Bolzano - Lotta al crimine senza confini, criminali e refurtiva non passano grazie alle pattuglie congiunte di polizia svizzera e carabinieri.
Il
Colonnello Matteo Cocchi (Comandante della Polizia del Canton Ticino), il
Colonnello Walter Schlegel (Comandante della Polizia dei Grigioni), il
Colonnello Raffaele Rivola (Comandante dei Carabinieri dell’Alto Adige), il
Capitano Andrea Wehrmüller (Coordinatore Svizzero del Centro e Polizia Doganale di Chiasso) si sono confrontati sulla strategia da tenere per fermare i malviventi e presentato i risultati degli ultimi mesi.
Mountain bike elettriche per un valore di diverse decine di migliaia di euro rubate in
Svizzera da ladri professionisti e trafugate attraverso la
Val Venosta. Materiali ed attrezzature professionali per l’edilizia sottratti da cantieri nel
Cantone dei
Grigioni e destinati ad essere rivenduti in altri Paesi europei. Sono solo gli ultimi due tra gli innumerevoli casi risolti grazie alla solida e sempre crescente collaborazione tra le forze di Polizia Elvetica e i Carabinieri dell’Alto Adige, nel quadro delle attività di cooperazione transfrontaliera e di pattugliamento congiunto.
“Gli autori dei furti in Svizzera sono convinti, una volta presa la strada del confine, di averla fatta franca e pensano già a consegnare la refurtiva, piazzarla sul mercato nero o venderla a ricettatori e incauti acquirenti”, ha affermato i
l Capitano Filippo Giacchero, nuovo comandante della Compagnia carabinieri di
Silandro, “ma
i nostri militari – avvertiti dai colleghi della
Polizia Cantonale dei
Grigioni – li aspettano lungo la strada della Val Mustair, o a Glorenza. Recuperiamo la refurtiva e portiamo i delinquenti davanti al magistrato”. Tutto avviene in modo rapidissimo, con una procedura collaudata e resa ancor più snella dai rapporti di conoscenza diretta e di amicizia costruiti nel tempo.
“
Ormai parlare con i Carabinieri per interventi urgenti – a qualsiasi ora del giorno e della notte – è come chiamare uno dei nostri uffici: ci conosciamo e ci supportiamo a vicenda”, aggiunge il Tenente
Andrea Mittner, della Polizia dei Grigioni.
Il merito di questa forte sinergia che, a cavallo del valico di
Tubre, si estende da
Coira e
Davos fino a
Silandro e
Bolzano, va agli accordi internazionali che hanno dato il via ad una cooperazione transfrontaliera sempre più efficace.
I Carabinieri dell’Alto Adige, il personale svizzero della Polizia Cantonale dei Grigioni e quello del Corpo delle Guardie di Confine elvetico, per assicurare la sicurezza delle comunità nei pressi della frontiera, da diversi anni si preparano insieme non solo per scambiare informazioni operative, ma anche per svolgere servizi di pattugliamento misti. Pertanto non è infrequente vedere auto dei carabinieri affiancate da pattuglie svizzere nelle strade della Val Venosta, anche a diversi chilometri dal confine. Allo stesso modo, i militari dell’Arma si trovano spesso a pattugliare le strade in territorio svizzero, in Val Mustair. I corsi di preparazione – che includono anche esercitazioni operative e scenari nei quali gli uni imparano a usare mezzi, equipaggiamenti e finanche le armi degli altri per una perfetta interoperabilità – si svolgono da qualche anno a Chiavenna, in Lombardia, perché lo stesso modello operativo è replicato anche con la Polizia del Canton Ticino.
L’efficacia di questo modello è stata sottolineata proprio nel corso di un incontro a Coira, in Svizzera, dove, presso il Comando della Polizia Cantonale dei Grigioni, si sono riuniti il Colonnello Walter Schlegel (Comandante della Polizia dei Grigioni), il Colonnello Matteo Cocchi (Comandante della Polizia del Canton Ticino) e il Colonnello Raffaele Rivola (Comandante dei Carabinieri dell’Alto Adige), assieme al Maggiore Marco Steck (Dipartimento Pianificazione) e al Capitano Andrea Wehrmüller (Coordinatore Svizzero del Centro di Cooperazione e Polizia Doganale di Chiasso). Gli alti funzionari, dopo una visita alla modernissima Centrale Operativa della Polizia Cantonale e uno scambio di presentazioni sulle rispettive organizzazioni, hanno svolto una riflessione sulle migliori pratiche ed esperienze in materia di cooperazione transfrontaliera, rimarcando l’efficacia del modello di pattugliamento congiunto e valutando la possibilità di estenderli ed intensificarli. “È un modello vincente, che assieme agli scambi informativi operativi ci dà un vantaggio decisivo nei confronti delle organizzazioni criminali. I tempi sono maturi per la formazione di ancora più operatori qualificati per queste attività e per una intensificazione dei servizi congiunti”, ha dichiarato il Colonnello Rivola dopo aver ringraziato la controparte svizzera per l’ospitalità. Sulla via del rientro in Alto Adige, il Comandante Provinciale si è fermato proprio ad assistere a uno dei servizi di pattugliamento congiunti a cavallo del confine riscontrando, direttamente sul campo, l’apprezzamento da parte dei cittadini di entrambi i paesi. “Se è vero che il crimine non conosce confini, è anche vero che nemmeno i nostri sforzi comuni per prevenirlo e contrastarlo conoscono limiti”, ha concluso Rivola.