Cavalese (Trento) - Tutto è scaturito dalla richiesta di aiuto giunta alla Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di
Cavalese la settimana scorsa, con cui un minore riferiva in maniera concitata che il fratello più piccolo, era
inseguito e
minacciato dal
padre.
Il
padre violento, resosi conto della chiamata alle forze dell’ordine, desisteva dal suo intento e, come se nulla fosse accaduto, si recava a lavoro lasciando i figli in lacrime e in preda al terrore.
Nel frattempo una pattuglia dei carabinieri della Compagnia di Cavalese giungeva in un complesso abitativo del paese della
Val di Fiemme, raccogliendo le prime testimonianze e realizzando sin da subito che all’interno del nucleo familiare di origine straniera, composta dai genitori e due figli minori ormai radicata nel territorio, si consumassero reiterati maltrattamenti da parte del padre in danno dei propri congiunti. Sulla scorta dei gravi elementi raccolti e considerata la grave esposizione a pericolo delle vittime, i carabinieri si attivavano per procedere al loro trasferimento d’urgenza in una località protetta.
Le investigazioni, hanno poi chiarito come il tentativo di aggressione, era scaturito dal fatto che il ragazzino, esasperato dall’ennesima azione violenta in danno della madre, presa a pugni in viso, si era rifiutato di andare con il padre al lavoro, per poter accompagnare la madre al Pronto Soccorso.
Le investigazioni condotte dai militari hanno inoltre delineato un preoccupante quadro di situazione, in cui il “padre padrone”, già prima di giungere in Italia, era solito alzare le mani per futili motivi, aggredendo in sequenza sia la moglie che i due figli minori, condotte queste che sono proseguite anche all’arrivo in Italia della famiglia.
Le violenze erano, sino ad ora nella vana, sempre state sottaciute, probabilmente nella utopica speranza che l’uomo potesse cambiare il suo comportamento. A quanto pare l’uomo non si preoccupava del fatto che i propri familiari, per più giorni rimanessero senza provviste, costringendo la donna a far fronte con gli avanzi e chiedendo prestiti per assicurare beni di prima necessità e farmaci ai figli.
L’insieme degli elementi raccolti dai carabinieri di Cavalese, hanno consentito all’Autorità giudiziaria di emettere una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’aguzzino, eseguita oggi stesso dai militari. L’uomo dovrà rispondere del reato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.