Informativa

Noi e terze parti selezionate utilizziamo cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per le finalità di esperienza, misurazione e marketing (con annunci personalizzati) come specificato nella cookie policy. Il rifiuto del consenso può rendere non disponibili le relative funzioni.
Usa il pulsante “Accetta” per acconsentire. Usa il pulsante “Rifiuta” per continuare senza accettare.

-

Spaccio nel carcere di Brescia con l'aiuto di un agente

Il Gip ha emesso tredici misure cautelari. Sono accusati di corruzione, tentata estorsione e spaccio

Brescia - Spaccio all'interno del carcere di Brescia, con l'aiuto di un assistente capo della Polizia Penitenziaria, che svolgeva il ruolo di raccordo tra i detenuti e l'esterno, introducendo nelle celle telefonini, chiavette Usb e missive. A segnalare il suo comportamento anomalo sono stati altri colleghi nel 2021 e l'inchiesta condotta dai carabinieri del comando provinciale di Brescia ha portato oggi a 13 misure cautelari.
L'agente di Polizia penitenziaria, un avvocato, un gruppo di detenuti ed ex detenuti sono ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, tentata estorsione aggravata, detenzione ai fini di spaccio e spaccio di sostanze stupefacenti, false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria.
Quattro indagati sono stati rinchiusi in carcere, quattro sottoposti al regime degli arresti domiciliari, altri quattro sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, mentre un ultimo indagato è stato sottoposto alla misura del divieto di esercitare la professione di avvocato per mesi dodici.

L'operazione è scattata questa notte, nelle province di Brescia, Milano, Cremona, Asti, Bari e Frosinone: i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Brescia, congiuntamente a personale del Nucleo Investigativo Regionale della Polizia Penitenziaria di Milano, hanno dato esecuzione ad una misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Brescia, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 13 indagati.

L'inchiesta, condotta congiuntamente dai Carabinieri e dalla Polizia Penitenziaria, è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia ed ha avuto origine nel gennaio del 2021, allorquando personale della Polizia Penitenziaria aveva segnalato all’Autorità Giudiziaria il comportamento anomalo di un proprio collega.

I successivi approfondimenti, esperiti congiuntamente ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Brescia, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza circa la continuativa messa a disposizione di un assistente capo della Polizia Penitenziaria, in servizio presso la Casa Circondariale “Nerio Fischione” di Brescia, nei confronti di detenuti ed ex detenuti, al fine di compiere una serie indeterminata di atti contrari ai doveri d’ufficio, come l’introduzione abusiva in carcere di telefoni cellulari e lo scambio di missive o dispositivi USB tra l’interno e l’esterno della struttura carceraria.

Nel corso delle investigazioni sono altresì emerse ipotesi di spaccio di numerosi dosi di cocaina in favore dei detenuti della citata casa di reclusione: più in particolare, in un’occasione le dosi sarebbero state occultate all’interno di cioccolatini, le cui confezioni apparivano perfettamente integre, introdotti all’interno del carcere proprio dal citato agente della Polizia Penitenziaria, ignaro però della presenza di sostanza stupefacente.

E' stato anche ricostruito un episodio di tentata estorsione che un soggetto recluso avrebbe organizzato, con alcuni complici, in danno di un soggetto in precedenza ristretto con lui e nel frattempo tornato in libertà nonché di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’assunzione fittizia di un detenuto da parte di una ditta privata, assunzione che gli ha permesso l’accesso a misure alternative alla detenzione in carcere.

E' stato infine documentato il reiterato modus operandi di uno studio legale milanese, che avrebbe favorito l’aggiramento delle norme attinenti alle comunicazioni dei detenuti, mediante l’abusivo trasferimento verso terzi di numerose telefonate provenienti da un proprio cliente recluso in carcere.
Ultimo aggiornamento: 17/09/2024 23:15:54
POTREBBE INTERESSARTI
La vittima è Cesare Doni, 76 anni, residente a Missaglia
Desenzano del Garda (Brescia) - Nel Bresciano si sono svolti tre servizi interforze ad "Alto Impatto", finalizzati al...
Vipiteno (Bolzano) - Durante la stagione estiva i carabinieri della Compagnia di Vipiteno hanno intensificato i...
Fermato in Spagna cittadino marocchino, presunto assassino
Trento - I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Trento hanno sottoposto a fermo...
ULTIME NOTIZIE
L'asilo nido rappresenta una fase cruciale nello sviluppo dei bambini. Questa struttura, infatti, non rappresenta solo...
Il riconoscimento a negozi, locali e botteghe artigiane del Bresciano