Arco (Trento) - Un sopralluogo eseguito a metà settembre dal Dipartimento sperimentazione agraria, forestale e ambientale della Fondazione Edmund Mach sugli ippocastani davanti al bar Centrale non aveva lasciato dubbi, definendo «tutti e quattro gli alberi assai rischiosi sia per la possibile rottura di qualche branca, sia per un eventuale schianto anche improvviso». Il taglio e la rimozione sono stati eseguiti oggi, giovedì 30 gennaio; le quattro piante, come già la quinta del filare, quella verso piazzale Segantini, rimossa cinque anni fa per analoghi problemi, saranno sostituite da altrettanti gelsi.
«Le piante mostrano sia gravi alterazioni su radice e colletti sia carie assai estese con cavità sui rami e soprattutto ai castelli -si legge nella relazione firmata dal dott. Giorgio Maresi, ricercatore presso l'unità di Protezione delle piante agroforestali e apicoltura del Centro trasferimento tecnologico della Fem- difetti strutturali che rendono tutti e quattro gli alberi assai rischiosi sia per la possibile rottura di qualche branca, sia per un eventuale schianto anche improvviso (molto alto sul primo soggetto). […] I visibili attacchi di Cameraria ohridella e di Guignardia aesculi contribuiscono sicuramente a indebolire la pianta ma non vanno considerati come un fattore di rischio. Va ricordato che l’ippocastano purtroppo non regge i grossi tagli e ha una bassissima capacità di compartimentalizzazione, come dimostrano i tessuti degradati e le cavità sviluppatesi da ogni ferita. Con carie così estese basta una sollecitazione un po’ più forte per avere una rottura, che avrebbe conseguenze pesanti vista la persistenza di bersagli significativi sotto chioma. Pertanto, si ritiene opportuno suggerire l’abbattimento».
«Questo grazioso filare di ippocastani caratterizza da tanti anni la nostra città -spiega l'assessore all'ambiente Gabriele Andreasi- e rappresenta un elemento di pregio paesaggistico che mai avremmo voluto rimuovere, però di fronte alla relazione della Fem non abbiamo avuto scelta. Le piante hanno una serie di problemi che li rendono concretamente pericolosi, e d'altronde era già da parecchi anni che, causa il loro stato di salute, erano non solo monitorati, ma anche seguiti con particolare attenzione e frequenti potature dalle nostre giardinerie, grazie alle quali è stato possibile farle sopravvivere fino a oggi. Ora questo non è più possibile, la relazione parla espressamente di superamento dei limiti di sicurezza e la scelta è obbligata. Al loro posto saranno messi a dimora quattro gelsi, già acquistati e pronti al cantiere comunale, che con l'occasione saranno anche allineati diversamente, quindi con un piccolo spostamento dei fori nella pavimentazione, e questo scorcio di Arco nel giro di qualche tempo tornerà alla sua bellezza».
La relazione riporta anche il dettaglio della situazione di ognuna delle quattro piante (la numerazione progressiva parte da est, verso la chiesa di Sant'Anna, e procede verso ovest, in direzione di piazzale Segantini).
1. Aesculus ippocastanus (6 metri di altezza circa e 78 centimetri di diametro)
La pianta presenta vecchie ferite da potatura che hanno creato estese carie all’attaccatura dei rami. Il colletto e buona parte delle radici sono invece interessati da ferite e cavità con evidenti marciumi che colpiscono ormai il 60-70% dei cordoni radicali e anche i primi 50 centimetri del tronco. Sia il colletto sia l’attaccatura dei rami si presentano troppo degradati per garantire una sicurezza effettiva, e il rischio di ribaltamento della pianta o di rottura delle grosse branche è elevatissimo; pertanto, la pianta va considerata a fine ciclo e sostituita quanto prima.
2. Aesculus ippocastanus (7 metri di altezza circa e 75 centimetri di diametro)
Questo soggetto presenta gli stessi difetti strutturali molto gravi del precedente sui rami e sul fusto, anche qui con presenza di ferite e di carie molto estese. In particolare, ci sono gravi alterazioni all’attaccatura dei rami e sul fusto e colletto sono evidenti sia ferite che aree degradate del legno. Non essendo possibile alcun intervento per mettere in sicurezza il fusto ed i rami, e visto la posizione della pianta con bersagli sensibili, si suggerisce il suo abbattimento e la sua sostituzione.
3. Aesculus ippocastanus (7 metri di altezza circa e 68 centimetri di diametro)
Il soggetto ha anch’esso una chioma molto critica per la disposizione dei rami e per i vecchi tagli di potatura: di fatto il castello e la parte alta del fusto appaiono completamente cariate. Anche su questa pianta gli interventi gestionali non possono garantire una piena sicurezza. Si consiglia la sostituzione.
4. Aesculus ippocastanus (7 metri di altezza circa e 65 centimetri di diametro)
Ha gli stessi problemi dei precedenti con evidenza di ferite vecchie e carie estese al castello. Va prevista la sostituzione.