Affitti brevi discussi in Consiglio Provinciale a Trento
12/03/2025 23:00
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12/03/2025 23:30
In mattinata in Consiglio si è aperta la discussione generale sul ddl di Filippo Degasperi (Onda) n. 27/XVII e quello di Paolo Zanella (Pd) 39/XVII ) che riguardano la questione degli affitti brevi. In apertura della seduta è stata discussa e votata all’unanimità la mozione di Mariachiara Franzoia del Pd sul sostegno alle adozioni internazionali.
Degasperi: la politica deve intervenire per arginare il Far West.
Degasperi, presentando la sua proposta, ha ricordato l’urgenza del tema dell’aggressività del mercato degli affitti brevi, che pesano anche sul mercato degli alloggi per gli studenti. Nessuno, ha aggiunto, vuole mettere in discussione il turismo, ma i fenomeni vanno governati per evitare il Far West. Nel mondo di sono 1,4 miliardi di turisti, un mercato enorme che ha avuto un momento di svolta nel 2008 quando sono arrivate le piattaforme (domiciliate nei paradisi fiscali) per gli affitti brevi e turistici. Una rivoluzione, avvenuta nella totale assenza di controlli, che ha cambiato il volto dei nostri centri urbani facendo precipitare l’offerta degli alloggi per famiglie e per gli stessi studenti. In Trentino l’aumento degli sfratti riguarda perlopiù la scadenza dei contratti e non per morosità e tutto ciò accade in un quadro di continua crescita del costo delle case che pone Trento a poca distanza di Venezia dove i residenti sono stati tutti spediti sulla terra ferma. In più, ha aggiunto Degasperi, l’edilizia pubblica langue. Con l’Itea, ha detto ancora, che sfratta gli inquilini per poi lasciare sfitti gli alloggi. I centri storici sono cimiteri di negozi tradizionali oppure caratterizzati dalla presenza di catene commerciali tutte uguali e di ristoranti turistici. La sintesi è che le città vengono solo utilizzate come sfondo. L’argine a questo Far West, a questo degrado che riduce la città a ostelli, ha aggiunto l’esponente di Onda, lo dovrebbe porre la politica. Invece, anche il discorso della rigenerazione urbana – basti pensare alle ipotesi dell’internamento della ferrovia – in realtà si trasforma in speculazione. In questo modo si favorisce la rendita e un settore come quello turistico caratterizzato da scarsa produttività e bassi salari. Quando la politica sarebbe chiamata a ridistribuire tra i residenti i profitti di questi settori. C’è la necessità, ha aggiunto, di valutare la capacità di carico del turismo in modo che vada a beneficio di tutti. Ci sono sette località che soffrono di over turism e tra queste c’è Trento, ma le risposte non si vedono e da un anno a questa parte, quando il ddl è stato presentato, si attendono i dati promessi dall’assessore. La proposta legislativa va incontro agli allarmi presentati dai sindaci che parlano di emergenza e della necessità di una norma. Inoltre, il ddl mira a consegnare le capacità di decidere sugli affitti brevi ai comuni. Nella sostanza, il ddl prevede che chi vuole affittare ai turisti, debba chiedere l’autorizzazione al comune; la necessità di avere il consenso dei condomini per gli alloggi turistici e il no all’utilizzo delle case pubbliche come B&B; e la necessità di produrre un documento di abitabilità dell’immobile affittato ai turisti. C’è poi il versante urbanistico, abolendo le deroghe introdotte negli ultimi anni. Infine, l’assegnazione di una fetta più robusta della tassa di soggiorno ai comuni da destinare al potenziamento dei controlli che oggi sono irrisori.
