Impugnando la sentenza emessa dalla Corte di Assise di Busto Arsizio (Varese), la Procura ha chiesto che l'imputato sia condannato all'ergastolo col riconoscimento delle tre aggravanti che erano state escluse in primo grado, cioè la premeditazione, la crudeltà e i motivi futili e abietti.
All'inizio dell'udienza Fontana ha chiesto "scusa a tutti" tramite dichiarazioni spontanee, ammettendo di avere fatto una cosa "orribile". "Sono fermamente deciso a voler riparare, per quanto possibile alle mie azioni", ha detto in riferimento alla sua richiesta di accedere a un percorso di giustizia riparativa. Sottolineando che ha devoluto il suo Tfr al figlio di Carol, Fontana ha poi aggiunto: "Darei la mia vita per tornare indietro".
Il procuratore generale Massimo Gaballo ha proposto la pena massima, i difensori avevano chiesto che Fontana venisse giudicato con il rito abbreviato. Nell'arringa, l'avvocato Stefano Paloschi, ha puntato proprio sull'assenza della premeditazione, della crudeltà e dei motivi futili e abietti. La Corte ha condannato all'ergastolo Davide Fontana: hanno riconosciuto le aggravanti della premeditazione e della crudeltà, che erano cadute in primo grado.