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Trento, evento "La Terra dopo di noi" al Muse

Trento - "La Terra dopo di noi", un talk scientifico sulla storia dell’evoluzione per riflettere sulla crisi ambientale e sociale in atto è in programma sabato 22 agosto, alle 20.30, al Giardino del MUSE - Museo delle Scienze. Ingresso libero, prenotazioni su Eventbrite.


Il futuro ha ancora un futuro? Un interrogativo a cui Telmo Pievani, evoluzionista e filosofo della scienza, prova a rispondere nel suo ultimo libro “La Terra dopo di noi”, edito da Contrastro. Al MUSE l’inedito talk scientifico in cui, sotto la guida delle fotografie naturalistiche di Frans Lanting, l’autore racconterà il nostro pianeta immaginandolo tra qualche anno privo della ingombrante presenza umana.


L’evoluzione della Terra è un processo che certo non si è interrotto ma continua, muta e ci costringe a chiederci se la specie umana sia davvero così indispensabile o, piuttosto, se nel grande movimento evolutivo sia destinata a estinguersi. Chi verrà, insomma, dopo di noi?


L'EVENTO - Sabato 22 agosto alle 20.30, nel giardino del MUSE, Telmo Pievani, filosofo della scienza ed evoluzionista di fama mondiale, sarà protagonista del talk scientifico “La Terra dopo di noi”, un dialogo sulla storia dell’evoluzione, moderato da Laura Strada, giornalista e vicepresidente del MUSE, che s’inserisce all'interno della programmazione estiva Summertime.


L’incontro, ispirato all’ultimo libro di Pievani, “La Terra dopo di noi”, nuovo titolo della collana “In Parole”, edito dalla casa editrice Contrasto, guiderà verso un'inedita riflessione sul rapporto tra uomo e pianeta Terra. Un rapporto quanto mai compromesso, «invasivo e predatorio», che rischia di mettere in pericolo la nostra stessa sopravvivenza, trasformandoci nella prima specie auto-minacciata e consapevole di esserlo. «Modificare questo approccio capitalistico e distruttivo nei confronti del pianeta è, insomma, necessario per evitare di estinguerci, come tentano di dirci le nuove generazioni - si pensi ad esempio a Greta Thunberg – a cui stiamo affidando il futuro della Terra», si legge nella prefazione del volume. L’invito che Pievani lancia è quello di provare a immaginare come sarebbe la Terra senza la pervasiva presenza umana. Per ritrovare l’umiltà evoluzionistica e, con essa, la consapevolezza della fragilità della nostra specie, e di tutte le altre. Mai l’impronta umana sull’ambiente è stata così marcata.

Stiamo infatti assistendo ad almeno due grandi crisi globali della biosfera indotte dall’uomo: i cambiamenti climatici e l’erosione della biodiversità.


Ad accompagnare il ragionamento del filosofo, ci saranno le immagini di Frans Lanting, uno dei più acclamati fotografi naturalisti del nostro tempo. Il panorama visivo dei luoghi incontaminati offerto dalle fotografie di Lanting spiega passato e futuro del nostro rapporto con il pianeta che abitiamo, mostrando la potenza inarrestabile della natura che sfida e si ribella all’uomo con la sua infinita bellezza di colori e di paesaggi. La dimostrazione che l’uomo è solo un puntino nella storia dell’evoluzione del pianeta e «prima o poi, nulla: più nulla resterà delle opere di chi si pensava eterno».


CURRICULUM VITAE


Telmo Pievani (Gazzaniga, 1970) ricopre la prima cattedra italiana di Filosofia delle Scienze Biologiche, presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Padova, dove insegna anche Bioetica e Divulgazione naturalistica. Filosofo della scienza ed evoluzionista, è membro di accademie, società scientifiche dell’Editorial Board di riviste internazionali. Dal 2017 al 2019 Presidente della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica, è autore di oltre 240 pubblicazioni scientifiche. Ha curato importanti mostre scientifiche e collaborato con i maggiori festival scientifici italiani. Dal 2014 è nel Consiglio Scientifico del MUSE di Trento. Dal 2017 collabora con il Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona). Autore di libri anche per ragazzi sull’evoluzione, insieme alla Banda Osiris e a Federico Taddia è autore di progetti teatrali e musicali a tema scientifico. Dal 2019, con il collettivo musicale “Deproducers” porta nelle sale lo spettacolo “DNA”. È direttore del portale Pikaia. Collabora con Il Corriere della Sera e con le riviste Le Scienze e Micromega.


Frans Lanting (Rotterdam, 1951) si è laureato in Economia nei Paesi Bassi e si è poi trasferito negli Stati Uniti per studiare Pianificazione ambientale. Poco dopo, ha iniziato a fotografare il mondo naturale e non ha più smesso. Per trent’anni ha documentato la fauna selvatica dall’Amazzonia all’Antartide, dall’Africa alla Nuova Zelanda, alle foreste pluviali del Borneo, per promuovere la comprensione della Terra e della sua storia naturale. Molti dei suoi reportage sono stati realizzati per National Geographic e le sue immagini sono apparse in libri, riviste e mostre internazionali. Lanting è stato insignito di numerosi riconoscimenti, tra cui la nomina a Cavaliere dell’Ordine dell’Arca d’Oro, il titolo di BBC Wildlife Photographer of the Year e Sierra Club’s Ansel Adams Award. È membro della Royal Photographic Society di Londra ed è stato premiato con il Lennart Nilsson Award in Svezia.

Ultimo aggiornamento: 20/08/2020 00:02:00
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