Zanella: il problema della casa è drammatico
Paolo Zanella (Pd) ha lamentato l’assenza dell’assessore Marchiori, perché questi ddl riguardano il fondamentale diritto alla casa sancito anche dall’Onu ma che gli affitti brevi erodono. Un tema questo della casa, ha aggiunto l’esponente del Pd, che è diventato globale al punto che a livello europeo è stata istituita una commissione sul diritto alla casa. Zanella, per sottolineare la situazione del Trentino, ha portato una serie di casi concreti. Quello di un’infermiera che vorrebbe tornare a lavorare a Cavalese ma non riesce a trovare una casa. Quello di una famiglia con due figli sfrattati di Pergine che non trovano un alloggio o quella con tre figli costretta a vivere in un appartamento di 40 metri quadri. Il caso di una donna single con un figlio sfrattata dall’Itea a Riva dove case in affitto non ce ne sono. Infine, quello di un lavoratore straniero, richiedente asilo, che lavora in una ditta trentina ma va a dormire sotto un ponte. Quindi, ci si trova di fronte ad un problema gravissimo anche se riguarda il 5% della popolazione. Ma, ha aggiunto Zanella, non è solo un problema legato al turismo, pesa anche il declino degli investimenti nell’edilizia pubblica. Poi c’è la questione degli sfitti (il 38% del patrimonio edilizio), problema per il quale la Fondazione Abitare sta facendo qualcosa, ma i numeri sono piccoli. Sul lato degli affitti brevi, Zanella ha ribadito il loro impatto sulla composizione sociale delle città; sulla dinamica degli sfratti e sugli affitti residenziali e sui prezzi degli acquisti che il Trentino lo scorso anno ha visto una crescita del 9,5% la percentuale più alta in Italia. Anche gli affitti sono aumentati del 5% a fronte di un reddito medio che è il più basso del nord est. Gli studi fatti in Toscana, ha aggiunto, hanno dimostrato che gli affitti turistici brevi spingono in alto i prezzi. L’esponente dem, ha continuato affermando che solo l’Italia non ha fatto nulla per arginare il fenomeno, così come il Trentino che è il quarto territorio (13 mila appartamenti) per concentrazione di affitti brevi. Del resto lo stesso Cal chiede che i comuni abbiano la possibilità di governare questo fenomeno, di porre dei limiti. Il ddl prevede per gli alloggi ad uso turistico affittati in forma non imprenditoriale la riduzione a due - uno nei comuni ad alta pressione turistica e ad alta tensione abitativa – ed è previsto l’obbligo della SCIA che certifichi i requisiti minimi urbanistici, igienico-sanitari e di sicurezza. La proposta Zanella, per tutelare gli affitti ordinari, prevede inoltre la possibilità per i comuni di determinare un limite massimo al numero di alloggi per uso turistico e delle case e appartamenti vacanze. I municipi, se il ddl dovesse diventare legge, potranno “staccare” autorizzazioni quinquennali. La concorrenza, sempre secondo la proposta del consigliere dem, verrebbe tutelata attraverso il principio di rotazione e di massima distribuzione delle autorizzazioni tra i richiedenti. Si prevede inoltre la revisione della legge Gilmozzi con la rivalutazione delle quote che i comuni possono destinare ad alloggi per tempo libero e vacanze. Ancora, nei comuni ad alta pressione turistica il cambio di destinazione d'uso da non residenziale a residenziale diventerebbe possibile solo per residenze ordinarie. Un altro capitolo riguarda la tassa di soggiorno degli ospiti degli alloggi per uso turistico che nel ddl si prevede di aumentare da due e tre euro, destinandola totalmente ai comuni che la dovrebbero utilizzare, per almeno il 70%, per i controlli sul rispetto della normativa su ricettività turistica e CIN, anche con controlli incrociati dei dati dei comuni, Provincia, gestori dei servizi, agenzia entrate, portali come Airbnb. Infine, è prevista la possibilità per i comuni di aumentare l'aliquota dell'IMIS sugli alloggi per uso turistico e sulle case e appartamenti per vacanze fino al 2 per cento.
