Trento - “È stata una vita lunga e feconda quella di Renzo Francescotti. È stata soprattutto una vita generosa, dedicata a una cultura viva, mai esclusivamente libresca, sempre militante e impegnata, capace di far incontrare linguaggi diversi, quello della poesia e della pittura, della musica e della scultura, del teatro e della saggistica, della lingua e del dialetto. La città sentirà la sua mancanza”.
Così il sindaco Franco Ianeselli ricorda il decano della cultura trentina, che è stato un insegnante creativo e molto amato da generazioni di studenti, oltre che un disseminatore di idee, progetti e poesia. Il gruppo Neruda negli anni Settanta, l’associazione Pro Cultura, il concorso di poesia Alicante e il premio Pavanello dedicato ai giovani cantautori trentini sono tra le tante fortunate iniziative promosse con il contributo determinante di Francescotti, che nel 2017 è stato insignito dal sindaco Alessandro Andreatta dell’Aquila di San Venceslao, il sigillo della città.
Di Francescotti, Ianeselli ricorda anche la comune passione per il nuoto nelle acque libere: “Mi aveva raccontato che per i suoi ottant’anni si era regalato una nuotata nei laghi di Canzolino, Madrano, Piazze, Serraia: questo ci dice molto della personalità di uomo che non risparmiava le proprie energie e che aveva un legame fortissimo con il Trentino”, racconta il sindaco.
Conclude Ianeselli: “Forse il modo migliore per ricordare Renzo Francescotti è quello di rileggere le sue poesie. A me viene in mente questa, perfetta per descrivere la sua sensibilità sociale, il suo impegno, il suo modo di interpretare la vita: Invece io amo lo scarto/ del cavallo che avverte il pericolo/ del calciatore che salta l'avversario/ della gazzella inseguita dal ghepardo/ che scartando si salva la vita/ l'idea scartata non funzionale al sistema/ gli uomini scartati globalmente/ esiliati ad ultimi. Buon viaggio Renzo e un abbraccio alla tua famiglia”.