All’Aprica hanno così potuto trascorrere gli ultimi anni della loro vita (la femmina è deceduta alcuni anni fa di pleurite non risvegliandosi dal letargo) in un’area molto più grande dotata tra l’altro di un ampio laghetto dove spesso facevano il bagno.
Da alcune settimane, da quando si è capito che Orfeo non riusciva ad aumentare di peso in preparazione dell’inverno alle porte, Bernardo Pedroni, direttore dell’Osservatorio, che da anni, ogni giorno, lo accudiva, lo ha curato, sotto le direttive di alcuni veterinari specializzati, con l’antibiotico per ridurre eventuali infezioni. Dopo una decina di giorni, durante i quali Orfeo è rimasto sdraiato in una delle sue grotte lasciandosi dare da bere, imboccare e perfino accarezzare, l’effetto dell’antibiotico sembrava aver dato i suoi benefici e una mattina si era anche alzato nuovamente uscendo anche all’aperto ma, dopo aver bevuto abbondantemente al ruscello, si è sdraiato vicino al laghetto dove è stato trovato morto la notte di Santa Orsola. Ora all’Aprica si pensa già a sostituire Orfeo con un altro orso, ovviamente nato in cattività. Sono tuttavia necessari alcuni lavori di protezione di alberi di alto fusto e di manutenzione dell’area faunistica per evitare che il nuovo arrivato, sicuramente giovane, li graffi profondamente, rovinandoli irrimediabilmente. È prevista inoltre la realizzazione di alcune nuove terrazze per i visitatori, utili per l’osservazione dell’orso in tutti gli orari del giorno e non solo durante la visita guidata al mattino.