Coldiretti a Vinitaly
07/04/2025 11:00
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07/04/2025 12:00
Un flash mob per difendere i valori del vigneto italiano sotto l’attacco di immotivate campagne di demonizzazione per ricordare che il vino italiano è salute, storia, cultura e tradizione. E’ l’iniziativa dei giovani della Coldiretti in programma domani, lunedì 7 aprile, alle ore 11 a Casa Coldiretti al Vinitaly, in occasione della visita del Commissario europeo alla Salute Olivér Várheliy che incontrerà il presidente di Coldiretti Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo, alla presenza anche dell’amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia.
Mentre si discute della possibilità di apporre assurde scritte allarmistiche sulle bottiglie di vino, la provocazione dei giovani della Coldiretti punta a ricordare che la realtà è ben diversa e proprio il vino è diventato nel corso degli anni il simbolo di un modello di consumo moderato con effetti benefici sulla salute.
Alle ore 13.45 spazio alla visita del Commissario all’Agricoltura Cristophe Hansen, con focus sul nuovo piano Ue per il vino e sul futuro dell’intera agricoltura europea.
Alle ore 15 la presentazione della birra da filiera tutta Sarda alla presenza, con Gesmundo e Prandini, del presidente del Consorzio Birra Italiana Teo Musso, del presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu, del direttore Coldiretti Sardegna e Capo Area Economica Coldiretti Luca Saba, e di Paolo Mori del Birrificio Quattro.
Alle ore 16 la presentazione presso il Padiglione Veneto del libro “Il Cibo a pezzi”, il saggio scritto da Vincenzo Gesmundo, Felice Adinolfi e Roberto Weber ed edito da Bompiani che analizza il ruolo del cibo nella società contemporanea, non solo come elemento essenziale per la nutrizione umana, ma anche come strumento di potere economico e politico.
Alle ore 16.45 tavola rotonda sul vigneto Toscana.
VINITALY: COLDIRETTI, CANTINE LEADER A CONFRONTO SU DAZI, ETICHETTE E CONSUMI
Un confronto a tutto campo tra produttori leader del vino italiano su dazi, etichetta allarmistiche, dealcolato e consumi. E’ l’iniziativa organizzata a Casa Coldiretti nella giornata inaugurale del Vinitaly, con la presenza di otto delle cantine più note del Vigneto Italia, assieme al presidente di Coldiretti Ettore Prandini, al presidente della Consulta vino di Coldiretti Francesco Ferreri e al coordinatore Riccardo Cotarella.
Dei rischi legati ai dazi aggiuntivi al 20% sul vino ha parlato Alessia Antinori di Cantina Antinori: “Una bottiglia di vino con un costo medio di 10-15 dollari potrebbe arrivare a costare tra i 15 e i 20 dollari al consumo. L’impatto maggiore si avrà sui vini e sulle aziende che operano con volumi significativi in questa fascia di prezzo. Quello che possiamo fare è collaborare con i nostri distributori locali per cercare insieme di contenere l’aumento e fare in modo che non si rifletta in maniera proporzionale sul prezzo finale”.
Jose’ Rallo di Donnafugata ha denunciato “il rischio concreto è che passi il messaggio che bere un calice di vino non sia più parte di una tradizione millenaria fatta di consapevolezza ed equilibrio, ma un comportamento da stigmatizzare. E’ invece, proprio il contrario: bere responsabilmente è parte integrante di uno stile di vita che ci distingue nel mondo”.
Anche Enrico Coser di Ronco dei Tassi ha invitato al buon senso: “Serve una netta distinzione tra abuso e consumo consapevole, tra eccesso e cultura. Il vino non è un vizio: è un valore. È fondamentale una comunicazione che lo valorizzi come patrimonio da tutelare, non come un nemico da combattere. L’entrata in vigore di normative restrittive rischia di compromettere questo equilibrio. La sicurezza è un valore imprescindibile, ma non possiamo ignorare gli effetti negativi che certe misure hanno sulla ristorazione, sul turismo e sul consumo domestico.”.
Marta Cotarella di Famiglia Cotarella ha parlato del rapporto tra vino e giovani. “Abbiamo un punto di vista privilegiato che è quello dell’Accademia Intrecci e ci permette di osservare con chiarezza che per i giovani il vino è racconto, celebrazione, condivisione, con un’attenzione anche alla sostenibilità e una curiosità per tutto ciò che circonda il vino. Per loro è sinonimo di ‘insieme’ ed è proprio in Italia che questo valore emerge con più forza. Altri tipi di alcol, spesso più economici, rispondono a logiche differenti”.
Aldo Vajra dell’omonima azienda ha dichiarato “Io resto positivo, vedo il bicchiere mezzo pieno. C’è un passaggio generazionale in atto, e proprio per questo dobbiamo avere fiducia e incoraggiare i nostri figli. Dinanzi ai tentativi di demonizzazione che si insinuano lentamente, quasi senza che ce ne accorgiamo, è tempo di far sentire, con rispetto ma con decisione, la nostra voce. Di raccontare la bellezza del nostro lavoro, la sua autenticità, il suo valore”.
