Fiavé (Trento) - Con una cerimonia che si è tenuta nel tardo pomeriggio di ieri nella Sala Depero del palazzo sede di Piazza Dante, il Gruppo di coordinamento internazionale del sito seriale transazionale patrimonio UNESCO “Palafitte preistoriche dell’arco alpino” ha sancito simbolicamente il passaggio della sua presidenza dalla Germania all'Italia. Non a caso Trento è stata la sede della consegna del testimone: la nostra provincia, infatti, oltre ad ospitare due siti palafitticoli iscritti alla Lista Patrimonio Mondiale - Fiavé e Ledro - dal 2019 ha come referente per l'Italia, in seno al Gruppo di coordinamento, il dirigente generale dell’UMSt Soprintendenza per i beni e le attività culturali Franco Marzatico, che guiderà la rappresentanza delle Palafitte Unesco per i due anni di presidenza Italiana.
Oltre al soprintendente Marzatico, alla cerimonia hanno preso parte la vicepresidente e assessore alla cultura della Provincia autonoma di Trento, la rappresentante dell’Ufficio UNESCO del Ministero della Cultura Laura Acampora, la rappresentanza della Germania con il presidente uscente del Gruppo di coordinamento Markus Gschwind e, per il segretariato del Sito che ha sede in Svizzera, la coordinatrice degli incontri Barbara Fath.
Presenti, tra gli altri, anche numerosi rappresentanti istituzionali delle amministrazioni che custodiscono i patrimoni palafitticoli, il soprintendente per l’archeologia, belle arti e paesaggio di Verona, Rovigo e Vicenza Andrea Rosignoli, il presidente e il direttore del MUSE, Stefano Bruno Galli e Massimo Bernardi.
La vicepresidente della Provincia ha accolto i partecipanti al simposio, sottolineando che quando si parla dell’UNESCO e delle sue fondamentali azioni legate all’educazione, alla scienza e alla cultura, ci addentriamo in un ambito che tutela e valorizza fortemente le identità delle comunità locali, ma sempre con l’attenzione alla pluralità, alla connessione con le culture vicine o più lontane, allo scambio di saperi e le palafitte preistoriche dell’arco alpino ben rappresentano questo binomio di peculiarità territoriale e di legame con il contesto esterno. Tutelare e valorizzare le palafitte preistoriche oggi, quindi, significa confrontarsi con le sfide del comunicare e tramandare anche un patrimonio sommerso, a volte poco visibile, del raccontare nei musei e nei parchi archeologici le origini delle popolazioni alpine, comprendere meglio l’evoluzione e gli sviluppi delle nostre società.
"Il rapporto fra uomo e ambiente si svela in modo eccezionale nei siti palafitticoli, dove grazie all'acqua e all'umidità si conservano manufatti e resti organici altrimenti destinati a scomparire per l'incuria del tempo: discende da questa particolarità il riconoscimento UNESCO. Se si escludono ricostruzioni e installazioni museali, questi siti soffrono di scarsa visibilità, tanto che si conservano sommersi o sepolti. Le palafitte, però, oltre a riportarci al passato, richiamano tematiche di grande attualità, legate allo sfruttamento dell'ambiente e ai cambiamenti climatici, che oggi mettono a rischio la sopravvivenza di questi scrigni di storia: lavoreremo per proseguire gli impegni assunti dal Gruppo di coordinamento per la protezione del patrimonio e la collaborazione reciproca", ha detto Marzatico.
"La vera sfida è quella che comincia dopo l'iscrizione nella Lista Patrimonio Unesco, perché coinvolge tutti nello sforzo di mantenere questo riconoscimento e gestirlo in modo ottimale, armonizzando tutti gli enti e le istituzioni che in questo percorso sono coinvolte", ha evidenziato Acampora.
A poco meno di 15 anni dall’istituzione del sito seriale transnazionale, i membri riuniti a Trento per il 31° meeting dell'International Coordination Group UNESCO Palafittes, come viene denominato in inglese lo stesso Gruppo, hanno inteso confermare gli impegni assunti, sottoponendo alle rappresentanze istituzionali e alle comunità di riferimento considerazioni scaturite dalle esperienze maturate nelle diverse nazioni e regioni.