Mariachiara Franzoia (Pd)
Adozioni Internazionali: servono rilancio e sostegno (sì unanime)
Negli anni l’Italia è stata un punto di riferimento per le adozioni internazionali, posizionandosi tra i primi Paesi in Europa e al mondo per numero di procedure concluse. Tuttavia, questo trend positivo si è progressivamente invertito, portando a un calo significativo delle adozioni. La consigliera Mariachiara Franzoia (Pd), insieme ai gruppi Avs, Campobase e Casa Autonomia, con la sua mozione – votata all’unanimità - impegna la Giunta ad intervenire per sostenere e rilanciare le adozioni internazionali attraverso il supporto alla rete dei servizi e degli enti autorizzati a supportare le famiglie.; un dialogo con la Commissione Adozioni Internazionali, con il Consiglio dei Ministri e con la Ministra competente per attivare nuovi canali e rafforzare quelli già esistenti sul territorio trentino. Inoltre vanno sostenute le famiglie adottive valutando di mettere in campo ulteriori misure di promozione e sostegno e promuovendo un’azione di sensibilizzazione sul tema con una campagna pubblica anche all’interno di manifestazioni come il festival della Famiglia o altri eventi pubblici.
Eleonora Angeli (Lista Fugatti), condividendo la mozione, ha sottolineato il peso dell’aspetto economico delle adozioni (i costi spaziano da 15 mila euro per alcuni paesi africani a 2 mila per la Romania) che di fatto limitano questa possibilità alle famiglie che hanno redditi medio alti. La Pat ha messo in campo un bando di un milione di euro e ciò dimostra l’interesse della Giunta su questo argomento anche se si può fare di più. Ci sono anche gli aiuti statali, ma le famiglie sono comunque costrette a anticipare i costi nella speranza di ottenere il rimborso. Lucia Coppola (Avs) ha lamentato che la politica da tempo si è disinteressata alle adozione, dopo anni di impegno che ha portato l’Italia ai vertici mondiali per numero di adozioni. Si sono fatti largo invece burocrazia e tempi lunghissimi, in media 4 anni. Sotto il profilo delle spese, l’esponente di Avs ha detto che si dovrebbero prevedere misure di sgravio fiscali per le famiglie adottive. Ma in ogni iniziativa, ha aggiunto, l’interesse del bambino deve sempre rimanere al centro. Stefania Segnana (Lega) ha anche lei condiviso la mozione, così come è stata emendata in accordo con l’assessore Tonina, e ha ricordato le difficoltà internazionali per le adozioni ricordando il caso di una coppia trentina che si è trovata, nonostante l’impegno anche della Pat, di fronte a difficoltà insormontabili per adottare un bimbo cinese. L’ex assessora alla sanità e alle politiche sociali ha ricordato le iniziative adottate nella scorsa legislatura sia dal punto di vista sanitario che della sensibilizzazione e della crescita culturale nei confronti delle adozioni. In media, ha ricordato, in Trentino ci sono una quindicina di adozioni all’anno con un trend stabile. Michele Malfer (Campobase) ha affermato che le adozioni rappresentano una risorsa per l’intera società, perché diventi più aperta, solidale e accogliente. Anche Malfer ha sottolineato la necessità di maggiori aiuti economici alle famiglie adottanti, mettendo in campo un fondo sul modello della Regione Friuli. Importante anche il piano degli accordi internazionali che va inserito nel più grande tema della cooperazione internazionale. Paola Demagri (Casa Autonomia) ha dato il suo sostegno alla mozione anche perché permette di gettare lo sguardo sulla scena internazionale. Una proposta che ha l’obiettivo di affrontare l’inverno demografico del nostro Paese e al tempo stesso quello del sovrappopolamento e della povertà che affliggono molti Paesi nel mondo. L’assessore Mario Tonina ha anche lui apprezzato la mozione di Mariachiara Franzoia e ha ricordato che la famiglia rimane impegnata su questa importante questione. Chiara Maule (Campobase) ha sottolineato che famiglia significa che nessuno viene dimenticato o abbandonato. L’esponente di Campobase ha sottolineato l’importanza dell’affido, anche temporaneo, che ha anch’esso bisogno di sensibilizzazione e di accompagnamento. Per Maria Bosin (Patt) si deve lavorare sull’aspetto della burocrazia.
Ultimo aggiornamento:
12/03/2025 19:13:32