Anche Giacomo Neri di Casanova di Neri ha dichiarato che “dobbiamo restare ottimisti. Perché se i dazi entreranno pienamente in vigore, il problema non sarà solo l’aumento del prezzo sullo scaffale: molti nostri importatori, obbligati a pagare il dazio allo sdoganamento, avranno bisogno di un forte supporto finanziario. È un aspetto che va assolutamente considerato ma senza dimenticare che il mercato americano ama i nostri vini, ama i nostri prodotti agroalimentari: i formaggi, la pasta, la passata di pomodoro, l’olio extravergine d’oliva. È un rapporto consolidato, costruito nel tempo: non è improvvisazione, è storia. Nei momenti difficili servono nervi saldi. Tutti sono ottimi capitani con il mare calmo, ma è con il vento contrario che si vede la forza di un equipaggio. E noi la forza, la storia e il supporto per affrontare questa sfida li abbiamo”.
Di vino dealcolato ha parlato Giancarlo Tommasi dell’omonima azienda. “Il tema dell’alcol è certamente spinoso, ma anche estremamente attuale. Se c’è chi si sente di produrre un vino a basso o nullo contenuto alcolico, è giusto che possa farlo. Ma usare la parola vino per un prodotto che ha subito un processo di dealcolazione totale è, secondo noi, un errore grave. Il vino, per sua natura e per tradizione, contiene alcol: lo genera la fermentazione alcolica, che è alla base stessa della vinificazione. Andare a privarlo di questa componente significa, in un certo senso, denaturarlo”.
Dei successi dello spumante ha parlato Vittorio Moretti di Bellavista : “Siamo passati da poche bottiglie a numeri davvero impressionanti: basti pensare ai milioni di bottiglie di Prosecco esportate in tutto il mondo, che hanno fatto la fortuna del nostro vino sui mercati internazionali. Siamo riusciti a costruire un’offerta che copre tutta la gamma: quantità, qualità e anche soddisfazione economica”.
VINITALY: COLDIRETTI, I PRIMI EFFETTI DEI DAZI SUI PRODUTTORI ITALIANI
A pochi giorni dall’entrata in vigore dei dazi aggiuntivi del 20% annunciati dal presidente Donald Trump, si registrano già i primi effetti per i produttori di vino italiani, con la richiesta degli importatori statunitensi di abbassare i prezzi per aiutarli a compensare l’aggravio tariffario ed evitare di dover rinunciare alle quote di mercato acquisite. A rilevarlo è la Coldiretti in occasione dell’inaugurazione del Vinitaly, con un ricco programma di iniziative che vedrà "Casa Coldiretti" al centro della kemersse.
Le richieste alle aziende italiane di “venirsi incontro” restringerebbero i margini di guadagno dei nostri vitivinicoltori, già messi a dura prova dai rincari dei costi di produzione legati alla difficile situazione internazionale.
Applicando la percentuale media di calo del 20% registrata con i dazi del 2019 al vino, si può stimare una potenziale perdita fino a 390 milioni di euro, ma se consideriamo il precedente del vino francese che a causa dei dazi del 2019 ha perso circa il 45% del valore, gli scenari possono essere molteplici. Va comunque detto che le bottiglie transalpine furono le uniche ad essere colpite dalle tariffe aggiuntive decise nel primo mandato di Trump che oggi accomunano invece tutti, seppur con percentuali variabili. Al calo delle vendite andrebbe poi aggiunta la mancata crescita, che quest’anno aveva visto un incremento in valore . Ma il pericolo per il vino italiano è anche quello di perdere, oltre alle vendite, anche quote di mercato e posizionamento sugli scaffali, conquistati con anni di impegno, magari a vantaggio di prodotti argentini o cileni o dei Paesi meno colpiti dalle scelte di Trump.
A preoccupare – sottolinea Coldiretti – sono, infatti, anche gli effetti dei rincari per i consumatori americani. Una bottiglia di Prosecco Docg, ad esempio, passerebbe dai 16 euro di media attuali a quasi 20 euro a bottiglia, secondo una stima dei produttori Coldiretti. In tale ottica già si segnalano fenomeni preoccupanti come la diffusione in Usa di una nuova tipologia di vino frizzante che richiama proprio il nostro vino più venduto. E’ il caso del lancio sul mercato del “Calsecco”, uno spumante con tanto di marchio registrato prodotto in California da Rack&Riddle, azienda leader del settore che lo presenta sul suo sito come “realizzato secondo la tradizione veneziana”.
Temi che saranno al centro degli incontri previsti per domani, lunedì 7 aprile, tra il presidente di Coldiretti Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo con il Commissario europeo alla Salute Olivér Várhelyi, in programma alle ore 11, e con il Commissario all’Agricoltura Cristophe Hansen, fissato per le 13.45, entrambi nello stand Coldiretti, alla presenza anche dell’amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia.
"In questa questa fase - dichiara il presidente di Coldiretti Ettore Prandini - è importante che l'Europa giochi in modo diverso, senza cadere in provocazioni, ma imboccando la via del dialogo e della diplomazia, unico modo per difendere i nostri interessi, ma anche quelli degli stessi statunitensi".
“Un’escalation di dazi e controdazi avrebbe l’effetto di causare danni alle economie di entrambe le sponde dell’Atlantico – rileva il segretario generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo -. Occorre comprendere che siamo in uno scenario geopolitico profondamente diverso da quello di qualche anno fa e agire di conseguenza”.
Ultimo aggiornamento:
06/04/2025 19:39:16