Il Gruppo di lavoro internazionale del 'Sito UNESCO Palafitte' si riunisce con cadenza semestrale, in sedi di volta in volta diverse. Gli stati membri detengono a turno la presidenza del sito seriale per un massimo di due anni, ospitando meeting tra i rappresentanti, solitamente in luoghi associati a siti palafitticoli di rilievo. Scopo degli incontri è favorire il confronto e lo scambio di buone pratiche in merito a tematiche di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio UNESCO tra i rappresentanti del gruppo di coordinamento del sito, verificando costantemente che vengano rispettati le indicazioni e gli obiettivi del piano di gestione del sito transnazionale. Ai partecipanti del gruppo di coordinamento spetta poi il compito di trasmettere ai referenti dei siti iscritti nella lista del Patrimonio mondiale ogni informazione elaborata durante gli incontri. In questo modo le singole realtà territoriali vengono inserite in una rete internazionale che stimola l’adozione e la pianificazione di azioni e strategie condivise per la risoluzione a breve-medio termine di criticità, nell’alveo di quanto consentito dalla legislazione dei singoli paesi in materia di tutela, conservazione e valorizzazione dei beni culturali.
Sono 111 i siti archeologici, fra i quali anche Fiavé e Ledro, che costituiscono dal 2011 il sito seriale transnazionale "Palafitte preistoriche dell’arco alpino”, cioè un bene culturale iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, composto da più luoghi ed elementi situati in diversi Paesi, accomunati da un valore universale eccezionale. Le palafitte trentine di Ledro e di Fiavé sono state scelte nel 2011 tra le oltre 1.000 realtà palafitticole situate in Italia, Francia, Svizzera, Germania, Austria e Slovenia. Le regioni italiane interessate sono, oltre alla Provincia autonoma di Trento, il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. I motivi del riconoscimento sono legati a diversi aspetti, a partire dalla scarsa rappresentanza, nel patrimonio mondiale, della Preistoria, rispetto alla quale le palafitte costituiscono uno dei fenomeni più appariscenti, molto conosciuti dal grande pubblico e nel contempo ricchi di testimonianze di valore storico. I villaggi palafitticoli sono infatti una delle più importanti fonti archeologiche per lo studio delle comunità umane europee tra il 5000 e il 500 a.C. Le condizioni di conservazione in ambiente umido hanno permesso la sopravvivenza di materiali organici che contribuiscono in modo straordinario a comprendere il Neolitico, ovvero l’avvento delle prime società agrarie, l'età del Bronzo, caratterizzata dalla diffusione di tecnologie complesse come la metallurgia e gli scambi su lunga distanza, ed infine le interazioni fra gruppi umani e territorio a fronte dell'impatto dei cambiamenti climatici.
La decisione del Comitato del Patrimonio Mondiale di includere Fiavé e Ledro nella prestigiosa Lista è stato un riconoscimento ufficiale della validità e dell'importanza dei due siti trentini. Suggello della loro importanza archeologica e culturale è inoltre la valenza ambientale, in quanto entrambi i siti sono inseriti nel territorio della biosfera Alpi ledrensi e Judicaria, riconosciuta Riserva di Biosfera UNESCO. Il Museo delle Palafitte del Lago di Ledro ha festeggiato nel 2022 il mezzo secolo di vita, il Museo delle Palafitte di Fiavé è stato aperto nel 2012 mentre il Parco Archeo Natura è stato inaugurato nel 2021.
Maggiori informazioni sulle attività e le iniziative del Gruppo sono disponibili sul sito web ufficiale www.palafittes.org. Il sito propone un viaggio di esplorazione virtuale nel mondo delle palafitte con sezioni ricche di approfondimenti sulle aree archeologiche, i relativi musei e le ricerche condotte dagli archeologi. Non mancano immagini, spunti con cenni storici, curiosità, un blog dedicato al cibo e alla cucina, novità, progetti e notizie sugli eventi organizzati nei vari siti dei 6 Paesi interessati.
Altre informazioni: Provincia autonoma di Trento - UMSt Soprintendenza per i beni e le attività culturali
Ufficio beni archeologici - Via Mantova, 67 - 38122 Trento
tel. 0461 492161; e-mail: uff.beniarcheologici@provincia.tn.it
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