

La direttrice per l’integrazione socio sanitaria dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari Elena Bravi ha portato i saluti del direttore generale Antonio Ferro e ricordato alcuni dati su scala nazionale e mondiale che dimostrano quanto ancora sia necessario lavorare per un vero cambiamento culturale. "La parola-chiave è la prevenzione e la formazione deve essere socio-sanitaria, su questo lavoriamo come raccomanda anche il Piano per l'equità di genere previsto dalla Comunità Europea".

Ha portato i saluti del rettore Flavio Deflorian la prorettrice alle politiche di equità e diversità dell’Università di Trento Barbara Poggio, che ha ribadito l'importanza della dimensione culturale, della formazione e dello sviluppo di competenze: "Il problema non sta fuori, ma è dentro di noi. Lavoriamo sul linguaggio che può essere offensivo e discriminatorio", ha detto, evidenziando l'impegno dell'Università di Trento sull'attività accademica, di ricerca e il lavoro con la comunità e il territorio, con coloro che hanno responsabilità educative.

Il presidente della Federazione Trentina della Cooperazione Roberto Simoni ha ricordato l'impegno di "Donne in cooperazione", attiva in iniziative di conoscenza e consapevolezza. "Contare sulla rete sociale è importantissimo, anche per l'inserimento lavorativo delle donne. C'è ancora molto da fare, il tema riguarda ciascuno di noi individualmente e la responsabilità educativa delle giovani generazioni".

Il direttore del centro "Digital health and Wellbeing" di FBK Stefano Forti, ha detto che FBK "si sta concentrando sul sommerso. Stiamo ragionando su come le tecnologie possano intercettare le persone, motivarle e convincerle a cambiare i comportamenti. A livello di prevenzione crediamo al vantaggio del digitale, con interventi continui. L’IA rappresenta uno strumento nuovo e innovativo, che consente di mettere in campo interventi personalizzati".

In conclusione spazio alle voci dei principali servizi di supporto.
Barbara Bastarelli per il Centro AntiViolenza, Jessica Mattarei per la Casa Rifugio e Cristina Garniga per il Centro per Uomini Autori di Violenza hanno portato le loro esperienze.

"Venire a un centro antiviolenza non significa denunciare e non significa separarsi, ma significa parlare della propria situazione, con operatrici preparate. Non siamo luoghi decentrati delle forze dell’ordine, il percorso è quello dell’ascolto, che garantisce gratuità, anonimato, riservatezza, costruendo progetti individualizzati", ha detto Bastarelli.

Un servizio aperto h24, le Case rifugio si occupano di situazioni ad alto rischio: "Un luogo sicuro dove donne di qualsiasi condizione sociale ed economica e a prescindere dalle convinzioni culturali o religiose può abitare e essere accolta, ma esiste anche un percorso di accompagnamento successivo qualora permangano bisogni di sicurezza e autonomia", ha aggiunto Mattarei.

Le donne sono sempre accompagnate ad essere protagoniste delle proprie scelte, ma esiste anche un percorso dedicato agli uomini, ne ha parlato Garniga: "L'obiettivo è la rieducazione, che si rivolge a chi ha una minima consapevolezza di aver agito in modo violento. Il principale motivo di cambiamento è quello di essere un padre migliore e di esempio per i propri figli". Un servizio che è attivo da 15 anni ed opera all’interno di una rete nazionale e europea.
Ultimo aggiornamento: 25/11/2024 18:16:28
POTREBBE INTERESSARTI
Il presidente Faccanoni: "Con la Sarnico e la Sale Marasino II si sta concretizzando il nostro progetto green"
Weekend di vittorie per U15, U13 e Calcio a 5
Nell'aula magna scoperta la targa: "A Sara Centelleghe, una di noi”
Fiera leader a livello internazionale, 16mila visitatori in tre giorni
Da sabato 30 novembre si potrà sciare su sette piste del Tonale, raggiungibile da Ponte di Legno in cabinovia
Al Cinema-Teatro Cristal annuale appuntamento della società sportiva gardesana
ULTIME NOTIZIE
Prevenzione nelle scuole, ispezioni in parcheggi e centri commerciali: tre espulsi
L'intervento dei vigili del fuoco si è concluso nella notte
Silandro - E’ stato denunciato all’Autorità Giudiziaria dai militari della Compagnia Carabinieri di Silandro, il...