Bressanone (Bolzano) - Un militare fuori servizio ha dato il via a un’azione fulminea culminata con l’arresto di un noto spacciatore, un ventinovenne marocchino. Nel tardo pomeriggio un sottufficiale dell’Arma, mentre transitava nel parco del Lido, ha notato un individuo già conosciuto alle forze dell’ordine per i suoi trascorsi legati al traffico di stupefacenti. L’uomo si aggirava con fare guardingo, controllando ripetutamente l’ambiente circostante, come se volesse assicurarsi di non essere osservato. Dopo alcuni minuti di attento monitoraggio, il sospetto si è diretto verso il parcheggio di via Laghetto, salendo a bordo di un’automobile, dove lo attendeva un altro soggetto con precedenti specifici in materia di stupefacenti.

Il sottufficiale, conscio della gravità della situazione, ha immediatamente allertato una pattuglia, che ha raggiunto il posto.
Al momento del controllo, la reazione dell’individuo ha confermato i sospetti: con un’improvvisa e violenta spinta, ha colpito un carabiniere, dandosi alla fuga a piedi attraverso il parco. Ne è nato un inseguimento frenetico, durante il quale il fuggitivo, nel tentativo di disfarsi delle prove, ha lanciato una pallina di nylon nelle acque del laghetto.
Nonostante gli ordini perentori di fermarsi, il sospettato ha continuato la corsa disperata, cercando di dileguarsi tra i vialetti del parco. Dopo circa 200 metri di inseguimento, uno dei militari è riuscito ad atterrarlo, ma l’uomo ha opposto una resistenza violenta, sferrando gomitate nel tentativo di divincolarsi. Il tempestivo arrivo di altri militari ha permesso di bloccare definitivamente il soggetto e di riportare la situazione sotto controllo.
Nel frattempo, un altro militare si è occupato di recuperare la pallina di nylon gettata nel laghetto: al suo interno, ben 28 dosi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, pronte per essere vendute. Inoltre, durante la perquisizione personale, sono stati rinvenuti più di 600 euro in contanti, presumibilmente frutto dell’attività di spaccio.
Una volta immobilizzato, l’arrestato è stato condotto presso il Comando per le procedure di rito, al termine delle quali è stato ristretto presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari.