In Consiglio Provinciale il dibattito su Egato
12/03/2025 21:00
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13/03/2025 00:00
Dopo il termine della trattazione del question time, e rinviato il punto all’ordine del giorno relativo alla designazione di un magistrato del Tar in vista del pensionamento a settembre di Antonia Tassinari, in aula è ripreso il dibattito su Egato interrotto al termine della scorsa tornata consiliare. Dopo la replica alla discussione dell’assessora Giulia Zanotelli, è stata la volta delle dichiarazioni di voto sulla risoluzione presentata in merito a firma delle minoranze d’Aula. Infine il voto: il testo è stato respinto con 17 no 13 sì.
La replica di Zanotelli
Il dibattito sulla comunicazione della Giunta sulla convenzione dei Comuni e delle Comunità di valle con Egato Trentino è ripreso dalla replica dell’assessora Giulia Zanotelli che si è riservata un secondo intervento sulla risoluzione a prima firma di Francesco Valduga (Campobase). Ha citato la delibera della Giunta di venerdì scorso relativa all’invito ai 10 Comuni e Comunità ad adempiere all’adesione alla convenzione e il ddl che, ha affermato, va nella direzione su cui ci si era impegnati su 3-4 punti. Ha ricordato la discussione e l’approvazione unanime al Cal e ribadito che si è all’inizio di un percorso non semplice: è la prima volta che si tratta di questo tema. Alcune questioni non saranno oggetto di statuto o ddl, ha precisato: saranno il Cda, organo voluto anche dal Cal, e l’assemblea di Egato ad occuparsi di alcune questioni inserite anche negli impegni della risoluzione presentata dalla minoranza. Non ci sono diktat, né imposizioni, ha proseguito, anche nel ddl è previsto un percorso di confronto e di raccolta delle esigenze e delle necessità dei territori in tema di statuto. All’Aula ha rivolto un invito: a non ragionare per comparti e territori, ma in modo complessivo sulla gestione rifiuti nella provincia di Trento e continuare i tavoli sulla realizzazione dell’impianto. Un punto fondamentale questo, nella legislatura, ha concluso, un impegno forte che si ha l’intenzione di portare avanti in pieno raccordo con Comuni e Comunità di valle.
Le dichiarazioni di voto
Francesco Valduga (Campobase) ha parlato del ddl come di un testo che corregge almeno in parte il problema segnalato dalla risoluzione e sottolineato la mancata interlocuzione. Ha risposto alle dichiarazioni dell’assessora che ha rilevato l’assenza di diktat parlando del commissariamento: vorrei vedere come si fa a commissariare un Comune sulla base della non approvazione di un documento la che stessa Pat si è resa conto di voler modificare. Presenterete il ddl, ha aggiunto, alcuni aspetti tecnici saranno corretti, si continua però a legare il tema della raccolta con quello dello smaltimento: vera la sequenzialità delle cose, ma con Egato si deve discutere di un modello di raccolta. L’impianto è un tema diverso per Valduga: qui si continua a negare le cose. Sui sub-ambiti: sono ipotizzati ma non determinati e nelle modifiche che si proporranno non troveranno una definizione adeguata. Si invita a guardare oltre il proprio orticello? Promuovere un Trentino policentrico significa anche promuovere le peculiarità dei territori che hanno permesso di mettere in atto sistemi avanzati che sono tra le esperienze più avanzate del Paese, ha concluso il primo firmatario della risoluzione.
L’assessora Zanotelli ha risposto che il ddl non è stato fatto in seguito alla risoluzione, ma annunciato durante il percorso di interlocuzioni con il Cal, come si era già detto in aula la scorsa volta. Ha ripreso la risposta all’interrogazione di Roberto Stanchina (Campobase) di stamattina: 153 tra Comuni e Comunità di valle hanno sottoscritto la convenzione anche inserendo nella deliberazione alcuni punti su cui ci si è impegnati anche con il ddl a perfezionare. Quando si parla di sub-ambiti, ha precisato, la convenzione sul tema della gestione precisa l’autonomia organizzativa e gestionale dei territori, una cosa non da poco, inserita nero su bianco. Ha quindi citato la lp 3 del 2006, portata in Aula e approvata con l’astensione della minoranza: in particolare il comma 13 bis (comma 5 ter). Quando si parla di sub-ambiti ci vuole uno specifico studio dei piani economico-finanziari, cosa di cui si occuperanno Cda e assemblea di Egato. Non accoglibile per Zanotelli il primo punto della risoluzione, visto che si è già provveduto a inviare l’invito ai Comuni; sul punto 2 l’assessora ha parlato di processi definiti da norma sia sui sub-ambiti sia su altri temi, che non si risolvono in poco tempo, ma su cui c’è l’impegno degli organi di Egato. Infine ha anticipato voto non favorevole sulla risoluzione: tutto è migliorabile e perfettibile, l’impegno di un confronto si è inserito come un passaggio significativo nei Consigli dei sindaci e comunali: una volta abbozzata una prima proposta di statuto si invierà ai territori e si raccoglieranno le valutazioni. Si ritornerà sul territorio nei Consigli comunali, dopo una valutazione di Egato e lì sarà approvato il testo dello statuto. Un percorso molto impegnativo, ha concluso, ma al di là delle legittime posizioni non un diktat, ma un percorso consapevole.
Michela Calzà (Pd) ha parlato di un viaggio al contrario: si è partiti dalla volontà di arrivare a un impianto di smaltimento per stravolgere i sistemi di raccolta comunali. Un disegno chiaro di centralizzare il sistema di raccolta e smaltimento di rifiuti, non di valorizzare il ruolo delle amministrazioni comunali e degli enti gestori. Per Calzà il no di alcuni Comuni è da leggere come coraggio di dissentire dall’approvazione. Il motivo del no è perché i Comuni si sono sentiti defraudati della loro facoltà di decidere e governare il territorio. Anche nella giunta di Egato che rappresentanza si pensa di dare ai territori? ha chiesto ancora Calzà. Poi, sul presidente probabilmente il ddl dirà che sarà possibile pescarne uno esterno, ma nell’ottica di valorizzare la componente territoriale basterebbe far sì che la scelta avvenga all’interno dei territori rappresentati nel consesso. Il giudizio più amaro, ha concluso, è sul fatto che i Comuni non hanno avuto la possibilità di avere un ruolo chiave. Si aspetta il ddl e si spera vengano indicati chiaramente i sub-ambiti.
Christian Girardi (FdI) ha detto che per i Comuni non è certo stato semplice fare questo percorso, anche perché la materia è complicata. Ha ringraziato l’assessore Zanotelli che ha aperto un dibattito anche all’interno della maggioranza. Il passaggio riguarda tutta la gestione del ciclo dei rifiuti e non solo la sua conclusione, ha affermato. Il dato politico importante è che si è scelto di dare protagonismo alle valli trentine, non un organismo di controllo: alle amministrazioni è stata data la possibilità di entrare nell’ente. Tutte le comunità del Trentino parteciperanno alla definizione dei sub-ambiti che avranno un ruolo chiave nella raccolta. Anche in questo senso per Girardi il dato politico è importante, si tiene conto delle peculiarità delle valli e delle diverse città. L’altro dato politico che ha evidenziato è che qualcuno potrebbe invertire questa visione per il Trentino dicendo che si vuole portare conflittualità tra valli e città. Ha parlato della lungimiranza dei Comuni più grandi ad accettare il principio “una testa un voto” in Egato. Rispetto a questa logica con la risoluzione si farebbe un passo indietro importante: di qui il voto contrario.
Lucia Coppola (AVS) ha ripreso le parole di Girardi: non è certo questo il senso che si intendeva attribuire alla risoluzione. La volontà era di precisare una serie di questioni rimaste inevase e inesplorate: risulta difficile comprendere che si sia presentato il tema dell’Egato per un voto nei Comuni quando una serie di questioni non era stata risolta. Coppola ha detto che si deve avere attenzione e rispetto nei confronti dei Comuni che non si sono sentiti di sostenere questa fase in attesa che tutto il quadro fosse completo. Rispetto all’inceneritore ci possono essere tante altre soluzioni che si avrebbe il dovere di ricercare, come il trattamento meccanico dei rifiuti. Un inceneritore sarebbe a 50 chilometri di distanza da un altro inceneritore, ha aggiunto, e nessun inceneritore è esente da emissioni in atmosfera e di ceneri pesanti.
Mirko Bisesti (Lega) ha ricordato che un paio di mesi fa quando il presidente Kompatscher in quest’aula che il termovalorizzatore di Bolzano oggi ospita il quantitativo massimo che può ospitare di rifiuti prodotti in Trentino. Dire oggi che quell’inceneritore può accogliere più rifiuti trentini è sbagliato. Le discariche non rilasciano residui? Il fatto di metter rifiuti sui camion e trasportarli fuori regione non produce emissioni? ha chiesto Bisesti. Ha ricordato la decisione della politica che all’epoca non si è messa d’accordo su un unico polo regionale per lo smaltimento di rifiuti: Bolzano si è mosso e ora lo fa anche il Trentino con un decennio di ritardo. Si sono persi troppi anni per Bisesti: sono serviti per la raccolta differenziata, ma i due binari non vanno in collisione l’uno con l’altro.
Filippo Degasperi (Onda) ha invitato la maggioranza a una sfiducia di Kompatscher perché il presidente nella sua dichiarazione programmatica per il voto per la presidenza della Regione ha parlato di due ambiti di collaborazione con il Trentino, la sanità e i rifiuti. Cos’è il termovalorizzatore? ha chiesto poi. Si chiama inceneritore: una fornella in cui si buttano i rifiuti. Spostare i rifiuti non è etico? Ma è etico spostare i pazienti trentini che vanno a farsi curare altrove? ha aggiunto. Se si tenesse all’etica bisognerebbe dire perché il Trentino importa con camion e modalità inquinanti il triplo dei rifiuti speciali rispetto a quelli che residuano dal rifiuto urbano (140 mila tonnellate). Ha chiesto dove finiscono questi rifiuti. Ha indicato poi la necessità di trovare altre modalità per la revisione dei rifiuti.
Ultimo aggiornamento:
11/03/2025 22:02:16