Breno – In Valle Camonica (Brescia) è ai nastri di partenza la prima edizione della rassegna “Come trame di un canto. Raccontare le fragilità”, nata grazie a un’unione di intenti tra Enti e Associazioni che operano da tempo sul territorio e realizzata in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali della Comunità Montana.
Un’intuizione dell’Auser Camuno-Sebino che ben presto ha raccolto il favore di ASST della Valcamonica, Azienda Territoriale dei Servizi alla Persona, Assemblea dei Sindaci, ATEA delle Rsa Camune, SolCo Camunia, Forum del Terzo Settore, ANFFAS, Centro Alzheimer Camuno Sebino, Alleanza per la Salute Mentale, Polisportiva disabili Vallecamonica, Comitato Andos Vallecamonica Sebino e AIDO di Vallecamonica, a formare una fitta rete territoriale a sostegno di un progetto di sensibilizzazione su tematiche a carattere sociale.
La rete territoriale è costituita di soggetti e realtà che ogni giorno operano a stretto contatto con le fragilità, ognuna per quel che concerne il proprio settore. La rassegna “Come trame di un canto. Raccontare le fragilità” li vede alleati per portare alla cittadinanza idee, saperi, progetti e riflessioni sul tema del sociale, guardando la situazione presente e individuando quelle soluzioni che potranno essere condivise in futuro.
Prendendo spunto da un celebre verso di Franco Battiato, la rassegna intende mettere al centro del discorso pubblico il tema dell’ascolto, della cura e lo sviluppo di una sensibilità verso i più fragili. Da questo punto di vista, “fragilità” è una parola declinata al plurale, perché oggi più che mai il nostro Paese combatte contro un disagio diffuso e riguardante diversi campi della cita individuale e sociale. Un disagio che richiede riflessione, dialogo e ascolto, per poter elaborare strategie e progettualità politiche e pubbliche, condivise da chi queste fragilità le vive quotidianamente all’interno delle proprie famiglie e nella cerchia dei propri affetti.
La rassegna si compone di quattro incontri, nei mesi di novembre e dicembre, realizzati nei comuni di Darfo Boario Terme e Breno (BS), alle ore 20.30 e con ingresso libero e gratuito.
L’apertura è fissata per giovedì 7 novembre al Centro Congressi di Darfo Boario Terme, dove alle ore 20.30 è programmato l’incontro dal titolo “Una scintilla, tante scie. Storie di vite sorprendenti” che vedrà protagonisti gli atleti paralimpici Santina Pertesana (tiro con l’arco), Davide Bendotti (sci alpino), Giuseppe Romele (sci nordico) e Cristian Toninelli (sci nordico) che, in dialogo con il giornalista del Corriere della Sera Claudio Arrigoni, racconteranno la loro esperienza alle Para-olimpiadi, i loro sport e la loro vita, affrontata con forza di volontà e grande capacità di superare ogni tipo di confine, fisico e mentale.
Il secondo appuntamento è fissato per giovedì 21 novembre alle ore 20.30 al Centro Congressi di Darfo Boario Terme, con la serata dal titolo “La libertà necessaria. Franco Basaglia ieri e oggi” nella quale Alberta Basaglia, psicologa e figlia del celebre psichiatra, e lo scrittore Alberto Rollo ripercorreranno l’esperienza basagliana nell’anno del centenario dalla nascita, per una riflessione sulla lezione che ci ha lasciato in eredità, tra il passato e le applicazioni sul presente.
La terza tappa della rassegna è prevista al Teatro Delle Ali di Breno venerdì 6 dicembre, dove alle ore 20.30 andrà in scena l’incontro dal titolo “La città autistica, fra bisogni e immaginazione” che vedrà protagonista Alberto Vanolo, professore di geografia politica ed economica all’Università di Torino e autore del volume “La città autistica” (Einaudi), in dialogo con Enrico Valtellina sul tema dell’autismo in rapporto agli spazi della collettività, in una riflessione che progetta un futuro pubblico tutto da riscrivere a livello comunitario.
L’ultimo appuntamento sarà il 10 dicembre alle ore 20.30 al Centro Congressi di Boario Terme, dove l’attesissimo ospite della rassegna sarà Silvio Garattini, medico e farmacologo di fama internazionale, fondatore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, di cui oggi è presidente, che parlerà di terza età, salute e prevenzione dell’incontro dal titolo “Il tempo senza età. Vivere a lungo felici e in salute”, per un gran finale tutto dedicato ai nostri anziani e al miglioramento della loro qualità di vita.
