Pontresina - Il tempo in Alta Engadina nella prima metà del 2024 – come del resto in tutto l’arco alpino – è sembrato diverso dagli anni scorsi, con un inverno nevoso da gennaio-aprile e maggio-giugno molto piovosi, anche se gli esperti affermano che invece le temperature, apparentemente fresche, erano comunque più alte rispetto al passato. La montagna aveva comunque bisogno di più tempo del solito per dare il benvenuto all’estate in altitudine. Il paesaggio quest'anno in valle è di un verde rigogliosissimo, mentre ora la neve si sta sciogliendo in quota e anche sui ghiacciai.
Quest’informazione ci porta naturalmente a considerare il problema dello scioglimento dei ghiacciai. Nasce spontanea la domanda: di queste “strane” condizioni meteorologiche potrebbero forse lo stesso beneficiare in generale i ghiacciai e - in dettaglio – anche il massiccio del Bernina in Engadina in Svizzera?
Abbiamo fatto questa e altre domande a Christine Levy, un'esperta nel campo della glaciologia. Ha studiato geografia all'Università di Zurigo e concluso gli studi con una tesi di laurea sugli effetti dei cambiamenti climatici in Alta Engadina. Attualmente lavora presso l'Istituto di formazione Academia Engiadina e, insieme ad altri esperti e appassionati, al progetto Glaciervision
www.glaciervision.com. Nel tempo libero lei è da decenni un'appassionata pilota di aliante e fotografa. In questo modo originale documenta dall'alto con immagini i cambiamenti del massiccio del Bernina.
Lo sappiamo da tempo: lo scioglimento dei ghiacciai è molto diffuso in tutta la regione alpina, e la tendenza è in forte aumento negli ultimi anni/decenni. Aspetto questo correlato all’aumento soprattutto delle temperature. Le temperature estive giocano un ruolo particolarmente importante. Dipende da loro quanta neve sui ghiacciai supererà all'estate per dar vita ad un nuovo ghiaccio glaciale.
Naturalmente anche la quantità di precipitazioni invernali sotto forma di neve è rilevante, ma è lungi dal compensare l'aumento delle temperature estive. Negli ultimi anni la situazione si ripete di continuo: entro la fine dell’estate praticamente tutte le zone dei ghiacciai vengono prosciugate. Ciò significa un bilancio di massa fortemente negativo, dove lo scioglimento è di gran lunga maggiore al nuovo ghiaccio che si crea. I molteplici bilanci di massa fortemente negativi nel corso degli anni/decenni si traducono in un cambiamento significativo nella lunghezza dei ghiacciai.
Anche il massiccio del ghiacciaio del Bernina in Engadina segue questa tendenza. Ciò è particolarmente evidente nelle due lingue glaciali di questo massiccio, la lingua del Pers e la lingua del Morteratsch. Fortunatamente arrivano in alto, ma su entrambi la neve sembra sciogliersi sempre in piena estate. Pertanto, il bilancio di massa anche qui è negativo di anno in anno e il ritiro della lingua glaciale è inevitabile.
Ma c'è una buona notizia: il ghiacciaio del Morteratsch e la sua lingua glaciale si trovano ora su un terreno relativamente pianeggiante. Più il ghiaccio è piatto, più è spesso, quindi la lingua del ghiacciaio si ritira un po' più lentamente rispetto a qualche anno fa, quando apparve la ripida sponda rocciosa, la lingua del ghiacciaio si trovava su un terreno ripido e il ghiaccio era quindi sottile. Pertanto non solo i fattori climatici ma anche quelli topografici svolgono un ruolo importante. Ma ovviamente prevalgono i fattori climatici. Anche la lingua del ghiacciaio Pers si è ora spostata su un terreno più pianeggiante.
Ma le forti precipitazioni sotto forma di pioggia e/o neve delle ultime settimane/mesi non sono sufficienti a contrastare la variazione negativa del fenomeno dello scioglimento. In generale ci vogliono molti anni perché un ghiacciaio si allunghi nuovamente. Il ghiacciaio del Morteratsch ha un tempo di reazione dai 20 ai 30 anni.