"In occasione della Giornata Internazionale della Donna, ho voluto portare i miei più sentiti auguri alle donne detenute, a quelle che lavorano nel sistema penitenziario e a tutte le operatrici che quotidianamente si impegnano con passione e dedizione. È stato un momento di grande emozione che mi ha toccata profondamente.
Sono stata nel carcere di Trento, dove ho avuto l'opportunità di visitare una delle celle, ma anche di entrare in cucina e assistere al lavoro delle detenute coinvolte nei servizi di riabilitazione. È stato un incontro ricco di significato, che ha messo in luce il lato umano di una realtà spesso dimenticata. Molte di queste donne sono madri e, nonostante la condizione di detenzione, continuano a lottare ogni giorno per mantenere i legami affettivi con i propri figli, purtroppo separati da una barriera che rende ancora più difficile il loro percorso di recupero.
Il mio impegno, come parlamentare, in particolare nell’ambito dell’umanizzazione delle carceri, è volto a garantire che ogni detenuto, e in particolare ogni detenuta, possa avere l'opportunità di un percorso di reinserimento sociale che non si limiti a una punizione, ma che favorisca la riabilitazione e il recupero. Le carceri devono diventare luoghi di speranza, dove la dignità della persona venga rispettata, dove le madri detenute possano continuare ad essere un punto di riferimento per i propri figli e dove tutte le detenute abbiano la possibilità di una seconda chance.
Nel carcere di Trento, attualmente si trovano 43 donne, molte delle quali madri. Queste donne, purtroppo, sono spesso invisibili e la loro condizione di detenute è ancora più gravata dal peso della separazione familiare. Tuttavia, è fondamentale che il sistema penitenziario non le consideri solo come "colpevoli", ma come persone che, attraverso il recupero della propria dignità, possono reintegrarsi nella società in modo positivo.
Un pensiero particolare va ai figli di queste donne, spesso invisibili e trascurati in questo processo di separazione. I bambini, privati della presenza materna, vivono situazioni di grande sofferenza, che non devono essere sottovalutate. È fondamentale che anche a loro vengano garantiti i diritti di una crescita serena, nonostante le difficoltà legate alla detenzione della madre. La famiglia, anche in condizioni difficili, deve restare il nucleo su cui fondare ogni iniziativa di recupero e di speranza.
Durante la mia visita, ho avuto modo di leggere nei volti di alcune di queste donne una profonda voglia di riscatto e di cambiamento. Mi hanno confidato con gli occhi pieni di speranza, guardando dalla finestra del carcere verso la città di Trento, un sogno di libertà, di reintegrazione e di una nuova vita. Quella speranza è qualcosa che porterò con me, per continuare a lavorare affinché nessuna di loro venga mai più dimenticata e per contribuire alla creazione di un sistema che sappia offrire davvero una seconda possibilità.
La mia visita è stata, in primis, per portare loro un messaggio di speranza: è possibile "rinascere". Ogni donna ha il diritto di riscoprire la propria dignità, di ricominciare e di costruire un futuro migliore per sé e per i propri cari.
In qualità di deputata, continuerò a lavorare per una riforma del sistema penitenziario che ponga al centro l'umanizzazione e la valorizzazione della dignità di ciascuna persona, affinché nessuna donna, né detenuta né operatrice, venga mai più dimenticata.
Auguro una felice giornata a tutte le donne, dentro e fuori il carcere, con la speranza che la giornata della donna possa rappresentare anche un momento di riflessione per un futuro migliore, per tutti, a partire dai figli delle detenute, che meritano un domani più luminoso".
Alessia Ambrosi deputata di Fratelli d’Italia