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Omicidio Ziliani a Temù, lo psichiatra: Silvia, Paola e Mirto capaci di intendere e volere

Brescia - In Corte d'Assise a Brescia viene illustrata oggi la perizia sui tre imputati dell'omicidio di Laura Ziliani, 55 anni, avvenuto a Temù (Brescia) l'8 maggio 2021. Al consulente del tribunale la Corte d'Assise ha posto due quesiti, quello più importante: i tre imputati sono capaci di intendere e volere?



Alle 9:40 è iniziata l'udienza con la Corte presieduta dal giudice Roberto Spanò, quindi sono arrivate in tribunale a Brescia, accompagnate dal carcere dagli agenti di polizia penitenziaria, le sorelle Paola e Silvia Zani, poco dopo è arrivato Mirto Milani.


Nell'udienza odierna il dottor Giacomo Francesco Filippini illustra in aula la perizia, effettuata il 30 marzo scorso su Silvia e Paola Zani e Mirto Milani.


La relazione del perito Giacomo Francesco Filippini è partita dal Silvia Zani e la risposta al quesito è stata: è capace di intendere e volere e lo è attualmente. Lo sono anche Paola Zani e Mirto Milani. Nella relazione è stato illustrato il quadro della famiglia, la situazione di Silvia Zani con una "famiglia anaffettiva", i rapporti difficili con la madre, Laura Ziliani, con lo spartiacque della morte del padre. Sono state analizzati dal consulente i rapporti tra i tre e la madre.


Il presidente Spanò chiede al perito su quanto detto dai tre circa l'intenzione della madre di uccidere le figlie, di avvelenarle. Da un punto di vista clinico - è la risposta del perito - è negativa: "La mia lettura è che si tratti di appartenenza al gruppo. La loro situazione era molto dinamica tra loro e diverse sono le letture, posizioni fluide e chi non la pensava in quel modo (la mamma ci vuole avvelenare? ndr) rischiava di trovarsi solo". Per loro - secondo quanto emerso - la madre era il nemico e chi dei tre non ci credeva rischiava di uscire dal gruppo. Sul movente del delitto il consulente indica quello economico: "Ho notato in loro una freddezza nel mettere in atto la loro azione".


Secondo il perito partendo dai film che i tre guardano e dal loro comportamento c'è "un'immaturità comune che unisce i tre, Silvia, Paola e Mirto. Era un gruppo chiuso, che guardava al mondo esterno.

La loro affettività a tre sembra uno scimmiottare, è un gioco macabro per mettere in pratica qualcosa di grottesco che possa funzionare".


Il pm Caty Bressanelli pone due domande e il perito indica in "Paola Zani una persona molto intelligente" e sulla sfida alle autorità "i tre imputati hanno avuto un grande impegno, si rendevano conto di quanto facevano, ma avevano sovrastimato le loro capacità".


GLI AVVOCATI - Ora intervengono le parti civili, con l'avvocato Piergiorgio Vittorini, e le difese degli imputati. L'avvocato Simona Prestipino che assiste Mirto Milani ha chiesto sulle sue condizioni. Il perito Filippini: "Milani soffre la detenzione carceraria e la carenza affettiva, visto che Silvia non vuol più rispondere alle sue lettere". Quanto è iniziato questo disturbo? "E' iniziato nel 2022, con la detenzione e nella terza relazione è apparso con un disturbo legato alla detenzione". Quindi l'avvocato Michele Cesari che assiste Paola Zani ha posto domande sulla sua personalità, mentre l'avvocato Maria Pia Longaretti, che difende Silvia Zani, ha chiesto un approfondimento sulla sua assistita e il perito ha riferito che "Silvia è la persona del trio che ha una personalità più equilibrata, ma nello stesso tempo è insicura".


I CONSULENTI - Il primo a prendere la parola è il consulente del Pm, lo psichiatra Rocca, che conferma in toto la perizia del consulente del tribunale Filippini.


Consulente parte civile: Sara Marca, conferma quanto detto, cioè che ci sono atteggiamenti di simulazione da patte dell'imputato Mirto Milani. "All'interno dei colloqui è emerso che era stato avvelenato, poi ha cambiato versione e cambio di umore per la frustrazione perché il piano non è andato come doveva andare"


Arianna Forgione, psicologa forense per Milani, contesta: il test è attendibile e non c'è stata alcuna simulazione da parte di Mirto Milani. Questa posizione è contestata dalla psichiatra Sara Marca.


Marcello Diurni, psichiatra, dissente sulla perizia Filippini "sul buon funzionamento di Paola Zani, l'impressione che ho avuto di trovarmi di fronte una persona con difficoltà nel rapporto con gli altri fin da piccola, ma il funzionamento della ragazza risulta deficitario".


Nicola Poloni, psichiatra chiamato in causa per Silvia Zani, "Sono convinto che Silvia avesse unica dipendenza di Mirto e una dipendenza affettiva verso Mirto e di Paola da Silvia. Ognuno dei protagonisti aveva un ruolo e la mente del gruppo era psicotica".


Il giudice Spanò: "i tre imputati hanno rielaborato il delitto?". I periti, pur con sfumature diverse, hanno confermato che i tre imputati stanno rielaborato quanto fatto, con una presa di distanza dai pensieri di quanto commesso, con una rivisitazione che è iniziata e per sua natura lungo. Il Pm Caty Bressanelli ha chiesto: "In quest'aula non ho sentito un pentimento da parte di Paola e Silvia Zani?".


PROSSIMA UDIENZA - Dopo aver sentito i consulenti il presidente Roberto Spanò chiude l'udienza e l'aggiorna al 26 settembre per la chiusura dell'istruttoria e inizio della discussione con il Pm Caty Bressanelli. Il 28 novembre è prevista la sentenza.


di Angelo Panzeri
Ultimo aggiornamento: 18/09/2023 10:07:13
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