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Tione, latitante arrestato per omicidio. Era un pastore delle Giudicarie

Tione - Perquisizioni e controlli anche in sei malghe, rintracciato latitante internazionale. I carabinieri delle Giudicarie, dipendente dalla Compagnia di Riva del Garda (Trento), unitamente al personale della Guardia di Finanza della Tenenza di Tione ed al Corpo Forestale Provinciale, nel corso dei servizi di controllo coordinato del territorio, hanno effettuato l’arresto di un pregiudicato romeno compito da ordine di cattura internazionale. Complessivamente sono stati controllati 18 soggetti, 6 malghe e 7 veicoli.


I carabinieri delle stazioni di Pieve di Bono, Storo e Tione hanno partecipato ad un servizio coordinato con gli uomini della Tenenza della Guardia di Finanza di Tione, tra cui quelli della Squadra di Soccorso Alpino, preziosissimi perché svolto in ambiente montano di alta quota e con il personale delle stazioni Forestali delle Giudicarie, profondi conoscitori del territorio e della normativa provinciale. I controlli sono stati effettuati su malghe e rifugi, ma anche sulle greggi in alpeggio ed in transumanza.


Tra i soggetti controllati c’era un servo pastore romeno privo di documenti che è stato portato presso la caserma dei Carabinieri di Tione.

L’esito dei controlli ha svelato l’identità dell’uomo, P.E., 54enne pregiudicato di Valeni, parte nord-est della Romania, al confine con la Moldavia, ma cosa più importante è che a suo carico c’era un ordine di cattura internazionale emesso tribunale di Vaslui per omicidio. L’episodio risale a sei fa quando il rumeno, durante una rissa in un bar colpì un compaesano che dopo pochi giorni morì nell’ospedale dove era ricoverato. A seguito del processo era stato condannato e dovrà scontare 3 anni e 2 mesi di carcere. Ora si trova nel carcere di Spini di Gardolo, a disposizione dell’autorità Giudiziaria. Le comunicazioni tramite ministero della Giustizia e degli Affari Esteri al Tribunale di Vaslui sono già partite, ma anche tramite Interpol, al fine di consentire al Magistrato rumeno di chiedere l’estradizione.


Nello stesso contesto è stato denunciato dai carabinieri di Pieve di Bono-Prezzo un pastore 33enne catanese, ma residente in provincia di Reggio Emilia, che è stato trovato in possesso di un elettropascolo, la recinzione elettrificata in uso nei pascoli per contenere il bestiame, denunciata come rubata il giorno prima in un rifugio a Valdaone. Il materiale è stato recuperato e restituito al proprietario.


Durante questo controllo si è anche verificato che la baracca utilizzata come rifugio dal pastore e dai suoi aiutanti era del tutto abusiva, quindi è stata chiusa, sequestrata e affidata in custodia al sindaco di Valdaone.

Ultimo aggiornamento: 25/08/2018 14:24:44
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