Determinante per la realizzazione della rassegna “Come trame di un canto. Raccontare le fragilità” è l’appoggio della Comunità Montana di Valle Camonica, che ha accolto di buon grado la proposta, come spiega l’Assessore alle Politiche Sociali Mirco Pendoli: “Un’iniziativa che porterà tutti a fare delle riflessioni: le problematiche affrontate nel corso della rassegna vanno dalla disabilità, alla salute mentale fino alla terza età. Chi si occupa di questi temi ogni giorno, professionisti e associazioni con i quali il mio assessorato è costantemente in contatto, sa bene quanto sia difficile abbattere il muro dell’indifferenza e affrontare i grandi e piccoli ostacoli quotidiani. Grazie a chi ha pensato a questo interessante progetto”.
Il festival si configura come un dialogo tra il settore sociale e quello culturale, perché ogni azione è possibile soltanto se si costruisce una sensibilità e una consapevolezza a partire dalle idee e dal sapere. Spiega Priscilla Ziliani, Assessora alla Cultura della Comunità Montana di Valle Camonica: “Ringrazio l’associazione OltreConfine e Auser per questa intuizione, che il mio assessorato ha supportato con piacere. Una rassegna che dimostra come sia possibile affrontare tematiche anche molto complesse attraverso proposte culturali di facile accesso”.
Spiega Sergio Bonomelli del settore Cultura dell’Auser Camuno Sebino: “Auser Camuno Sebino si occupa da sempre delle diverse fragilità e dei bisogni sociali presenti nel territorio, sostenendo e praticando il volontariato per tutelare i diritti di tutti, sostenere le persone svantaggiate e fragili, promuovendo forme di cittadinanza attiva. Nel nostro territorio molte sono le fragilità che investono le persone e che spesso non riescono a diventare un problema collettivo, perché rimangono nell’intimità e nel dolore dei nuclei familiari. Auser propone quindi al territorio, alle istituzioni, alle associazioni e cooperative che, numerose, lavorano per portare aiuto e supporto a tutte le persone in difficoltà, la costruzione di una rete che realizzi un Progetto Culturale: culturale perché, a fianco del lavoro svolto dai sevizi sociali, è necessario diffondere maggiore conoscenza dei bisogni diffusi, ed offrire risposte attive alle diverse necessità. Favorendo quindi una maggiore consapevolezza nella cittadinanza per la tutela dei diritti individuali, soprattutto per le persone fragili e le persone sole. La rete che ha permesso la realizzazione di questa Rassegna culturale intende quindi unire famiglie, anziani, giovani e operatori sociali e culturali del territorio, attraverso occasioni di informazione e riflessione articolate in quattro incontri serali, con importanti nomi della cultura, della scienza e dello sport”.
“Se l’intuizione è stata dell’Auser, il progetto è del territorio” commenta Simona Ferrarini, che con il presidente Vincenzo Raco, Sergio Bonomelli e Alice Piccinelli ha lavorato alla rassegna per costruire un’ampia rete. “L’intento è quello di far capire alle famiglie, soprattutto quelle con situazioni particolari, che non sono sole. Si tratta di un progetto di rete che sensibilizza le istituzioni e il territorio, da attuare per la prima volta in Valle Camonica, per offrire a tutti uno strumento di riflessione e analisi su temi delicati attraverso il canale culturale”.
Il Festival si compone di quattro serate di respiro nazionale, come spiega Stefano Malosso, direttore artistico di “Come trame di un canto. Raccontare le fragilità”, che aggiunge: “Gli incontri che abbiamo pensato ospiteranno sul territorio ospiti di rilievo nazionale, operanti nei settori della letteratura, della saggistica, della divulgazione e della scienza, per affrontare il macro-tema delle fragilità nel senso più ampio possibile. Accanto ad essi tutti i soggetti sanitari e sociali del territorio avranno l'occasione di mostrare le proprie attività e spiegare la propria missione valorizzando i servizi alla persona e la sensibilità verso la fragilità umana: un’alleanza, questa, che pone in contatto un intero territorio con le idee e i saperi che stanno attraversando l’intero Paese”.